R Recensione

9/10

Iron Maiden

The Number of The Beast

Una maglia degli Slayer addosso a un bimbo di prima media induce preoccupazione ma è da anni che gli Iron Maiden campeggiano con Eddie su vestiti e zaini di ragazzi di ogni età.

La NWOBHM ha regalato molte opere uniche (due, tre dischi e i gruppi sparivano) e la compilation Metal For Muthas (1980), capace di imporsi ad argine del movimento punk, per poi vedere i suoi frutti appassire all’ombra del continente americano. Una sola mela sopravvisse al giudizio universale, raggiungendo l’olimpo (anche i Saxon riusciranno a restare a galla ma in proporzione non ci sono paragoni). Odiati da qualcuno e adorati da intere schiere di fan gli Iron Maiden si impongono come punto di riferimento assoluto, concentrando in The Number Of The Beast la svolta verso un heavy metal ripulito da suoni più hard rock (che finirà per perdersi, alla lunga, in un artificioso gioco da opera barocca). È il primo disco di Bruce Dickinson, con la cui voce si dovranno confrontare molti fan della prima ora. Davanti al palco di Mestre, con ore insonni e un marciapiede come materasso, assisto incredulo a due ragazzi (di tenera età) che quasi si uccidono discutendo di chi valga di  più tra Bruce e Paul Di Anno. Polemica sterile ed inutile. La prima voce degli Iron Maiden è autrice dei due dischi d’esordio (escludendo demo e registrazioni varie) e si avvicina male allo sterminato lavoro del periodo successivo. Che una voce possa piacere più di un’altra è legittimo, ma pensare a tutta la produzione post-Di Anno con un’impostazione vocale diversa sarebbe impossibile.

Il numero della bestia è una delle prove migliori di Steve Harris (fondatore del gruppo e autore di quasi tutte le canzoni del disco). Col suo basso salirà sulla pedana del direttore d’orchestra e dirigerà, senza mostrare fatica o forzature, sessioni ritmiche che ad oggi restano senza grandi paragoni.

È un disco certamente unico, anche se ritenerlo completo rischia di passare per esagerazione. Al di là della cieca adorazione che spesso circonda almeno metà delle tracce, esistono dei punti bassi (come spesso capita se si prendono in considerazione opere complessive degli Iron).

Il pezzo di apertura (Invaders) è una cavalcata che arriva come una fiammata, pronta a lasciare dietro di sé ogni polemica (è una svolta musicale, non c’è da perdersi in chiacchere).

Introdotti in Inghilterra con l’invasione vichinga tocca alle presentazioni e Bruce ipnotizza il metallaro di turno con un lento alternarsi di aggressività e armonia. Children Of The Damned è storia, un manuale dell’heavy metal, che percorre uno schema che diventerà più che abusato (da parte degli Iron Maiden stessi), ma mai eguagliato nell’esecuzione. Al solito le citazioni abbondano; sono pochi i gruppi musicali che ti permettono di sostenere metà del programma di letteratura inglese (alle superiori) citando continuamente loro canzoni. Qui è il caso di un film tratto da un libro di  Wyndham (per le fonti esatte basta passare da Wikipedia).

Le facili melodie di The Prisoner (omaggio a una serie TV inglese) sono eccessivamente facili, per quanto coinvolgenti, e si passa senza grossi rimpianti a 22 Acacia Avenue, che prosegue la saga della prostituta Charlotte (iniziata in Iron Maiden del 1980 con Charlotte in the Harlot). In primo piano il lavoro ritmico delle chitarre e della voce, che accompagna in un clima suggestivo e quasi nostalgico. Per aprire la canzone che dà il titolo all’album (il recitato iniziale è una diretta citazione biblica) Vincent Price chiese la modica cifra di 25.000 sterline, portando Harris ad accontentarsi di un imitatore. Il testo e la struttura sono una sorta di attrazione fatale. Non vale la pena soffermarsi a discutere, basterebbe ritrovarsi circondati da una folla oceanica per farsi entrare dentro il ritornello del 666. Da qualcuno ritenuto pezzo fancazzista è invece puro Iron Maiden. Niente di complicato o mistico, semplice e diretta, nel testo come nella musica. Sono gli ingredienti che li rendono tra i più amati gruppi del pianeta.

Il vero apice di Bruce arriva comunque in Run To The Hills, primo singolo estratto, cui molto è dovuto, quanto meno a livello commerciale. Le vicende indiane sono argomento di Harris che si piazza in prima linea a stuzzicare le sue corde. È una di quelle canzoni (come Master of Puppets) che reclama di uscire dalla sala di registrazione, o almeno lasciarsi cantare a squarciagola.

