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R Recensione

8/10

Blondes

Blondes

Le 4 Non Blondes e le Long Blondes sono passate di moda, ormai. Ora le bionde (ahinoi) sono due ragazzi mori che dall’Ohio si sono trasferiti a Brooklyn e che hanno pubblicato un disco coi fiocchi. Zach Steinman e Sam Haar, dopo un Ep (“Touched”) e una serie di 7’’ ‘dualistici’ che si sono interamente riversati sul disco, spostano, con questo debutto lungo, i confini dell’elettronica anni dieci. Prendendo l’abbrivio dagli strascichi di certo glo-fi già ammiccante verso i lidi house, i Blondes vanno a recuperare le lezioni trance mid-’90 su basi baleariche, per lunghe jam sfocate che si costruiscono su crescendo fatti di continui infoltimenti, tra piano, bassi sinuosi, effetti martellanti, sample vocali, fino al progressivo dissolvimento e al silenzio.

C’è post-chillwave (Teenage Fantasy), house ambient dai tratti modaioli (John Roberts), IDM delle origini (Orbital), spruzzate mediterranee (Air France). E tuttavia “Blondes” è un’elettronica che piacerà molto anche a chi non bazzica di solito questi lidi, congegnata com’è con un occhio attento all’effetto estatico, alla costruzione quasi tridimensionale del trip, ricreato davanti agli occhi, dentro le orecchie, con sapienza da maghi. Il punto è che cascare nell’illusione, immergendosi senza difese negli spazi aperti da Steinman e Haar, è goduria troppo generosa per essere rinnegata, anche quando i due giocano con i loro studi di composizione e si danno a un ambient che è quasi modern classical (tanto più nel rifacimento in Do minore di Rene Hell di “Amber”). Piacerà anche ai non clubbofili, questo disco, soprattutto, perché non contiene musica da ballare, pur non essendo neppure musica dance 'intelligente' (sono o non sono bionde?). È una declinazione dreamy e ipnotica della house, quasi 'progressive', come conferma la loro dichiarata ammirazione per Manuel Göttsching. Roba, insomma, da spararsi in cuffia con volume e qualità altissimi.

Ogni pezzo ha un suo sapore, e, pur cascandoti addosso con simili escamotage e con la stessa urgenza, scarica euforie dai colori sempre diversi. “Business” è alluminio glabro, su cui si stagliano effetti trance durissimi e synth ’80 di un severo grigio industria, mentre “Pleasure” lascia il retrogusto di un’Ibiza perduta, sentita lungo la spina dorsale nelle continue metamorfosi dei beat. “Hater” è tutta ritmica a sassate, tra rifrazioni di synth e cascatelle tropicali che formano uno strato sonoro densissimo e folto di dettagli, mentre “Lover” impazzisce di tasti in riverbero e sample labirintici (da Meredith Monk!) che fanno quasi saltare il banco, salvo poi la riemersione di tastiere in luminescenze al neon come una marea che manda tutto in gloria. “Wine” (fenomenale glo-house) e “Water” sono altre estasi da sogno che sfociano nei tratti deep di "Gold".

Ballare, casomai, si balla dopo, visto che il cd-1 esce accoppiato a un disco di remix affidati ad amici e nomi non marginali della scena house e nu-disco. La carne al fuoco è talmente tanta che si rischia di sovraccaricare, se non di oscurare, il materiale di base. Eccellente, in ogni caso, il lavoro dei Teengirl Fantasy su “Wine”, in un remix che ne dimezza il minutaggio ma ne moltiplica la suggestione acquatica. Notevoli anche la deep gotica di Andy Stott (“Pleasure”), l’exotic house laccata di John Roberts (“Business”), la techno sperimentale di Traxx (“Gold”) e quella classica e bella quadrata di Robert Miles (lui!).

Se ne esce storditi. Facile, ora, preferire le bionde.

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Cas 7/10
bonnell 7,5/10
REBBY 5/10

C Commenti

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loson alle 23:19 del 19 febbraio 2012 ha scritto:

Me lo sto godendo proprio adesso. Targ, ti piace il ciddì di John Talabot?

target, autore, alle 23:28 del 19 febbraio 2012 ha scritto:

Oh Los, qua dalle bionde ti aspettavo! Talabot l'ho ascoltato giusto ieri per la prima volta. Buonissime impressioni, tanto che c'è voglia di rimetterlo su appena possibile. Al primo giro mi son segnato già una spettacolare "Last land", più molti incroci tra glo-fi e balearic che non possono che fare la mia ggggioia. Tu che ne pensi?

