The Pigeon Detectives
Wait For Me
La carica dei cloni non è finita. Ecco a voi lennesima riproposizione dellindie-rock che va per la maggiore, lennesima band con un cantante imberbe dal capello riccioluto (the-kooksiano) e con il chitarrista che indossa magliette a righe orizzontali; lennesima band che non resiste alla tentazione di darsi un nome con il the davanti, scadendo inevitabilmente in trovate sempre più penose (vengano a Venezia, i Pigeon Detectives, e poi vediamo se decidono di tenersi il nome o se la puzza di schitate li fa cambiare idea); lennesima band, infine, che rivendica con orgoglio la propria originalità.
È probabile che questi generosi ragazzotti inglesi non abbiano neppure mai ascoltato i Clash o i Jam, sicché mi limiterei ad una lista delle derivazioni ristretta alla contemporaneità. E quindi, in ordine decrescente: Kaiser Chiefs, Franz Ferdinand, Five OClock Heroes, Strokes, Maximo Park , Futureheads. Vi assicuro che sarebbe ozioso aggiungere dellaltro nel disperato tentativo di dare al lettore qualche indicazione più precisa. Basti dire che su tredici pezzi lunico lento (o quasi) è lultimo: il resto è una gittata unica di schitarrate, riff molto yeah, cori very cool, melodie troppo in. Ascoltare i primi trenta secondi di ogni canzone è sufficiente.
Provo lo sforzo immane di qualche distinzione: in I Found Out i cori gettano una luce spaventosamente retrò sul pezzo, tanto da far sembrare Employment dei Kaiser Chiefs un disco di trentanni fa. Si segnalano, qui, lassolo e un intervallo in cui rimane la sola voce con dei claps sullo sfondo. Ci si può divertire, per carità.
I testi sono sconfortanti. Nessuna traccia di intelligenza (Im so in love with you, I just dont know what I should do: spararti?). Quasi tutti i pezzi, almeno, sono brevi. In Caught In Your Trap cè qualche tentativo di rottura dello schema, se non altro in virtù di appigli più vicini allo stile un po segmentato e demenziale dei Futureheads, oltre che di un finale lento che non cazzecca nulla col resto (Arctic Monkeys docent). Im Not Sorry è il singolo, e forse il pezzo più felice: il cantato scimmiotta lo stile di Casablancas, lassolo di chitarra è una riproduzione in laboratorio di un qualsiasi assolo della coppia Valensi/Hammond Jr, ma va beh, per una volta ci si passa sopra: la melodia è riuscita, le continue interruzioni rilanciano a catena la canzone.
Tutti gli altri brani non aggiungono nulla. Let Go, in chiusura, unico pezzo più rallentato, è forse il peggiore, ripetitivo e stancante. Solo, per i curiosi: sentitevi i primi quaranta secondi di Stop And Go. Io allinizio stentavo a crederci: non sono i Kaiser Chiefs.
Odio chi stronca un disco perché è troppo derivativo. Odio la parola derivativo. Ma in questo caso sento di poter correre il rischio di odiarmi senza troppi rimpianti. I Pigeon Detectives mancano del tutto di intensità e anima. E non divertono neppure tanto: ripetono, si ripetono, e basta. Solo per appassionati patologici del genere.
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