Gangland e Total Eclipse restano oscurate quasi del tutto dagli altri pezzi, forse troppo, ma è difficile apprezzarne la scarsa originalità. Che sia una strategia per calmare l’ascoltatore prima della chiusura? Hallowed be Thy Name è ritenuto da molti la miglior canzone degli Iron. Atmosfere uniche e songwriting da brividi. Le campane più famose (dopo o insieme a quelle di AC/DC e Metallica). Secondo Malebranche non esistono parole per descrivere la perfezione, perché ciò che supera il limitato linguaggio non merita di essere intrappolato. Se delle precedenti 8 tracce si può discutere qui ci si può solo lasciar trascinare. È il Padre Nostro del metal d’inizio anni ’80.

La produzione contribuì in modo sostanziale a dare corposità al suono e il primo posto in classifica inglese decreterà l’inizio della leggenda.

Amarli non è cosa semplice, perché restano un gruppo inconfondibile e dal successo talvolta eccessivo. Così come parlare di capolavoro significherebbe ignorare Gangland, Total Eclipse, oltre a sopravalutare Invaders e The Prisoner.

Più epico e barocco dei precedenti inizia il processo di distruzione che trascinerà il gruppo a registrare dischi imbarazzanti (anche prima del 2000). L’inizio del declino? L’apice del gruppo? Semplicemente un nodo da cui è impossibile non passare.

(Nota: Total Eclipse in realtà non era compresa tra le tracce del disco originale. Il passaggio da B-side alla tracklist è del 1998, quando viene ristampata buona parte del catalogo maideniana in versione rimasterizzata)

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Voto degli utenti: 8,2/10 in media su 39 voti.

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Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 0:11 del 8 gennaio 2009 ha scritto:

666

Un album imprescindibile per qualsiasi fruitore di musica ''metal''. Un classico in tutto e per tutto; dalla band stessa alla copertina storica, per arrivare a numerosi cavalli di battaglia, contenuti nell'album, ma soprattutto all'influenza che ispirò una moltitudine di gruppi heavy-metal, dopo l'uscita dell'album. [mio voto: 8.5] Ottima scelta come al solito, Dmitrij

otherdaysothereyes (ha votato 6 questo disco) alle 15:56 del 8 gennaio 2009 ha scritto:

Mi avventuro in una critica

Forse il loro migliore insieme al primo omonimo. Poi il declino, vertiginoso e, mi permetto, imbarazzante. Comunque secondo me anche questo non è certo un capolavoro, vive nei più bassi cliché e stereotipi del genere. Idolatrati dalle folle e da valanghe di ragazzini che pensano di trovare in loro l’emblema della musica “estrema” e, dunque, alternativa (analogia peraltro semplicistica) per non so quale infatuazione e/o isteria di massa (essendo il loro suono sostanzialmente melodico e tutto sommato di non troppo difficile consumo), forse la loro fama è molto dovuta alla loro iconografia fatta di diavoli, scheletri, demoni e “666” messi un po’ ovunque, cosa assolutamente banale e, per certi versi, ridicola ma talmente ostentata da diventare affascinante per una serie di persone in cerca di qualcosa di diverso dal mainstream, non capendo, o non potendo capire, loro malgrado, che i loro eroi non erano lontani da ciò che loro odiavano più profondamente.

E non critico il fatto che lavorino per una major (beati loro) ma nella qualità intrinsecamente dozzinale della loro musica, globalmente piatta, tranne qualche raro guizzo di originalità (ma sono e rimarranno sempre una copia dei Sabbath con qualche pizzico di Kiss e TSOL).

I loro testi sono di una banalità sconcertante, i Nostri si impegnano, e come dannati, a cercare di scrivere canzoni intelligenti (la prostituzione, gli ultimi attimi di vita di un condannato ecc…)ma immancabilmente il testo sembra il racconto di un bambino delle medie. Meglio quando si limitano a scopiazzare qualche poesia. Ma non per questo gli Iron Maiden sono Coleridge.

Poi a livello di suono sono pure piacevoli, Hallowed by thy name la trovo molto bella ad esempio(anche se il disco è pieno di luci e ombre anche da questo punto di vista) e a livello tecnico suonano molto bene, ma se la musica è passione ed arte, allora queste vanno ricercate altrove.

So di andare controcorrente. Spero che il mio post non venga mal interpretato e che i fan degli Iron Maiden non si offendano. Saluti.

