R Recensione

7/10

Guignol

Una risata ... ci seppellirà

Arrivati al terzo disco, e raggiunto il traguardo dei dieci anni di carriera, i Guignol partono all'attacco dell'idiozia dilagante, del conformismo, del populismo, usando una delle armi più raffinate a disposizione dell'arte: la satira. Satira per graffiare il potere e chi vi sottomette per interesse o solo per quieto vivere. Quindi un disco graffiante e acido, fin dal titolo, che ribalta con acuto senso dell'autoironia quel famoso slogan della contestazione. Se allora “una risata vi seppellirà” era rivolto al potere, oggi viene rivolto a se stessi, quasi un presagio di sconfitta.

In realtà l'aria di resa nel disco non c'è. Anzi, si respira una voglia di combattere ancora intatta. A partire dal brano iniziale, “Cristo è annegato nel Po”, un'acida satira sul potere, dove, su un rock molto anni '60, si racconta di un'Italia fatta di milionari monsignori, tronisti e populisti, squadristi e veline, ballerine e ronde, e di un “re degli unti che ci veglia dagli schermi” (ma di chi starà parlando?).

Altro brano di un'acidità corrosiva, “Polli in batteria” (qualcosa a che fare con il “Polli di allevamento” di Gaber?) ci offre una visione sarcastica sulla società contemporanea, sulla “massa”, che si lamenta, magari alza per un attimo la testa, ma poi si torna tutti insieme nel pollaio, ad aspettare che arrivi il padrone “che rassicura il pollo e poi gli tira il collo”. Un gran testo, sostenuto da un rock tirato e di impatto.

Un altro brano dal testo notevole è il conclusivo “L'incendiario” (e qui viene da pensare al “Bombarolo” di De Andrè), forse il testo più riuscito del disco. Una grande canzone d'autore rock, con una coda elettrica di undici minuti in cui esplode la carica blues dei Guignol, con suoni molto vicini a certe cose di Nick Cave and the Bad Seeds, echi delle passate collaborazione con Hugo Race.

Ancora rock blues in chiave dark per “12 marmocchi”, sorta di filastrocca per adulti con la voce e l'ukulele del grande Cesare Basile, quasi un canto di rivolta del nuovo millennio contro “l'uomo organizzato”

Disco ottimo sotto il profilo dei testi, e altrettanto riuscito per la musica, debitrice tanto della migliore tradizione della canzone d'autore quanto din un saldo tiro rock'n'roll, che ritroviamo in “Dall'altra parte” (ottimo il gioco di chitarra / armonica) o in “Il turno”, con chitarra e organo a condurre le danze.

I Guignol fanno dunque centro, colpendo con ironia i difetti della nostra società, irridendo i potenti, smascherando la falsa informazione (“c'è troppa informazione e poca verità”), e soprattutto illuminando uno dei difetti peggiori, l'indifferenza di chi non si da pena per gli umiliati e offesi, “preferendo stare in disparte con lo sguardo sempre rivolto da un altra parte”. Fino a che non arriverà il padrone a tirare il collo ai polli di cui sopra. Bravi.

 

V Voti

Voto degli utenti: 5/10 in media su 1 voto.
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