R Recensione

7/10

Ka Mate Ka Ora

Thick as the summer stars

Proprio quello che mi serviva. Con l’autunno che inizia crudelmente a ridurre le giornate, le nuvole che eclissano il sole per settimane e la pioggia che sembra non trovare ostacoli tra la pelle e l’umore, questi Ka Mate Ka Ora potrebbero proprio arrivare al momento giusto. Il nome lo hanno preso pari pari da una danza di guerra maori, quella danza aggressiva e battagliera intonata dagli All Blacks neozelandesi prima di ogni partita. Se tanto mi da tanto questo è un disco spaccatimpani: potrebbe essere hardcore, oppure crossover etnico, tipo i Puya o i Soulfly.  

E invece no: slowcore in perfetto stile anni ’90, con un piede nel post-rock e l’altro nello shoegaze. Niente di nuovo, non fosse che a proporcelo sono tre ragazzi di Pistoia (due fratelli ed un vicino di casa) che per registrare il loro esordio si sono avvalsi della produzione di Kramer (già al lavoro con mostri sacri del genere come Low e Galaxy 500, ma anche con Robert Wyatt…).  

Il dogma della lentezza viene rispettato in modo costante e fedele, pur riuscendo nella difficile impresa di non annoiare. “Thick as the summer stars” è un’opera affascinante, coerente nella sua compattezza sonora eppure ricca di pretesti diversificanti e avvincenti. Alle prime battute chiaramente debitrici del suono di marca Codeine (“Pony’s Broken Leg”) e Bedhead (“All Around”) si sostituiscono – e più spesso si sommano – sonorità cantautoriali degnamente eredi dei Red House Painters (“Calm Down”), dilatazioni oscure e decadenti (“Draw A Straight Line And Follow It”, dieci minuti con gli occhi costantemente rivolti verso il pavimento), appendici ambient mutuate dal post-rock strumentale dei Mogwai (“Shaving anti-clockwise”) e divagazioni che chiameremo rock, considerando il termine rock come facevano i My Bloody Valentine.  

Aggiungete che il tutto è scritto con gusto e personalità, suonato in maniera coinvolta e precisa e cantato benissimo (da Stefano Venturini - anche chitarrista ed autore di tutti i brani – e da Samuel Katarro) e capirete perché il sottoscritto ritenga i Ka Mate Ka Ora una delle sorprese più piacevoli del 2009. L’augurio è che lo spirito combattivo espresso nel nome, aggiunto al ritorno delle sonorità shoegaze ed alla “depenalizzazione” di quelle post-rock, possa portarli molto lontano.

 

Sito Internet : www.myspace/kamatekaoraband  

Video :   “Calm Down” - http://www.youtube.com/watch?v=tc9HUxt5Qig

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Marco_Biasio alle 23:30 del 28 settembre 2009 ha scritto:

Lo cerco, boiafaust! Domandina da crasso ignorante: come sono i Red House Painters?

fabfabfab, autore, alle 23:33 del 28 settembre 2009 ha scritto:

RE:

No, non farmi questo. Guarda alla tua destra quella copertina beige con l'ottovolante e fa quello che devi fare. Subito!

otherdaysothereyes alle 11:15 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

ascoltati su myspace, mi piacciono. Ma non riesco a procurarmi il cd! Azz...