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 0:12 del 20 febbraio 2012 ha scritto:

Grande Talabot, l'ho preso in custodia già da un paio di settimane - anch'io adoro "Last Land", ma anche il glo-fi plasticoso à la Neon Indian (il primo) di "Estiu", oltre che le due collaborazioni con Pional - e non vedo l'ora di scriverci sopra. E grandi anche le Blondes, anche se per il giudizio aspetto un altro po'.

loson alle 0:20 del 20 febbraio 2012 ha scritto:

Eh, piace molto pure a me. Soltanto "Journeys", con alla voce il tizio dei Delorean che imita Panda Bear, mi lascia abbastanza inorridito. XD Il resto promette benissimo, soprattutto "Last Land" (proprio spettacolare: quelle vocette, la sincope appena accennata della ritmica, l'improvvisa dissolvenza a un minuto e mezzo dalla fine... OMG!), "Oro Y Sangre", "When The Past Was Present" (a proposito di eurodance... <3). Delle bionde per ora mi sono segnato "Wine" (sia l'originale che il remix, entrambi splendidi), "Lover", l'impalpabile "Amber" con le sue serpentine di synth e, manco a farlo apposta, la "Pleasure" sottoposta alla cura Robert Miles (si balla e si lacrima...). Tutto molto deep, molto trance e molto dreamy, dici bene. Questa incarnazione house, che guarda tanto all'IDM quanto alle derive balearic, mi sta piacendo un sacco.

loson alle 0:26 del 20 febbraio 2012 ha scritto:

"anche il glo-fi plasticoso à la Neon Indian (il primo) di "Estiu"" ---> Splendida anche quella, Fil. Però, dai, il suono è sì leggermente granuloso ma sostanzialmente pulito, bello, personalmente non ci sento la bassa fedeltà dei Neon Indian...

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 0:48 del 20 febbraio 2012 ha scritto:

RE:

Sono assolutamente d'accordo con te, Matt, ma mi riferivo più allo stile, al genere in sé che alla modulazione (o meno) dei suoni: in "Estiu" continuo a sentirci tanto del glo-fi giocattolo dei Neon Indian, magari mischiato al pop balneare dei Keep Shelly, to'; la qualità nei suoni è senza dubbio diversa.

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 0:54 del 20 febbraio 2012 ha scritto:

RE: RE:

... anche se per la verità mi sono confuso, la successiva "When The Past Was Present" riprende più la lounge dei Keep Shelly... "Estiu" più il versante italo-disco da ballo sulla spiaggia.

loson alle 1:28 del 20 febbraio 2012 ha scritto:

Sì, capisco cosa intendi. E' che per me in progetti come Neon Indian la produzione è inscindibile dallo "stile", ne è una componente essenziale; o almeno io faccio molta atica a concepirle separatamente. Ma 'sta cosa mi capita un po' tutte le volte che affronto un certo tipo di musica fortemente caratterizzato dalle modalità di produzione (penso ad Ariel Pink o a James Blake, tanto per dire...). Non avevo fatto caso alle assonanze con Keep Shelly In Athens, adesso mi ripesco il disco.

target, autore, alle 12:04 del 20 febbraio 2012 ha scritto:

Ma a cosa dobbiamo, Los, questo avatar blocpartiano? Comunque un po' di Keep Shelly, in Talabot, ce li avevo sentiti anch'io. Qua invece la componente house è più massiccia. Ora son curioso di sentirmi il disco di Ital, che pure dovrebbe girare da queste parti e che oggi Piccipicci incensa. E' hype, comunque (Dai, Los, che la nostra eurodance è ormai nell'aria!)

salvatore alle 13:22 del 20 febbraio 2012 ha scritto:

Mmmm... secondo me, celebrazione del bacio (copertina fantastica tutta giocata su giochi di linee e chiaroscuri, l'album non lo conosco...)!

Questo DEI Blondes (non abbiamo detto che sono due TIPI? :/ ) non l'ho ancora ascoltato: la recensione invoglia, il genere e i brani ascoltati di sopra sembrano un po' troppo "titanici" per me...

