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R Recensione

7/10

AA. VV.

F*>k Dance, Let’s Art – Sounds From a New American Underground

L’utilità di molte compilation spesso sfugge. Non è il caso di questa “F*>k Dance, Let’s Art”, che nel sottotitolo esplicita il suo intento: gettare luce su quanto sta succedendo da un paio di anni sulla scena elettronica underground americana. E dal momento che sta succedendo molto, l’iniziativa della !K7 e della Cool in the Pool assume i tratti della necessarietà.

Il concetto di compilation implica il coraggio delle scelte, e qui il campo viene ridotto, essenzialmente, a due movimenti, quello witch house e quello glo-fi, con i nomi di traino affiancati da qualche apprezzabile presenza minore. In più, qua e là, vengono inserite altre suggestioni più restie all’etichettatura, ma tutt’altro che fuori sincrono con gli artisti più ‘hypati’. Non dispiace, poi, la scelta di gettare nel calderone underground pure nomi di primissimo piano come Crystal Castles e (addirittura) lorsignori Animal Collective. Fa strano considerare questa gente come emergente dagli scantinati, ma la loro inclusione può far capire molto sulle ascendenze dei movimenti di cui sopra. Ne escono come capiscuola, per intenderci. Con pezzoni che alla witch house più epica (la “Crimewave” dei canadesi) e al glo-fi più weird-sfocato (la “My Girls” del collettivo animale) qualcosa hanno detto di certo.

Capitolo ‘nomi che mancano’: spiccano i Salem per la zona witch e Neon Indian per quella glo, ossia i ‘maestri’ delle rispettive scene. Gli altri, però, ci sono. Nell’area stregonesca spiccano “See Birds” dei Balam Acab e l’ipnotica “Sedsumthing” di oOoOO: a ben vedere, i due artisti più talentuosi del lotto. Molto salem-ianaHot Shit” di Baghdaddy, con beat r’n’b e synth maestosi, più scialba “Tangled” di Hideous Men.

Più coperta l’area chillwavica. Gli Small Black sono presenti col loro pezzo migliore (“Despicable Dogs”), Toro Y Moi sfoggia le sue movenze lounge (“Fax Shadow”), Washed Out il suo sciallo estivo (“Feel It All Around”). Memory Tapes partecipa via remix (“Bicycle – Horrors Cosmic Dub”), e dimostra di funzionare sempre e comunque, anche quando, come qui, si butta verso il dancefloor senza pudori. Interessanti alcuni nomi del sottobosco: al di là degli animalcollectiviani Psychobuildings (“Paradise”), merita una segnalazione la euphoric-wave tra Teen Daze e Delorean di Truman Peyote (“Kartwheels”), e non è male neppure l’indie pop dreamy dei Raw Moans (“Aqua Net”: roba che con Sleep ∞ Over, Keep Shelly In Athens, Still Corners e compagnia sta formando un nuovo sotto-movimento). Lo psych-synth-pop dei Bear In Heaven, poi, chiude alla grande.

Ne viene fuori che nel sottobosco americano di stimoli ce ne sono dei più disparati e che, tutto sommato, è l’elemento melodico a intrecciarli, dalle tinte gotiche e black degli stregoni alle rilassatezze da spiaggia dei nostalgici glo-fi-ers, passando per una ricerca dello scatenamento in pista che inizia a guardare finalmente anche ai ’90 (vd., qua, il pezzo di Slava) e a qualche venatura trance interessante. Cioè, forse, la prossima direzione di questo magma elettronico sotto-americano.

Intanto, questa compilation è una buona fotografia dell’oggi, e documenta un miscuglio di sotto-scene e sotto-gruppi di cui sarà difficile, domani, checché se ne pensi, non tenere conto.

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Voto degli utenti: 6/10 in media su 1 voto.
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C Commenti

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synth_charmer alle 16:20 del 4 dicembre 2010 ha scritto:

Uh! Abbiamo avuto la stessa idea, targ, anch'io sto recensendo una compilation-dj-mix della !k7 sulla witch-house Tapes dei Big Pink, l'hai ascoltata?. Quella però ne espande il lato hip-hop-dub, a te meno affine. Questa sembra interessante, approfondisco!