Colosseum
Valentine Suite
I Colosseum discendono dalle radici del british-blues (Korner - Mayall): l’influenza c’è tutta e si percepisce al primo ascolto. Il disco, però, si stacca dai canoni del rock-blues e suona nella prima facciata jazz-rock e nella seconda tipicamente progressive. Non a caso Valentine Suite, il brano che riempie interamente il lato B, non solo da il nome all’album rendendolo uno dei primi album del progressive britannico, ma addirittura lo consacra tra le pietre miliari di questo genere facendone un importante tassello della lunga storia del rock. Il disco ha, inoltre, un’altra valenza storica: è il primo con etichetta “Vertigo”, una delle più importanti del genere undergrond-progressive.
I brani iniziali (The Kettle ) lasciano il sospetto di un rock duro più che progressive. Ma in Elegy il ritmo cambia e diviene addirittura pionieristico, evidenziando tratti didisco music, fino a trasformarsi in un jazz-rock molto ispirato. Butty's Blues è inizialmente un blues con l’organo al posto dei fiati ma poi compare il sax e le influenze e i generi si intrecciano, ma non stridono mai, anzi si amplificano e si arricchiscono l’uno l’altro mescolandosi.
Ci alziamo, giriamo la facciata, ed ecco la suite tanto attesa. Valentine Suite è subito dominata dalle tastiere di Greenslade. L’aria centrale, impermeata del sax e dai cori celestiali, ci riporta a sonorità che altri cercheranno di imitare. La suite non può essere definita un capolavoro ed insieme al resto del lavoro crea un’opera poco coesa, ma che risulta stupefacente per la complessità del materiale ascoltato in poco più di trenta minuti. Materiale sufficiente per mostrare le qualità dei membri del gruppo, qualora ce ne dovesse essere stato bisogno viste le precedenti esperienze, che purtroppo per mancanza di intenti comuni non riuscirà più a raggiungere tali livelli.
Valentine Suite è un disco che prende spunti importanti dal recente passato e che lascia tracce molto visibili nella musica di fine anni sessanta - inizio anni settanta, risultando erroneamente troppo spesso e facilmente dimenticato.
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