Vediamo un po'

loson alle 19:00 del 20 febbraio 2012 ha scritto:

"Ma a cosa dobbiamo, Los, questo avatar blocpartiano?" ---> Niente di che... Semplicemente mi è capitato di riascoltarlo di recente e si è confermato il loro miglior disco in assoluto, come già ebbi modo di dire a suo tempo. Senza nulla togliere a "Silent Alarm" e al suo status di album capace di definire un'era, questi sono i Bloc Party che si reinventano ed esplorano e restano se stessi e si lanciano nel vuoto ed è tutto bellissimo (anche la copertina, bravo Sal ;D). Eurodance nell'aria? Godo e spero nell'hype più hype che l'essere umano possa concepire: TUTTI devono esserne contagiati. Targ, il tuo prossimo libro deve essere altamente euro-hypnagogic: ambientato negli anni '90s, con un protagonista quattordicenne che si barcamena fra letture di poeti crepuscolari e la discoteca del paesino che "pompa" truzzate a manetta. Me lo prometti che ci fai un pensierino? ;D (Ital è già in wishlist).

target, autore, alle 19:14 del 20 febbraio 2012 ha scritto:

"un protagonista quattordicenne..."

...che registra cassettine da Radio Deejay dopo che per la cresima si era fatto regalare il cd dei Culture Beat, e che ama "Strawberry fields forever" soprattutto per la cover dei Candy Flip... Ahah, Los, è già mezzo scritto! Comunque, tornando a noi, questo "Blondes" continua a farmi impazzire di ascolti ipnotici (vai Sal, che sembrano titanici ma si sciolgono subito!) e sente già aria di futura top ten. Di quel disco dei Bloc Party ho ancora (incredibilmente) due pezzi sul lettore mp3. C'era roba.

hiperwlt alle 19:26 del 20 febbraio 2012 ha scritto:

gran belle "talons" e "mercury", di quel disco...lui, l'okereke, lo vidi in un dj set disco-punk l'anno successivo": insipido insipido

imponente questo blondes, comunque ("hater" in loop da giorni): ripasso sicuramente!

hiperwlt alle 21:29 del 20 febbraio 2012 ha scritto:

ps: me lo sono riascoltato, "intimacy". andavo a memoria, in realtà: al tempo (200 la trovavo esaltante "talons" (ho mantenuto un buon ricordo per questo, evidentemente), ma ora mi pare francamente scialba - "mercury" invece pezzone, con quegli ottoni storti e imprevedibili. fine OT

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 22:31 del primo marzo 2012 ha scritto:

Lavoro eccellente: certe volte, di sottofondo, va in loop infinito senza che me ne accorgo. Grande Frà, ci avevamo visto giusto.

target, autore, alle 23:57 del primo marzo 2012 ha scritto:

Bella Fil! Grazie ancora per la dritta a suo tempo. Drowned in Sound a questo disco ha dato un sonoro 10/10. Esagerato, certo. Ma nella mia top 10 dell'anno, intanto, ho la netta impressione che non mancherà...

REBBY (ha votato 5 questo disco) alle 9:20 del 2 marzo 2012 ha scritto:

sarà di sicuro perchè hai un debole per le bionde eh non vedo altre spiegazioni eheh

Cas (ha votato 7 questo disco) alle 9:54 del 6 marzo 2012 ha scritto:

lavoro interessante, peccato che il risultato complessivo non sia sempre così a fuoco: ci sono grosse potenzialità che però non si sfruttano sempre al meglio, con il risultato di sedare la carica innovativa di questa nuova concettualizzazione house. poi visti dal vivo lo scarto appare più netto... rimane comunque un disco gustosissimo (hater e wine tra le mie preferite)

target, autore, alle 10:02 del 6 marzo 2012 ha scritto:

Te li sei visti live, Cas? In che senso lo scarto è più netto?

Cas (ha votato 7 questo disco) alle 10:16 del 6 marzo 2012 ha scritto:

RE:

nel senso che dal vivo gli elementi innovativi risaltano maggiormente, così come l'ampiezza sonora della loro proposta. questa "house per hipster" ha una dimensione che va oltre la mera riproposizione della dance anni '90: l'elemento retro è infatti molto più spiccato su lp che non live, questa la mia impressione. il disco fallisce, a mio avviso, proprio dove dovrebbe esaltare le ibridazioni e gli sguardi in avanti...