Konko74 alle 9:31 del 14 maggio 2009 ha scritto:

RE: Mi avventuro in una critica

Faccio giusto presente unas cosa : nel 1982 non esistevano gli stereotipi o i cliché dell' heavy metal.

Li hanno inventati i Maiden ed i Priest.

Se chiedi a Steve Harris quali siano le sue influenze, non cita uno solo dei gruppi che dici tu : lui si ispira a Free e Jethro Tull... E' un pò più vecchiotto di noi.

Per me rappresentano la massima espressione musicale moderna dopo i Beatles.

Ma, come dice un saggio, "le opinioni sono come le palle ... ognuno ha le sue!"

Ciao

SanteCaserio, autore, alle 18:08 del 8 gennaio 2009 ha scritto:

Odio

gli Iron Maiden e ciò che rappresentano. Sono l'esempio massimo di cosa può diventare il metal se perde di vista i contenuti e punta solo sull'immagine (stesso processo, seppure con conseguenze opposte, che vedo nel black metal nazionalista o comunque fascisteggiante).

Detto questo bisogna stare attenti a non mescolare quanto sono oggi con quello che comunque hanno dato a livello musicale.

Grazie a un amico che mi regalò una loro raccolta imparai che distinguendo la musica dai personaggi. Avevano fatto tre ottimi dischi (i primi) e altri mediocri (fino a Powerslave) per poi scendere negli inferi della fantasia collettiva.

Non credo siano così scontati e banali, perchè aggiungono un'orecchiabilità e un valore di mercato che mancano ai Sabbath (Ozzy su MTV è un'altra cosa).

Secondo me ti fai influenzare troppo nel giudicare l'aspetto meramente musicale.

In conclusione aggiungerei che non è solo colpa loro se sono arrivati a questo punto. In fondo sono partiti dal basso, sbaragliando moltissima concorrenza e senza grandi aiuti. Insomma non avevano nessun progetto rivoluzionario. Volevano fare NWBHOM, poi decisero per l'heavy e scoprirono di saper trascinare intere folle. Non è proprio una colpa. Non c'era ancora la figlia di Harris che apriva i loro concerti.

Ekphrasys alle 13:55 del 16 aprile 2013 ha scritto:

cioè fammi capire, è come se tu mi stessi dicendo: "Odio Howlin' wolf, odio Muddy Waters, però cazzo amo da morire il Blues di Eric Clapton.."...

Lo capisci che è un ossimoro vero? Perché se odi gli Iron Maiden non puoi dire di essere un fruitore di musica Metal (odio il termine metallaro, così come paninaro, puparo, cazzaro, aro, aro...)...Perché LORO sono quelli che hanno "de Facto" inventato il METAL, dopo gli esordi di dieci anni prima dei Black Sabbath...

I Maiden sono imprescindibili...E se chiedi al buon Kirk Hammet, Dave Mustaine o Hetfield, LORO ti diranno che tra le loro fonti di ispirazione c'erano proprio i MAIDEN....

Saluti

swansong (ha votato 10 questo disco) alle 18:33 del 8 gennaio 2009 ha scritto:

Mi piacciono gli spiriti avventurosi, ma, caro Otherdays...

...non sono assolutamente d'accordo con te! La tua analisi/critica sui primi Iron e su questo disco in particolare, mi pare un po' troppo severa e fuori luogo, perché (pre-)concettualmente ancorata a dei “clichè” culturali che con loro poco c'entrano e che rischiano di farti ricevere le stesse critiche di “stereotipizzazione” che tu muovi alla loro musica.

Cercherò di spiegarmi, anche perché con gli Iron si tocca un mio nervo scoperto, visto che con loro sono “cresciuto”. Ho 38 anni, probabilmente al loro mio primo concerto tu non eri nemmeno nato, ma non importa, quello che ti voglio dire è che la tua critica non tiene nella giusta ed equa considerazione l'importanza “oggettiva” che questa band ha avuto nell'ambito del panorama rock “tout court”. Allora, a prescindere dal fatto di essere fra i padri fondatori della c.d. “new way of british heavy metal”, l'importanza della loro proposta, e qui dissento fortemente dal tuo ritenere dozzinale e piatta la loro musica, risiede proprio nel fatto di aver forgiato (e questo è innegabile!) un sound che prima non esisteva affatto. La loro proposta affonda le radici direttamente nel punk (a differenza di altri gruppi storici e fondamentali dell'epoca, quali ad esempio i Diamond Head, che invece guardavano più all'hard-rock blues dei '70); come puoi pertanto definirli “copia dei Black Sabbath o dei Kiss? Se mi permetti, c'entra veramente poco nulla...

