R Recensione

7/10

The Cribs

Men's Needs Women's Needs Whatever

Terzo album, primo per una major, per il trio inglese proveniente dal Yorkshire: per la prima volta, inoltre, la produzione è stata affidata ad Alex Kapranos, leader dei Franz Ferdinand. C'erano quindi tutti gli ingredienti perchè questo disco si allontanasse dal indie-rock giocoso e senza troppe pretese dei primi album per approdare - finalmente - al successo commerciale.

In realtà, così non è avvenuto: Kapranos non ha stravolto lo stile dei tre fratelli, anzi, mettendo semplicemente in risalto i loro punti di forza rispetto alla miriade di band analoghe inglesi. La formula - questo va detto - non cambia granché: fatta eccezione forse solo per "Be Safe", curiosa e - stranamente - riuscitissima collaborazione con Lee Ranaldo (!), i brani soltanto in un paio di occasioni superano i tre minuti e mezzo della canzone pop-standard: se l'influenza maggiore restano gli Strokes e le loro trame di chitarra, a cui i ragazzi inglesi si ispirano senz'ombra di dubbio (come in "Major's Titling Victory"), i Cribs cercano sempre di trovare la melodia giusta, senza prendersi troppo sul serio come troppo spesso accade in quest ambiti.

"Our Bovine Public", posta in apertura, contiene già tutti gli elementi necessari per inquadrare l'opera: un testo ironico che tratta forse il tema ormai abusato della critica musicale (e aggiungiamo che i Cribs - finiti spesso e volentieri sulla copertina dell'NME - non avrebbero molto di cui lamentarsi), riff che restano impressi e un ritornello azzeccato. Il disco procede poi senza scossoni particolari: da segnalare il buon singolo "Men's Needs", forse la più strokesiana delle tracce qui presenti: alzi la mano chi non si aspetta di sentire la voce di Casablancas appena inizia il verso (e la voce di Ryan Jarman cerca infatti di scimmiottarla, con risultati discreti). "I'm Realist" ricorda invece da vicino i Maximo Park, forse per il testo malinconico/ironico ("I'm an indecisive piece of shit") e mostra finalmente qualche traccia del lavoro di Kapranos, soprattutto nel suono delle chitarre."Women's Needs" sembra proseguire il discorso iniziato da Rivers Cuomo e dai suoi Weezer all'epoca di Pinkerton (chi ricorda la college-hit "Tired of Sex"?) con un'atmosfera in bilico fra l'indie americano e l'art-rock dei Futureheads .

Tutto sommato questo "Men's Needs, Women's Needs, Whatever" mostra che il gruppo non ha moltissime frecce al proprio arco (non convince, ad esempio, l'acustica "Shoot the Poets"), ma dimostra che i tre - consci delle loro possibilità - sanno fare bene un certo tipo di indie rock e che - soprattutto - lo fanno con sincerità e onestà, cosa piuttosto rara di questi tempi.

V Voti

Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 3 voti.
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REBBY 6/10

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