V Video

R Recensione

6,5/10

Kisses

Kids in L.A.

Buttato dopo il debutto “The Heart of the Nightlife” nel calderone glo-fi, il duo losangelino composto da Jesse Kivel e Zinzi Edmundson fa capire che la propria, in realtà, è una passione filologica per i suoni del synth pop anni ’80, e poco conta la nostalgia. Conta, piuttosto, l’omaggio ai propri idoli.

Kids In L.A.” è un concept sulla noia altoborghese di certe giovinezze californiane. Quella dei telefilm che hanno mandato in vacca ciò che rimaneva di MTV qualche anno fa. Immagini patinate, palme, gnocca, macchine, surf. E l’horror vacui, così, per un tocco esistenzialista (guardate il video qua sopra). Fallito piuttosto miseramente nel suo obiettivo sociologico, resta da vedere se il disco regge a livello musicale. E lo fa. Anzitutto perché produce Pete Wiggs (Saint Etienne), che sa bene come maneggiare e costruire canzoni pop. E poi perché la sostanza melodica, come già aveva dimostrato l’esordio, c’è: un pezzo electro-pop come “The Hardest Part” ha tutto a posto per essere, com’è, dirompente, con quel ritornello che tira giù tutto come nei migliori Pet Shop Boys d’annata.

E poi, certo, c’è il solito mucchio di eredità neworderiane, sviluppate soprattutto negli attacchi alti di basso (“Having Friends Over”) e nelle chitarre che moltiplicano i sostegni melodici (“Huddle”). Sviluppate, più in generale, nell’atmosfera vagamente torbida, che non riflette mai il sole accecante di L.A., se non nell’immediatezza lounge di “Funny Heartbeat”. Il resto dell’album si muove tra ombre e grigiori tra Cold Cave e Neon Neon (“Air Conditioning”), anche grazie alla voce acciaiosa e de-sensibilizzata di Kivel. Motivo per cui suona liberatoria, in coda, l’interpretazione della Edmundson in “Adjust Glasses” sopra una base da electro mid-’90 che Wiggs avrà ricreato a propria immagine.

Duo da due impressioni, i Kisses. La prima è che il revival che portano avanti abbia già detto quanto aveva da dire. La seconda è che, in altre vesti, la loro vena pop possa dare ancora frutti, pure migliori di questi.

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Voto degli utenti: 6/10 in media su 1 voto.
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C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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salvatore alle 20:16 del 30 giugno 2013 ha scritto:

Del primo album dei Kisses, ho un bel ricordo: spiaggia, mare, cocktails (analcolici, essenzialmente) e "bermuda" (e non mi riferisco ai pantaloncini - anche se ci stanno pure quelli - ma al bellissimo brano e singolo apripista contenuto nell'album).

Visto che andiamo incontro all'estate, mi procuro anche questo ché, stando alle tue parole, Fra', sembra caruccio

Gio Crown (ha votato 6 questo disco) alle 18:17 del 21 gennaio 2014 ha scritto:

Concordo sicuramente sull'ispirazione anni '80, da inesperta l'avevo subito notato! Chissà, forse perchè in quegli anni io ne avevo 20...e adoravo tutta la musica che esplose in quel perido...la nuova british invasion, la musica tutta giocata ai sintetizzatori e sulle nuove possibilità offerte dalla tecnologia...e soprattutto laccoppiamento musica-immagine che da quel periodo vede ogni pezzo accompagnato dal video, di anno in anno sempre più in stretta connessione con la musica,. fino a diventare parte integrante del successo e nei casi più riusciti della musica stessa.

Non mi soffermerò sui singoli brani, godibili e piacevoli come solo le canzoni (...e canzonette) di quegli anni sapevano essere....può essere che queste sensazioni siano dovute al fatto che mi riportano alla mia gioventù.

Le emozioni suscitatemi da questo album sono di "nostalgia", ma non triste, solo cosciente del fatto che ho vissuto qualcosa di indiemticabile, tanto da meritare un così ottimo revival anche in questi anni, della mia maturità