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R Recensione

7,5/10

Pet Shop Boys

Electric

Palinodia del recensore imprevidente. Appena dieci mesi fa avevo scritto che, avessero messo da parte il giovanilismo, i Pet Shop Boys avrebbero potuto scrivere un capolavoro della vecchiaia. E invece loro, andando proprio in quella direzione, se non un capolavoro, hanno dato alle stampe il miglior album dai tempi di “Very”.

Qualcosa, certo, era andato storto con “Elysium” (lo si era detto: il loro punto più basso). Ma era difficile prevedere, soprattutto considerando i tempi ormai dilatati con cui Tennant & Lowe avevano preso l’abitudine di pubblicare dischi, un nuovo lavoro a così stretto giro di posta, e per giunta sotto nuova etichetta (x2, personale distaccamento della Kobalt). Inizialmente il proposito era di fare un “Disco 5” (o una specie di "Relentless"), ma poi i due si devono essere accorti che il progetto a cui stavano lavorando era uno studio album vero e proprio. Ecco allora l’idea di coinvolgere per la produzione Stuart Price: pop e dance senza remore.

Electric” è Pet Shop Boys all’ennesima potenza. E' ciò che sanno fare meglio, e finalmente prodotto come si deve, con una scrupolosità persino nerd: i pezzi sono disposti in ordine alfabetico (“Love Is A Bourgeois Construct” si chiamava “Bourgeoisie”), nella sequenza in cui sono stati prodotti. La lunghezza media tra i 5 e i 6 minuti e la scaletta ridotta rimandano persino a “Introspective”, ma rimane “Very” il disco più vicino, al netto delle ballate (manco una, qua). E allora è tutta un’infilata di ritmi alti, house a palla, autocitazioni elettroniche, synth sgargianti, colori a fiotti. Tutto un repertorio sfoggiato nel suo vestito migliore.

Dal massimalismo Hi-NRG da ascoltare a volume altissimo per godere la sua invasione mega-loud di synth rétro di “Axis” (omaggio al Patrick Cowley di “Menergy”) alla house con piano primi ’90 di “Bolshy”, dal trattore disco un po’ tamarro di “Shouting in the Evening” alla mescidanza con il rap di “Thursday” (ossia una “West End Girlsreloaded, con un flow dell’inglese Example): tutto suona potente. Spettacolo i synth abrasivi di “Fluorescent”, su un ritornello che lancia nello spazio sapendo di ’80 come non mai (aleggia la b-side “Jack The Lad”) sopra un tessuto house notturno che brucia di sensualismo e atmosfere sudaticce, placate poi nei New Order con campanelli e tastiere ariose di “Inside A Dream.

Nulla abbassa ritmo ed energia. “Love Is A Bourgeois Construct” è una cavalcata camp in pieno stile Pet Shop Boys, che unisce l’anima disco di Lowe a quella classica di Tennant. La costruzione melodica è ripresa da un pezzo del compositore Michael Nyman (“Chasing Sheep in Best Left To Shepherds”), mentre il testo intreccia Marx, la noia della middle-class e accenni alla politica inglese. Una specie di nuova “Shameless”, con tanto di rinnovati cori maschili era-“Very”. Il che sembra stonare tremendamente con una cover di Bruce Springsteen (!), ma più un pezzo è lontano dall’immaginario PSB, più a loro piace rifarlo. “The Last To Die” (da “Magic” del 2007), con il piglio anthemico springsteeniano piegato alla disco, fa un figurone, mentre il riff della chitarra viene genialmente trasformato in un ipnotico refrain vocale quasi trance. “Vocal”, in chiusura, rilancia con ironia la necessità di una linea vocale nei pezzi dance Every track has a vocal and that makes the change»), alla fine di un disco che si apre con un brano strumentale. E suona già, nella sua petshopboysiana contraddizione, come un loro nuovo classico, ibizenco e primi ’90 da svenirci (e su cui ballare il prima possibile).

Tennant, 59 anni appena compiuti, promette che “Electric” sarà il primo atto di una trilogia con Stuart Price. Questi annunci a me hanno sempre dato l’impressione della minaccia. Ma se la nuova giovinezza è questa, ben venga anche la tetralogia.

V Voti

Voto degli utenti: 6,7/10 in media su 6 voti.
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mavri 7/10
ciccio 8/10
motek 7,5/10
REBBY 5/10
zebra 5/10
ManuWR 7,5/10

C Commenti

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mavri (ha votato 7 questo disco) alle 17:38 del 16 luglio 2013 ha scritto:

Lo ammetto, ero uno di quelli che li dava per... svuotati. Invece...

Franz Bungaro alle 11:56 del 27 luglio 2013 ha scritto:

Sono al primo ascolto, ma già si sente che è tanta roba. C'è poco da fare, il 2013 è - anche - l'anno dei grandi che ritornano grandi, specie quelli che erano stati grandi negli anni '90. Intelligenti pauca.

ManuWR (ha votato 7,5 questo disco) alle 2:16 del 27 dicembre 2017 ha scritto:

Concordo... probabilmente sarà stato l'anno del risveglio?

tramblogy alle 15:15 del 27 luglio 2013 ha scritto:

Mha, tanto rumore per non un nulla, ma comunque nessun riff veramente nuovo o originale e comunque piacerebbe suonasse come very....stai fresco!