R Recensione

7/10

AllTheNiko

Devasterpiece

C’è il sole a Firenze, di quelli che cominciano già a darmi fastidio. Entro nel negozio di dischi; “cerco qualche cd da portarmi dietro in Abruzzo, di quelli capaci di distrarre, insomma”.

Tempo dieci minuti e ho già superato lo stipendio di un intero mese. Tocca sceglierne solo alcuni. L’occhio casca su una copertina assolutamente pacchiana, fatalmente affascinante; qualcosa a cavallo tra l’orribile e la seduzione. Scopro che i ragazzi sono italiani, della provincia della megalopoli Vercelli. Nulla più si frappone fra le mosche e il mio portafoglio, che poi fanno più compagnia le mosche di una banconota da 20 euro.

Heavy metal tricolore di qualità, così vengo rassicurato. “Salta pure il pranzo, ne vale la pena!”. Corro a casa, infilo il prezioso cd nel blasfemo i-Pod e parto.

Della serie lamentati di nuovo del sole e giungerà una nuova alluvione universale. Sotto l’incostante pioggia di una settimana che non dà pace, tra coccodrilli e pinguini, in umide notti di Aprile, arriva la folgorazione. Un disco sparato addosso a velocità pericolose. Capace di far staccare la spina lungo tutti i 50 minuti.

Ma il disco non è originale. E dunque? Ma il disco è puro heavy metal, non contaminato. E dunque? Trovatene di nuove leve capaci di obbligare chi guida la macchina a pericolosissimi headbanger, chi sta baciando la ragazza a gettarla oltre il letto e saltare come un deficiente cronico. È il destino di un po’ tutti i metallari, quello di avere una compagna contusa e gettata a terra senza motivo. Una sorta di profetica maledizione.

Certo di questi tempi il nome Exciter dice poco a molti, ma Erased e The Evil Forces (titoli e songwriting sono puramente di genere, poche storie) sono pallottole di nitido speed metal, addolcite nei ritornelli ma sicuramente incalzanti e coinvolgenti. Fin dall’inizio ti accorgi di una devastante batteria (Luke the Idol) - sembra un terremoto qualcuno direbbe - e uno splendido lavoro di basso (Dave Nightfight, che è anche la voce).

Il disco prosegue con canzoni che abbandonano in parte l’america degli Exciter e strizzano l’occhio ai classici della scuola europea (Judas Priest e Grave Digger, giusto per fare due nomi).

Buona la voce di Nightfight, sporca in superficie e che per alcuni versi richiama gli echi di Halford, così come i muri di chitarra di Joe Boneshaker, capaci di trasformarsi in assoli melodici, che sembrano fare specchio ai ritornelli di facile memorizzazione.

Un’esplosione senza preavviso. Una linea tanto classica quanto pura. Non ci sono sperimentazioni, sguardi verso altri generi musicali. Qui si suona heavy metal incontaminato, terso e di alta qualità.

Tanto delle terre tedesche in Thunder And Steel, che precede una commovente Law Of The Stronger. Picconavo e ad ogni mandata canticchiavo “but we can live”, preoccupando i preti che mi passavano intorno. Assoli e bordate efficaci, incorniciate da una voce che ammalia con semplicità, segnano l’intramezzo musicale di Devasterpiece e l’altro pezzo da novanta del disco, una Metal Unchained che mi spinge a canterellare un altro ritornello assolutamente tamarro; ”we will survive, ready to die, hammer on high, tonight”. Inutile dire che i preti sono riusciti a sentire anche questo passaggio, mentre scaricavamo l’ennesimo carico di omogeneizzati (non mandate mai milioni di scatole di cibo per neonati, se nel paese ci sono al massimo 3 bimbi).

Meno convincenti sono le successive Rise And Fall e I’m A Fuckin’ Zombie, che non corrispondono alla media degli altri pezzi.

Su lidi scontati ma comunque piacevoli Feel The Power, che imbarazzerà chiunque. “Die, die fom metal, die, die, die, die, die, die, die for metal, streets are lethal”: questa l’ho cantata sotto alla doccia gelida, sperando di non incrociare qualche tonaca anche lì (oddio, non che il paesano ultrasettantenne abbia apprezzato, intendiamoci)!

Tracciati un po’ più trash per i pezzi di chiusura che confermano le ottime capacità del trio.

Tra le mura di casa si può anche avere la fortuna di guardarsi il video di Law Of The Stronger. Provate a vederlo senza innamorarvi.

Insomma un album di genere, ma anche Sergio Leone veniva etichettato come regista di genere. Paragone azzardato ed esagerato, seppur esemplificativo.

Rilassatevi e prendetevi questo schiaffo nel viso, è un piacevole stacco.

V Voti

Voto degli utenti: 3/10 in media su 1 voto.
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rael 3/10

C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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otherdaysothereyes alle 10:52 del 22 maggio 2009 ha scritto:

eh eh vivere a Firenze è cosìnly happy when it rains!!

rael (ha votato 3 questo disco) alle 11:52 del 22 maggio 2009 ha scritto:

MOLTO BRUTTO