Quanto invece, agli stereotipi legati alla loro immagine, beh, pur seguendoli fin dagli esordi, e pur “idolatrandoli” come dici tu, non ho mai avuto l'impressione che loro suonassero per far proseliti o per propagare della spiccia filosofia esoterica o filo-satanica. Il mondo del rock è pieno di queste false credenze! I Maiden, anzi, per quanto ne so, sono sempre stati chiari coi loro fan ed hanno sempre ammesso che tutto ciò che proponevano era sempre e solo un aspetto, per me il meno rilevante, della loro proposta artistica, nulla di più. A differenza di qualche altro gruppo che invece coi fan giocava molto sporco. Mi ricorderò sempre le parole di uno Steve Harris incazzatissimo coi Guns'n'Roses, che aprivano il loro tour di Seventh Son of a Seventh Son nell'88 e che prendevano per il culo i loro fan, presentandosi sul palco e sgolandosi bottiglie di Jack Daniel's piene di the freddo!

Detto questo, chiudo in fretta, ma devo scappare, riprenderò la discussione più tardi, il presente album è assolutamente imprescindibile, nessuno si sarebbe aspettato, dopo la dipartita di Di Anno un lavoro di così alta caratura. Qualche alto e basso c'è, ma nel complesso mi pare un disco che si mantiene dall'inizio alla fine su livelli altissimi...

otherdaysothereyes (ha votato 6 questo disco) alle 18:39 del 8 gennaio 2009 ha scritto:

Sono contento di non essere stato frainteso e ti ringrazio per la tua risposta oggettiva e sincera. Francamente però rimango dell'idea che anche gli Iron maiden migliori siano tutt'altro che ottimi per i motivi che ho già spiegato e su cui non voglio ritornare. Ma de gustibus non est disputandum. Ha fatto bene a regalarti quella raccolta. Io almeno riesco a gustarmeli solo in quel modo. Se no ascoltarmi tutto di fila qualunque dei loro dischi, anche questo, risulta uno strazio. The prisoner, Gangland e total eclipse mi snervano.E la tentazione di pigiare lo skip è troppo forte

otherdaysothereyes (ha votato 6 questo disco) alle 18:43 del 8 gennaio 2009 ha scritto:

la prima era in risposta al recensore, Sante Caserio. Appena posso, forse stasera o domani rispondo anche a Swansong!a presto!

SanteCaserio, autore, alle 18:50 del 8 gennaio 2009 ha scritto:

Indiperciòdunque

@ otherdays

ma secondo me l'ha fatto per risparmiare (scherzo). capisco la "questione di gusti", ma se parliamo di importanza e originalità secondo me hai esagerato con l'emotività...

@ swan

beato te che ci sei cresciuto. io invece li ho incontrati (in concerto) con la figlioccia che faceva da opener e la prima volta che ne sentii parlare era per il rientro di Bruce dopo la sua avventura extra-iron. Insomma, da quando hanno smesso di pensare seriamente alla musica e hanno dato fuoco a scelte più che discutibili.

che abbiano avuto molto da dire l'ho scoperto dopo, e l'antipatia/odio di fondo purtroppo mi resta. ti assicuro che col mio carattere (più che testardo) ottenere una conversione a 20 anni sul loro primo periodo è una gran cosa (per quanto valga)

ma sulla recensione, visto che sei "fun", qualche obiezione?

fabfabfab alle 21:20 del 8 gennaio 2009 ha scritto:

Posso?

Poichè la discussione è incalzante e interessante vorrei dire la mia, che sono stato un discreto "fun" degli iron Maiden, anche se di anni ne ho solo trenta. E quanto mi piaccia dire "solo" trenta solo Dio lo sa (grazie swansong per avermelo permesso ....).

I Maiden hanno secondo me proposto una matrice musicale abbastanza omogenea negli anni. L'asse portante è sempre stato il basso del fondatore Steve Harris. E' lui il principale autore dei brani, e il suo basso è sempre in evidenza. Le variazioni sono dovute all'avvicendarsi dei cantanti. I primi due album, con Di Anno alla voce, sono fenomenali. Non

sono neanche metal in senso stretto, secondo me, talmente sono imbastarditi con la sporcizia hard-blues e lo spirito dei Black Sabbath. L'entrata di Dickinson aggiunge un tono epico e teatrale, ed introduce anche notevoli modifiche nei testi. A me personalmente la voce di Dickinson ha sempre lasciato indifferente. Da "The number " in poi, l'attenzione si sposta sulla voce, e vengono messe in risalto le chitarre. Scelta al passo con i tempi, se vogliamo, ma che non ha giovato al sound dei Maiden. Negli album successivi si trova ancora qualcosa ("The trooper", "Rime of the ancient mariner"), la band perde il chitarrista Adrian Smith (a mio avviso, il corrispettivo di Paul Di Anno alla chitarra) e Dickinson aumenta la sua presenza come autore, con effetti disastrosi (riascoltate brani come "Bring Your Daughter...to the Slaughter" ...).

