Joachim Nordwall

Ignition

Arriva un momento nel quale è bene abbandonare ogni idea assoluta seppur precisa, a beneficio di una visione espansa e contestualizzata.

Per quale ragione nel 2010 si dovrebbe produrre musica su audiocassetta non fosse la volontà di far rientrare le limitazioni del medium nelle caratteristiche del suono?

Le frequenze sono basse, profonde e divorano in potenza il fruscio antagonista, a sua volta tappeto sonoro in un ambito in cui la statica del vinile avrebbe alterato un equilibrio e il severo CD inasprito onde triangolari già eccessivamente distese in una ampiezza angosciante.

C’è stato un tempo in cui sapevamo viaggiare senza muoverci e fu quando le stelle smisero di essere puntini luminosi divenendo stazioni di transito verso una meta solo intuita e mai trovata.

Uomini hanno sfidato ogni tipo di scienza, ogni tipo di fisica, l’dea stessa deterministica, relativistica o quantistica che esistessero limiti, contorni, metodi e formule in una corsa alla definizione quando l’obiettivo opposto era di demolire un modo di intendere l’uomo riportandolo in auge la tolemaica teoria sull’universo, sbagliata forse fisicamente ma non nell’idea sottesa e meravigliosa che il cosmo ci appartiene.

Come la fisica del cosmo ebbe i suoi eroi in Yeager, Gagarin ed Armstrong, furono invece Göttsching, Froese, Eno, Schulze esploratori di cosmici suoni e tra loro si inserisce Nordwall e il suo lavoro, la sua audio cassetta di motivi generati da onde ed infinite armoniche, portante di fruscio, frequenze che l’orecchio riscopre come il gusto di una merenda preparata da materne mani in un caldo pomeriggio di Luglio, ricordo abbandonato chissà dove nel buio delle giornate tutte uguali, nei televisori oled, nel digitale compresso che piu’ non si puo’.

Il suono ha valore e va rispettato, il suono è vivo e sempre diverso ha un luogo nel quale esistere.

Questi suoni possono esistere solo qui.