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R Recensione

7,5/10

Fela Ransome-Kuti and his Africa '70

Alagbon Close

Il 1974 è l'anno in cui la “guerra a distanza” tra Fela Kuti e l'ordine costituito diventa scontro fisico. Sebbene le provocazioni di Fela non fossero ancora così esplicite, la polizia locale aveva intuito che il clan creatosi attorno alla sua figura, la sua influenza sulle persone e il suo modo di parlare diretto e aggressivo, potevano rappresentare un problema. Un africano che parla di libertà è sempre un problema. Kwame Nkrumah, il presidente ghanese che si opponeva alla colonizzazione, era un problema. Ken Saro-Wiwa, il poeta nigeriano ucciso nel 1994, era un problema. Fela Kuti, il cantante rompicoglioni che teneva lunghi discorsi sull'Africa e sul colonialismo in mezzo a migliaia di persone in un locale di Lagos, era un problema. E le dittature militari conoscono un solo modo per risolvere i problemi. Nell'Aprile del 1974 cinquanta poliziotti armati fanno irruzione nella tenuta di Fela, la perquisiscono e ovviamente trovano marijuana ovunque. I sessanta abitanti della residenza di Agege Motor Road vengono rinchiusi tutti insieme in una cella del carcere di Alagbon Close. 

"Io sono un essere umano e faccio la mia parte, esattamente come te/ Sono uno spazzino e faccio la mia parte / senza di me la tua città puzzerebbe come la merda / Sono un dottore o un avvocato / senza di me tu moriresti o andresti in prigione / Sono un giudice / senza di me la polizia ti rinchiuderebbe a vita / Sono un cantante, un ballerino, un pittore / senza di me non potresti essere mai felice / E ora ascolta / Ad Alagbon / Anche se dici che sei un operaio / Possono rinchiuderti fino alla morte / Il magistrato non vede / Anche se dici che sei un impiegato statale / Ti rinchiudono senza farci neanche caso / e il tuo avvocato può anche morire negli uffici della stazione di polizia / Non gli interessano i dottori o gli avvocati / ti rinchiudono e ti incolpano davanti alla corte / Puoi cantare, ballare o anche morire in cella / loro ti hanno accusato di detenzione di marijuana / Ad Alagbon / Non hanno alcun rispetto per le persone/ se ne fregano che hai lo stesso loro sangue / Spingono i loro cani a morderti / ti puntano la pistola in faccia / la stessa pistola che hanno comprato con i tuoi soldi / Ti torturano per farti a confessare / e la chiamano “investigazione” / Ti rinchiudono per mesi per investigare / Ma se li incontri / dì loro che l’ uniforme è solo un vestito / fatto da un sarto esattamente come quello che tu indossi / Non c’è niente di speciale in un’uniforme"

Più che per le caratteristiche musicali (un beat funky molto compatto - "Alagbon Close" - seguito da una poliritmia "rallentata" da Tony Allen intitolata "I No Get Eye For Back"; praticamente due marchi di fabbrica) "Alagbon Close" è importante perché rappresenta la prima vera presa di posizione pubblica contro la polizia. Fino al 1974, la "comune" creata da Fela si autogestiva e aveva come unico punto di riferimento il suo leader. Fela accoglieva chiunque si presentasse alla porta, aveva creato un piccolo sistema di sicurezza interna e si occupava di offrire supporto (anche economico) a tutto il quartiere. La polizia locale, probabilmente spinta dal governo, aveva sempre osservato a distanza quell'uomo che era diventato un leader del popolo e che iniziava a parlare di "rivoluzione". Dopo "Alagbon Close" le cose cambieranno definitivamente.

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