La band risorge quando Dickinson inizia ad avere fregole solistiche, infatti in "Fear of the Dark" canta da schifo, mentre Harris dimostra che se fa tutto da solo la band ci guadagna (vedasi la title track). Il successivo ("X factor") era secondo me un bel disco, Blaze Bayley era un cantante mediocre, ma c'erano spunti interessanti dal punto di vista strumentale ("The sign of the cross", "Blood On The World's Hands"). Visti dal vivo un paio di volte, sempre eccezionali. Secondo me stanno al metal come Marley sta al reggae. Immagine giusta e musica giusta nel periodo giusto. Per capirci, nel 1983 le cassette di "Killers" e "The number of the beast" giravano ai centri estivi del mio paese. I veri amanti del metal stavano scoprendo "Kill'em all" dei Metallica.

Dopo averli visti l'ultima dal vivo nel (credo) 1995, li ho persi di vista. Non mi divertono più. La figlia di Harris non l'ho mai sentita cantare ma l'ho vista una volta su Mtv, e mi divertirebbe molto.

SanteCaserio, autore, alle 21:28 del 8 gennaio 2009 ha scritto:

Non ti divertirebbe

se avessi pagato una discreta cifra (in rapporto allo stipendio, ovvio) e la sua presenza fosse una scelta non annunciata

Una sorta di "vi prendiamo totalmente in giro, tanto tutto ciò che facciamo ce lo perdonate"...

Live continuano ad essere molto d'effetto, ma devono molto al pubblico. Non sono in molti che si permettono una platea che canta dall'inizio alla fine, facendo il verso alle chitarre.

Sull'asse fissa sono sostanzialmente d'accordo, ma la vedo in ottica negativa. A partire da alcune strutture stesse.

Moltissime canzoni post 666 sono assolutamente inutili e si fanno il verso. Secondo me da qui in poi cominciano i dischi dove più di 2-5 pezzi non salvi.

Su X Factor credo che sia molto sottovalutato pur io, ma non saprei dire se è un buon lavoro, ascoltato troppo poco. Non ho mai capito la rivoluzione che scoppiò con l'allontanamento di Bruce, ma tant'è

fabfabfab alle 21:33 del 8 gennaio 2009 ha scritto:

RE: Non ti divertirebbe

Attenzione, ho detto che non l'ho sentita, ma l'ho vista. E, secondo me, mi divertirebbe parecchio. Potrei anche pagarla, ma mica ho parlato di palcoscenico o concerti dal vivo ...

SanteCaserio, autore, alle 21:36 del 8 gennaio 2009 ha scritto:

Mmm

da quanto ho sentito dovresti vedertela con gli avvocati del padre... Si fa pagare dopo, anche lì senza avvertire (vizio di famiglia)

otherdaysothereyes (ha votato 6 questo disco) alle 22:37 del 8 gennaio 2009 ha scritto:

Io invece ho perso le speranze con lei, di questi tempi non ci si può permettere nemmeno una sana contrattazione notturna low cost sul ciglio della carreggiata del viale accanto a casa mia

Non per riscatenare le forze degli inferi che inevitabilmente mi si sono abbattute contro , ma ho detto che avrei risposto… e così sia.

Sia a swansong che a Sante Caserioer mia natura, sono un tipo piuttosto riflessivo che prima di dire una cosa ci pensa su due volte, quindi vi posso tranquillizzare sul fatto che la mia analisi, nonostante non abbia avuto la possibilità di vivere di persona gli avvenimenti di quegli anni turbolenti musicalmente, può darsi che sia anche sbagliata, ma non è il mero prodotto della presunzione di uno studentello snob che si crede chissà chi solo perché ha ascoltato molti più dischi della media dei suoi coetanei. Non che vi voglia accusare di pensare questo, affatto. Era solo per dirvi che gli iron maiden gli ho “studiati” a lungo prima di arrivare a una mia opinione e non mi piace attaccare gli artisti e i loro lavori per il puro piacere di farlo. Dunque penso di essere stato abbastanza oggettivo, e credo che l’emotività influenzi la mia critica quanto la vostra influenzi la sua difesa.

