R Recensione

10/10

Brian Eno

Apollo (Atmospheres & Soundtracks)

di PV64

Avete mai provato la sensazione di uscira dal corpo ed essere "altrove"? Vi siete mai avvicinati all'idea di fluttuare in spazi siderali non codificati lontani anni luce da esperienze umane terrestri? Varcare soglie di mondi che portano all'altrove, passando attraverso feritoie spazio-temporali appena percettibili, dove si ha modo di assimilare fino in fondo l'esperienza estatica dell'antimateria per spingersi ancora "più in là"?

Mai capitato? Male, dovreste provarci. Non serve molto, vi dirò. Basta ad esempio procurarsi questo CD (rieditato e rimasterizzato ad hoc), premere PLAY, sdraiarsi su una poltrona comoda, abbassare le luci e... lasciar fare tutto a lui! Laciatevi amaliare dalle sonorità impalpabili, leggere, eteree fino a farle diventare una seconda pelle o comunque parte integrante di voi; sentite l'epidermide alzarsi disegnando la colonna sonora di un viaggio immaginario in altre galassie, ai confini impossibili di un infinito incommensurabile.

Questo disco ci permette di stare simultaneamente QUI e a migliaia di chilometri dal pianeta terra, dove tutto è indistinguibile, dove l'aria si fa inconsistente, dove a mancare non è solo la forza di gravità. Mancano le coordinate del "comune vivere" come noi lo intendiamo sulla superficie terrestre. A predominare è infatti il concetto di "assenza", di svuotamento dell'anima, di annullamento dell'ego in quanto rapporto col nostro "esserci", appunto.

La musica di questo viaggio NON è nostra. Non ci appartiene: appartiene agli astri, alla Via Lattea, forse al concetto stesso di Dio (per chi ci crede). Sicuramente è figlia diretta dei meccanismi celesti che regolano le leggi dell'Universo, non decodificate in quanto NON delimitate.

Ascoltare questo disco è come entrare a far parte di un rito. Come essere in meditazione e collegato al Tutto e implica necessariamente l'uscire dai canoni pre-stabiliti e universalmente accettati di bellezza o melodia, suono ed emozione, sentimenti e gusto, bello e brutto. Questi parametri di valutazione, infatti, sono validi "quaggiù", tra noi umani dotati della pesantezza di un corpo, la limitatezza di un ego e la fatica del vivere integrati a una Civiltà, di qualunque natura essa sia.

Visti da quassù i valori e i pesi cambiano, sono diversi e seguono altre leggi.

Oltre l'atmosfera sono altre le logiche che ci fanno apprezzare questo lavoro sublime:

1) la mancanza del Tempo inteso come susseguirsi di attimi. Non c'è scansione qui, tutto è fluttuare come un corso d'acqua privo di ritmo e scansione. Tutto è scorrere, tutto e susseguirsi morbido e impercettibile di attimi estatici.

2) l'assenza del Ritmo (nato appunto per scandire un tempo, dare una regola, creare simmetrie, dare un appiglio a chi ascolta per suddividere periodi in momenti, momenti in attimi e in moduli sempre più frazionati)

3) la mancanza della Melodia (intesa come susseguirsi di accordi e armonie per creare bellezza o musicalità come la conosciamo noi) se non in sporadici casi che si avvicinano alla forma "canzone" se così vogliamo definirla (anche se mai termine mi sembra così uori luogo!)...

4) la mancanza di una Voce umana che per quanto eterea e angelica, resta comunque un fardello troppo ingombrante per un esperienza di tale intensità. Nulla di umano traspare in questo disco, che dopo ripetuti ascolti sembra davvero essere concepito da un'altra dimensione.

5) e ultimo elemento: la mancanza di un Peso. La mancanza di corpo, di sostanza, di materia. Dove sono gli strumenti? Dove sono i musicisti? Qui, ripeto, tutto è "unità armonica" e sarebbe limitativo e fuori luogo farsi queste domande, perché "llassù" è già bellezza, è già armonia, è già consapevolezza e attitudine a quello che si potrebbe definire Spiritualità.

Brian Eno, ha fatto un viaggio di 48 minuti che potrebbero essere pochi o forse troppi, lunghi un attimo o brevi come un'eternità. Minuti rari e preziosi, inutilmente classificabili, come tentare di decifrare il vagito sommesso di un feto nel grembo materno, la luminosità di un arcobaleno o il respiro di un monaco tibetano illuminato in piena estasi. Che senso avrebbe definire tutto ciò? Si dovrebbero trovare forse altri codici, altri parametri, altre unità di misura. Un altro modo di rapportarsi alle cose (se proprio sentiamo l'esigenza di classificare ed etichettare esperienza di tale portata). Durante questo viaggio di esplorazione sonoro/auditiva del cosmo ci ha riconsegnato 12 frammenti di stelle (6 tracce più aeree come frammenti ancora sospesi e altri 6 più melodici, come se i frammenti fossero diventati meteoriti caduti sulla supefice terrestre e quindi già "filtrati" e resi "melodici" per lasciarsi ascoltare da "noi umili menti terrestri").

12 meteoriti di un'altra dimensione, 12 perle di luminosità e candore che non possono mancare a chi, tramite la musica, cerca un rapporto con un'entità superiore, qualunque nome gli si voglia affidare. Anche i nomi, tutto sommato, sono solo convenzioni di "quaggiù".

Disco sconsigliato a chi vuole ascoltare semplicemente della Musica Rilassante. Sarebbe un'esperienza straniante e per certi versi inquietante. Qui si rischia l'ascesi e lo staccamento dell'Anima dal corpo. Uomo avvisato mezzo salvato...

V Voti

Voto degli utenti: 8,1/10 in media su 8 voti.
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rael 8/10

C Commenti

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cthulhu (ha votato 9 questo disco) alle 23:36 del 7 settembre 2008 ha scritto:

Complimenti per la rece!!! Disco da avere per gli amanti del'ambient.

Moonlight Love (ha votato 9 questo disco) alle 19:54 del 16 settembre 2008 ha scritto:

Complimenti per la recensione!Hai colto in pieno l'essenza di questo disco superbo!!Assolutamente meraviglioso!Bravo!!

PV64, autore, alle 11:59 del 17 settembre 2008 ha scritto:

Grazie

...è una recensione MOLTO SENTITA in effetti e la sento "mia" fino all'ultima virgola! Ciaoo

Bellerofonte (ha votato 8 questo disco) alle 21:10 del 29 marzo 2010 ha scritto:

Bellissimo, ma Music for Airports lo piega in due di brutto

casadivetro (ha votato 8 questo disco) alle 2:15 del 28 marzo 2011 ha scritto:

An ending (ascent). Couch melodia.