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R Recensione

5,5/10

Noah and the Whale

Heart Of Nowhere

Dice Pavese che una cosa sola, tra le molte, pare insopportabile all’artista: “non sentirsi più all’inizio”. Consapevoli o non consapevoli, i Noah and the Whale non sono più agli esordi. Quelli del 2008, quelli della fusione tra il nome del regista Baumbach (Noah) e di una metà di un suo film, la balena (Whale). Non sono più all’inizio anche, e soprattutto, artisticamente: è decaduta la franchezza, è decaduto il desiderio di avanzare e migliorare, di sperimentare ancora, di far sì che la vocazione e l’estro si trattengano intatti, si rafforzino nel tempo. Ascoltando Heart of Nowhere, quarto disco della truppa britannica, galleggia perennemente una sensazione di amarezza: per una profondità smarrita, librata via, che con sé ha condotto armonie e spontaneità.

Non c’è l’intimismo quasi toccante di The First Day of Spring: imperversa il pop più consueto, ma non più chamber, raccolto, disinteressato, meraviglioso. Un pop che stavolta omette i synth, che rincara la dose della batteria e del ritmo (Lifetime), che eleva e propaga il basso (Heart of Nowhere, Silver and Gold), che si libera in riff simpatici di chitarra (One More Night), che esagera con l’uso degli archi (lo si capisce già dal preludio, Introduction). Che nell’estate potrebbe risultare gradevole e gentile, tra una spiaggia e un tramonto, ma che sancisce inevitabilmente un momento anonimo del gruppo britannico. Una perdita di smalto. Un passo indietro, insomma, certificato anche dalla qualità insipida dei testi, sebbene Fink non avesse mai brillato per complessità: era prassi ascoltare frasi senza arzigogoli e arabeschi, ma attraverso quella semplicità diffusa, genuina, l’espressione arrivava dritta al cuore.

E’ comunque tutto ben architettato: i Noah and the Whale prendono il pennello, e per ogni brano tracciano un cerchio: preciso, pieno, ma per nulla seducente. Un disco a tratti leggero, un po’ artefatto, con melodie carine (come in There Will Come a Time, molto Springsteen), che scorrono senza catturare l’orecchio e senza che la pelle tremi di qualche brivido. Non ci si sofferma, non rimane nulla, se non canzoncine orecchiabili, scialbe. O ballabili (All Through The Night). Neanche Anna Calvi, che impreziosisce ogni terra in cui mette piede, sembra rendere più dolce questo Heart of Nowhere, questo “cuore in nessun luogo”, intervenendo nel brano omonimo del disco, dove la voce cerca di liberarci dalle nostre prigioni (“Ma tu vuoi vivere, vuoi provare / tu senti il mormorio del mondo esterno”). E’ come se Fink (27 anni) e soci, una volta raggiunta la maturità – se di maturità si può parlare a quell’età – abbiano intrapreso la propria parabola discendente, con la senilità che intorpidisce vena creativa e suoni. E con l’obbligo di incidere un album perché si deve, non perché qualcosa scatta dentro.

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Voto degli utenti: 5,8/10 in media su 3 voti.
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C Commenti

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salvatore (ha votato 5 questo disco) alle 12:35 del 18 luglio 2013 ha scritto:

Proprio bruttino. Condivido ogni tua parola, Jacopo: sembra non essere rimasto nulla della freschezza degli esordi. Tutto oltremodo prodotto. Da dimenticare...

Giuseppe Ienopoli (ha votato 7 questo disco) alle 22:03 del 18 luglio 2013 ha scritto:

... è pur vero che su SdM si imbastiscono simposi e standing ovations per "prodotti" ben più modesti e insignificanti ... sempre nel rispetto della libertà di opinione di ognuno (!?)

... penso che bisognerebbe avere più fiducia nel gruppo, nell'artista che si è fatto apprezzare e considerare il lavoro che non si attesta ai livelli precedenti come un momento interlocutorio e di ricerca ... altrimenti si rischia la clonazione e ... i dischi non sono pecore!

Lezabeth Scott alle 22:11 del 18 luglio 2013 ha scritto:

Ma dici tipo These New Puritans o...Laura marling? Perchè più o meno tutti abbiamo pensato a quelli.

Giuseppe Ienopoli (ha votato 7 questo disco) alle 22:31 del 18 luglio 2013 ha scritto:

... ebbene sì Lezy! ... 'sti Puritans saranno pure New, ma per il mio personal metabolism non c'è partita! ... nella lista "Laura non c'è" ... mi riservo eventualmente di inserirla a ragion sentita ... però mi piace il suo taglio di capelli ... per una volta permettimi di farti il verso!

PS. ... dove è che siete riuniti ... tutti?

REBBY alle 19:52 del 19 luglio 2013 ha scritto:

Dei dischi di quest'anno questo credo sia il peggiore che ha girato sul mio lettore. È stata dura arrivare alla fine, ma il pezzo finale (Not too late) penso sia l'unico riascoltabile.

Filippo Maradei (ha votato 5,5 questo disco) alle 13:14 del 20 luglio 2013 ha scritto:

Anch'io condivido ogni singola parola. Bravo Jacopo, ottima analisi. E sì, disco povero povero.

Giuseppe Ienopoli (ha votato 7 questo disco) alle 13:16 del 20 luglio 2013 ha scritto:

... ite Missa est! ... anche l'Oracolo di Delfi non avrebbe saputo dire di meglio!! ... sicuramente non ci sono più "i lettori" di una volta ... oggi la resa è alquanto scadente (?).

... per Beth: ma come hai potuto pensare che non mi piacesse Lauretta!!?? ... l'ho ascoltata per tutta la notte e stamane sono ancora marlinghizzato ... voglio al più presto convolare a giuste nozze con Lei ... "tutti" invitati tranne i Puritans rompic ... !

Jacopo Santoro, autore, alle 14:45 del 20 luglio 2013 ha scritto:

Ienopoli.. Ci parli delle bellezze nascoste di questo disco, delle sue intuizioni incomprese. Ci parli di musica. Invece di tirare in ballo Marling, Puritans e presunte tendenze di SdM. Non cerchi la polemica. Cerchi il confronto sulle impressioni che la musica ci suscita.

Giuseppe Ienopoli (ha votato 7 questo disco) alle 16:12 del 20 luglio 2013 ha scritto:

SanToro … gli ordini seppure con il Lei li vai a dare a tua sorella o a chi ne fa le veci … oppure ai tuoi redattori quando diventerai, e lo diventerai, caporedattore!!

… non ho letto la tua recensione e solo per questo non la posso condividere … Noah invece ha letto tutte le tue recensioni e mi diceva che agli esordi ti sei espresso da 8 … poi da 7,5 … e ancora da 7 … infine in caduta libera 6,5 … 6 … 5,5 … 5 … succede … anche ai migliori “autori” …

… ha concluso che sei comunque un bravo recensore e ritornerai ai fasti del passato come lui and the whale si augurano di poterti piazzare prossimamente un bel discone di tuo gradimento per farti raggiungere il 10 e lode!!!

Jacopo Santoro, autore, alle 16:37 del 20 luglio 2013 ha scritto:

Bravo bravo bravo

Giuseppe Ienopoli (ha votato 7 questo disco) alle 16:54 del 20 luglio 2013 ha scritto:

... dopo tre bravo consecutivi senza virgola si mette almeno un punto esclamativo! ... ma non sei tenuto ... puoi smetterla così (!?).