Fatte queste noiose ma necessarie premesse, e i miei saluti a Sante Caserio e a Fabio, spendo anche due parole per Swansong nello specifico: io sinceramente i Sabbath, anche se rivisti e storpiati, ce li vedo eccome e non credo di essere l’unico a pensarlo. Dei Kiss io ho parlato di pizzico nel senso che la loro influenza è molto minore ma, in qualche misura, c’è (a mio avviso), come più in generale si avverte (ed è logico che sia così) quella di tutto il metal e l’hard rock delle origini. Inutile negare che ci sia molta di questa tradizione nel loro sound.

I primi album dei maiden sono stati influenti, e ciò è vero. Ma secondo me sempre nel solco della tradizione. Non sono stati uno spartiacque fra un prima e un dopo a livello di musica. Hanno solo inglobato nel metal le influenze punk che si respiravano all’epoca (era impossibile nel bene e nel male non essere stati in qualche modo influenzati da quel ciclone, non a caso ho citato gli TSOL, così come potevo citare i Misfits o i Discharge). E poi se non sbaglio, hai messo 4/10 a Loveless dei My bloody valentine, e avrai avuto le tue buone ragioni, ma penso che saremo concordi nel dire che quel disco è quasi unanimemente considerato un capolavoro e indubbiamente è uno dei dischi più rivoluzionari di sempre (molto di più di questo sicuramente),sicché anch’io mi permetto il lusso di criticare un disco oggettivamente influente ma secondo me sopravvalutato sia per contenuti sia per portata storica.

Per quanto riguarda la loro immagine, beh…è sempre stata la stessa e non credo che gli iron non sapessero, in una società dell’immagine come è quella occidentale degli ultimi 50 anni, che una tale iconografia “scandalosa”(almeno per i benpensanti) potesse affascinare orde di adolescenti nel pieno della loro “teenage angst”. Dato che, a quanto mi risulta, non erano satanisti, non c’era nessun motivo per usarla. Se lo hanno fatto evidentemente era per un motivo più “pragmatico”(non so se mi intendo).

Con questo non voglio dire che chi li ascolta o li ascoltava è/era uno stupido, ma solo che secondo me i Nostri hanno sempre visto la musica più come un lavoro remunerativo che come arte.

Paranoidguitar alle 15:28 del 9 gennaio 2009 ha scritto:

Vade retro satana!

SanteCaserio, autore, alle 11:57 del 13 gennaio 2009 ha scritto:

Che l'immagine

sia sempre stata la stessa và solo a loro favore. Perchè è un'immagine che si sono costruiti e che non hanno modificato a seconda delle mode. Eddie è eddie e il loro marchio (mai parola fu più appropiata) è decisamente frutto loro.

Quella del 666 e compagnia non è una peculiarità maideniana. Milioni di gruppi d'undergound si chiamavano Lucifer, Belzebù, Satan con varie parole e varianti attaccate. Era un contesto in cui moltissimi gruppi sceglievano le tematiche dell'occulto. Non è certo per furbizia ma solo perchè così era. Non ci vedo nulla di malefico (non in questo).

Sulla società dell'immagine nell'occidente ci potremmo perdere in analisi che non c'entrano niente. Di certo che questo gruppo di pischelli sapesse che il loro atteggiamente avrebbe venduto così tanto e apportato un contributo fondamentale al loro successo non lo direi. Anche gli Amon Amarth e i Judas (per citarti due gruppi a caso fra i molti nel metal) hanno sempre fatto dell'immagine uno stile.

Essendo il metal qualcosa di scenico, per lo meno quel genere "classico" che richiede lo studio di ogni minimo accordo, è assolutamente da dare per scontato che ci sia anche l'estetica. Penso ai Demon e ai Kiss, oppure, tanto per venire ai giorni nostri, ai ben più inferiori Lordi.

Accusarli di aver marciato su un'immagine che si son costruiti è un pò troppo.

Ripeto, a me non piacciono; ma non riesco ad accusarli di aver preso le loro influenze e amalgamate in modo nuovo. Prima di loro non c'era nessuno capace di coinvolgere il pubblico come hanno saputo fare. E non parlo solo dei concerti

ozzy(d) (ha votato 9 questo disco) alle 22:04 del 15 gennaio 2009 ha scritto:

Imprescindibile.

delarge (ha votato 9 questo disco) alle 18:45 del 20 aprile 2009 ha scritto:

ehehe

questo è l'heavy metal signori!a mio avviso superato solo da seventh son of a seventh son che è il migliore della discografia.

Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 12:31 del 14 maggio 2009 ha scritto:

"le opinioni sono come le palle ... ognuno ha le sue!"

dotta citazione.

Konko74 alle 15:47 del 16 maggio 2009 ha scritto:

citazione

Era Clint Eastwood, mica poco!

bart (ha votato 7 questo disco) alle 22:50 del 19 marzo 2010 ha scritto:

sopravvalutato

considerato da molti, e secondo me a torto, il capolavoro dei maiden, questo disco contiene molte canzoni non certo eccezionali,soprattutto la odiosa run to the hills, che non sono mai riuscito a digerire. ma in questo disco c'è anche la mitica Hallowed Be Thy Name: uno dei capolavori del metal in assoluto!

TheRock (ha votato 10 questo disco) alle 9:07 del 5 ottobre 2011 ha scritto:

Run to the Hills è uno dei primissimi brani Rock che abbiamo provato con la nostra band. Gli Iron Maiden sono autentici maestri del ROCK, dovrebbero essere inseriti nei programmi didattici delle scuole!

TheRock (ha votato 10 questo disco) alle 9:07 del 5 ottobre 2011 ha scritto:

Run to the Hills è uno dei primissimi brani Rock che abbiamo provato con la nostra band. Gli Iron Maiden sono autentici maestri del ROCK, dovrebbero essere inseriti nei programmi didattici delle scuole!

stefabeca666 (ha votato 7 questo disco) alle 11:01 del 5 ottobre 2011 ha scritto:

Disco dei Maiden che ascoltavo spesso, ma che non mi ha mai entusiasmato (o perlomeno non ha mai raggiunto il livello di album come Powerslave e Seventh Son).E comunque, bestemmia la mia, preferisco i Maiden di Paul Di'anno a quelli targati Dickinson.

Marco_Biasio alle 11:49 del 6 ottobre 2011 ha scritto:

RE:

No no, che bestemmia! Dickinson è un trombone!

Emiliano alle 12:11 del 6 ottobre 2011 ha scritto:

DiAnno tutta la vita pure io.

ozzy(d) (ha votato 9 questo disco) alle 14:27 del 6 ottobre 2011 ha scritto:

come non quotare emiliano, paul di anno rules!

bart (ha votato 7 questo disco) alle 16:09 del 7 ottobre 2011 ha scritto:

Anch'io preferisco i dischi dei Maiden con Di Anno, ma Dickinson è comunque un signor cantante.

David (ha votato 7 questo disco) alle 16:46 del primo settembre 2012 ha scritto:

Buono, ma i migliori restano quelli con Paul Di Anno alla voce.

Ekphrasys alle 1:13 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Ossignore, c'è ancora chi fa i soliti distinguo come si fanno per i Pink floyd e mille altre band....

I Maiden di di Anno (che però erano già "de facto" il gruppo di Steve Harris) erano ancora legati ad alcune recrudescenze Punk e Post-Punk, e la voce dell' anglo-italiano aiutava a spingere in tal senso...Ma è solo con Bruce dickinson (che è stato per il Metal ciò che a suo tempo fu Ian Gillian per l' Hard Rock) che NASCE il Metal, chiamato da alcuni "power", da altri "Classic", da altri ancora "Prog.Metal in nuce".... e che per me che ho 42 anni e ricordo ancora le prime T-Shirt con sopra rigorosamente il giubbotto Jean's Levi's davanti alla scuola che frequentavo è semplicemente HEAVY METAL...

Si si certo, pur con la consueta iconografia un po' Kitsch un po' cialtrona (ma che attenzione bene terrorizzava i matusa ai tempi...ricordarsi: matusa terrorizzati) che ha fatto scuola...Un po' come i loro "Maestri" Black Sabbath 10 anni prima...Perché se è vero che l' HEAVY METAL nasce ufficialmente con i Black Sabbath di "Sweet leaf", "Children of the Grave", "Under the sun", "Paranoid" (e che nessuno osi contestarlo), è pur vero che i Maiden lo hanno portato "To the Next Level", cosa che Motorhead, Saxon e mille altri cialtroni di quella che fu chiamata NWONHM NON fecero...

