A Kaiser Chiefs - Report Live

Kaiser Chiefs - Report Live

5/02/2009 – Milano – Alcatraz

Due dischi all’attivo (“Employment” del 2005 e “Yours Truly, Angry Mob” del 2007, il disco più venduto in Inghilterra in quell’anno), oltre quattro milioni di copie vendute, e tre Brit Awards e un NME Award vinti. Questi i numeri con cui la band di Leeds si presenta all’appuntamento con il pubblico italiano nell’unica data prevista, all’Alcatraz di Milano, per il tour di presentazione del terzo disco “Off With Their Heads”.

In soli cinque anni i Kaiser Chiefs hanno inoltre coronato il sogno di suonare nello stadio di casa davanti a 35.000 persone. E molto stretto infatti è il legame con la loro città e la sua squadra di calcio, tanto che il nome stesso Kaiser Chiefs è un omaggio alla squadra sudafricana in cui lo storico capitano del Leeds mosse i primi passi della sua carriera, e uno dei primi singoli diviene quasi l’inno del Leeds. E una bella sciarpa del Leed fa mostra di se sull'amplificatore del bassista.

E' stato un successo fulmineo, per quella che passa per essere una delle più coinvolgenti live band inglesi del momento (e non è un caso se nel 2005, appena all’esordio, vengono già invitati ad esibirsi al Live 8). E la fama di live band è confermata in toto dal concerto milanese.

Assenti gli scozzesi Dananananaykroyd, fermi in Francia per un guasto al tour bus, che avrebbero dovuto aprire la serata, il pubblico viene intrattenuto da due roadies con un paio di cover dei Beatles voce e chitarra acustica. Inizio serata in stile piano bar, ma all'ingresso dei Kaiser Chiefs la situazione cambia all'istante.

Il pubblico si accalca sotto al palco e inizia la festa. E la musica dei Kaiser Chiefs si presta all'occasione: melodie accattivanti e ritmi coinvolgenti, questi gli ingredienti principali di una ricetta vincente, all’apparenza molto semplice ma in realtà difficile da eseguire con originalità e semplicità. I brani famosi ci sono tutti, da “Spanish Metal” a “Ruby Ruby Ruby”, da “I Predict a Riot” (e qui il pubblico esplode) a “Never Miss a Beat”.

Notevole anche la carica del cantante Ricky Wilson, che sa come conquistare i suoi fans. Prima scendendo dal palco per cantare abbracciato dal pubblico delle prime file, e poi, non contento, attraversando la platea per arrampicarsi sulla balconata del bar dell'Alcatraz, finire il brano da lì, e tornare sul palco rotolandosi sulle teste del pubblico in visibilio.

Pubblico che ricambia l'affetto, cantando praticamente in coro tutte le canzoni, che in fondo sembrano essere state scritte apposte per questo (“Everyday I Love You Less and Less”, “na na na na naa”, “You Want History”). Sostenute da un uso intelligente dei riff di chitarra, a metà strada tra il pop e il rock, le canzoni dei Kaiser Chiefs sono riuscite ad unire il pubblico più esigente a quello più vicino alla facile melodia, come dimostra anche l'età del pubblico della serata, dagli adolescenti brit pop ai rockers over 40. Si esce dall'Alcatraz dopo 90 minuti di concerto, tutti sorridenti e divertiti.

In fondo è a questo che serve il pop, no?

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