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R Recensione

7,5/10

Africa Unite e Architorti

In tempo reale

Dispiace scrivere con un po’ di ritardo di un disco dal titolo “In tempo reale”, ma la mole delle uscite discografiche, alla faccia della crisi del mercato, a volte costringe a lasciare indietro qualcosa. E però è anche bello tornare con più calma su un disco, riascoltarlo con più calma e attenzione, senza l’ansia di doverne scrivere, appunto, in tempo reale. Titolo quanto mai appropriato, quello dell’ultimo lavoro degli Africa Unite, il cui intento è di raccontare, in presa diretta, lo stato di salute della nostra società, e in particolare del rapporto con la rete e i social, evidenziandone i difetti e i pericoli. Quasi un concept album, un instant record in cui anche la costruzione musicale è calata a piene mani nel presente. Compagni di strada di Bunna e Madaski in questo intento sono gli Architorti, un quintetto d’archi in questo caso in formazione duo (Marco Robino ai violoncelli e Marco Gentile a viole e violini) di formazione classica che spesso e volentieri collabora con artisti di altre provenienze musicali. Il disco esce a nome delle due band, ed è un lavoro in tutto e per tutto composto a “otto mani”. Il risultato è una musica che riesce a stare in equilibrio tra i suoni acustici degli archi e l’elettronica di Madaski dove i richiami al reggae sono presenti ma sempre in secondo piano. Un suono molto contemporaneo, per un lavoro il cui obiettivo è criticare gli eccessi della contemporaneità tecnologica. I testi infatti, tutti ad opera del solo Madaski, sono a volte perfino duri, e sicuramente senza compromessi, nel loro indicare le storture della nostra società.

L’attacco alla rete delle reti, internet, parte già con il primo brano, “Hopptiquaxx!”, con la voce roca di Madaski su campioni elettronici, con gli archi, pizzicati e suonati con l’archetto, che imperversano. Con il seguente “NIN (Nuove intrusioni notevoli)” la voce di Bunna ci riporta a suoni più familiari, ma non è reggae, e neanche rock o pop. E’ Musica, fatta di archi e tappeti elettronici, su cui la voce dolce del cantante di Pinerolo ci parla di noi e dei nostri tempi, in cui l’ignoranza è al potere e il potere è dei prepotenti. Un invito a non arrendersi all'ignoranza diffusa e all’era del dilettantismo. Un ottimo testo, per un brano splendido. Non sfugge alla rabbia di Madaski il problema dell’immigrazione: “L’Impero del nord”, dove le voci dei due Africa si alternano, descrive un paese in preda all’imbarbarimento, in cui si fomenta ad arte l’odio per conquistare il potere.

In tutto questo la rete gioca un ruolo importante, che viene analizzato in “La Morsa del ragno”: gli Architorti introducono un ritmo che rimanda al tempo in levare del reggae, Bunna al canto (“sono al centro della rete, come un ragno immobile”) si alterna al velenoso attacco di Madaski, al falso giornalismo e al populismo, alla rete e ai suoi leoni da tastiera. Un j’accuse a volto scoperto e senza peli sulla lingua. Discorso che prosegue in “La Differenza”, brano vagamente reggaeggiante, una denuncia della società basata più sul virtuale che sulla realtà (“cerco il senso della vita su YouTube”), in cui cliccare “mi piace” diventa “unillusione di democrazia”, e si pensa che la rete sia la strada per la conquista di un più alto livello di democrazia.

Come ci si può difendere da questa deriva? Coltivando la propria unicità e  il pensiero critico, la propria “Peculiarità”, le proprie vittorie come le sconfitte, che, insieme, costruiscono la nostra storia, le nostre “Rughe indelebili 019”: un brano ripreso dal disco “Mentre Fuori Piove (2003) e riarrangiato con un tappeto d’archi quasi ossessivo. Il ritmo incalzante de “Il Mio pensiero lucido” ci invita ad “accettare il nostro lato debole”, e ad “avere il coraggio delle nostre scelte”. Bellissimo brano che chiude il disco con una riflessione molto profonda sui nostri tempi, e suggella un lavoro coraggioso sotto tutti i punti di vista.

Otto brani notevoli, potenti nei suoni e profondi nei testi, che Africa Unite e Architorti hanno deciso di regalare a tutti in free download dal sito della band di Pinerolo. E per chi preferisce il cd fisico, ci sono anche due bonus tracks: “L’attacco alla corda 019”, quasi una versione remix del brano già originariamente registrato con gli Architorti per il disco “Il punto di partenza”, che si apre nel finale con una bella melodia di Madaski al pianoforte, e “M.F.P. 019”, cioè la già conosciuta “Mentre Fuori Piove”, che subisce lo stesso trattamento remix del brano precedete, e anche in questa veste si conferma una delle più belle canzoni del repertorio degli Africa Unite.

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