Per un motivo molto semplice, comune a mille band di rock (vedere ad esempio i Sex Pistols paragonati a gente come Stranglers o Elvis costello): i Maiden sapevano SUONARE!..Conoscevano la musica, e non solo due accordi di sto cazzo e come riferimenti avevano tutta una serie di gruppi (si si anche appartenenti all'innominabile Progressive) di un certo livello, e non quei 4 tossici sbandati con le doctor Marten's ai piedi che corrispondevano al nome di Punk...Ma nemmeno gli Stooges o i Velvet....No, loro avevano altri maestri...

Ora, fare paragoni tra i Maiden di Di Anno e quelli di dickinson è come paragonare i Floyd di Berrett a quelli di Gilmour...

Bello, bellissimo, epocale il "piper", ma è con l'accoppiata Watrs/Gilmour che faranno sfracelli NON solo commerciali....

Saluti

Lezabeth Scott alle 16:03 del 2 dicembre 2013 ha scritto:

"prego ricordarsi i matusa terrorizzati" è la frase più bella del mondo. Sembra uscita dritta dritta da "I Ragazzi della 3a C".

Vai maranza che sei troppo togo!

zagor alle 16:43 del 2 dicembre 2013 ha scritto:

mia madre diceva che le mie magliette degli iron maiden erano simpatiche, sono stato fortunato.

avantasia (ha votato 8 questo disco) alle 13:27 del 22 agosto 2013 ha scritto:

Personalmente i Maiden non mi hanno mai fatto impazzire. Detto questo, è impossibile non riconoscere la loro immensa importanza storica. Assieme a Metallica, Judas Priest, Motorhead, Venom, Mercyful Fate, oltre ovviamente agli imprenscindibili Sabbath, sono state una delle band metal più importanti di sempre. Bruce Dickinson, parere strettamente personale, cantante decisamente sopravvalutato. A mio parere, dal punto di vista squisitamente vocale, Michael Kiske e Geoff Tate sono infinitamente superiori.

Paolo Nuzzi (ha votato 9 questo disco) alle 14:32 del 2 dicembre 2013 ha scritto:

Disco immenso, insieme a Powerslave la vetta dei Maiden-Dickinson, formazione più longeva (ancora in attività), ma, personalmente i primi due dischi sono tutt'altra storia/stoffa/classe. Ottima recensione, anyway.

al alle 10:05 del 9 gennaio 2016 ha scritto:

Leggo molti messaggi di critica e di elogio, ma come già scritto da altri recensori, è importante distinguere la qualità dai gusti, perché come disse una volta il compianto Lemmy kilmister: "...i gusti sono personali, la qualità no..". Ebbene non osando minimamente esporre i gusti delle sconosciute persone che hanno caricato i commenti precedenti, ritengo che gli Iron Maiden siano un gruppo nel complesso estremamente tecnico, in grado di coniugare capacità e melodia. E' vero quanto si dice: i primi albums fino a Powerslave dimostrano una qualità tecnico-melodico significativa, invece gli ultimi si perdono nel vuoto. Anche "Piece of mind", che contiene la celeberrima "the trooper", non è un album poi così eccezionale, soprattutto se si considera nel suo complesso la mancata rimanenza nell'underground metallaro della band.

Tuttavia ritengo cieco chiunque non ravvisi un eccesso di tecnica di fronte a testi, per la maggior parte della loro produzione, mai originali o comunque profondi, la prosa dei quali è comunque infantile, spesso troppo poco onesta e per di più riferita ad argomenti connessi a ridicole tematiche demoniache.

Nel complesso posso giudicare gli Iron Maiden così: un infuso di grande tecnica, melodie e musica non ancora portati all'estrema conseguenza. Un indice di gradimento elevatissimo legato al connubio dei membri della band e alla qualità del sound. Uno straordinario consesso musicale, che dopo quasi quarant'anni di carriera ancora suona metal divertendosi e facendo divertire in un'ottica di merchandising di massa. Una produzione musicale monumentale, intervallata tuttavia da luci ed ombre, prime fra tutte il mancato successo dei loro ultimi dischi e l'infantilismo dei testi.

Un gruppo comunque sia eccezionale per tecnica, assoli, melodie e voce. Bravi. Aspettiamo altri colpi di scena.

Utente non più registrat (ha votato 7 questo disco) alle 18:46 del 22 maggio 2019 ha scritto:

"Se delle precedenti 8 tracce si può discutere qui ci si può solo lasciar trascinare."

Io dico: se delle otto tracce precedenti a Hallowed Be Thy Name si può discutere, quest'album non può essere il capolavoro che molti millantano. Fermo restando che il gusto tecnico è ottimo, che Dickinson è eccezionale, che bene o male questa resta una pietra miliare del metal (ma inferiore all'esordio).