A Teho Teardo & Blixa Bargeld @ Circolo degli Artisti (Roma), 07/05/2013

Teho Teardo & Blixa Bargeld @ Circolo degli Artisti (Roma), 07/05/2013

Il legame chimico che si è consolidato fra il compositore/multistrumentista di Pordenone e il cantante/rumorista/musicista di Berlino e concretizzatosi in "Still Smiling" (su Specula Records), trova il suo momento di massima espressività,  nella performance al Circolo degli Artisti, che offre la location per il debutto live del duo. Che poi di duo non si tratta: infatti oltre alla voce di Blixa, alla chitarra "trattata" e ai campionamenti di Teardo, significativa è la presenza di Martina Bertoni al violoncello e al glockenspiel.

Su Storia della Musica abbiamo già opportunamente descritto il cd frutto della collaborazione.

E' uno Blixa che ha avuto qualche difficoltà a calarsi nella nuova dimensione live, quello che è salito sul palco del club capitolino: ci ha messo un po' a far incarnare il suo ombroso stile interpretativo nel personaggio che la musica di Teardo richiedeva, anche se già perfettamente caratterizzato nel lavoro in studio. E non perché non si sentisse coinvolto – "Still Smiling" è anche figlio suo – ma perché, nonostante il calore del pubblico, è parso sulle prime distante, tradendo anche un po' di nervosismo in concomitanza di alcuni problemi tecnici, fra l’altro del tutto secondari. Chi invece è parso costantemente strafelice (regalando spesso un sorriso sornione) è Teardo che deve aver visto coronato il sogno di suonare davanti ad una platea avvezza all'indie-rock e accorsa per applaudire le canzoni di un album ispirato e lontano – nella forma, ma non nell'approccio – dalle sue sofisticate colonne sonore. Un sound più "pieno" non sarebbe dispiaciuto (magari con il contributo del fido Balanescu Quartet), anche se nell'attuale configurazione in trio, i brani hanno trovato una veste live comunque tutt'altro che disadorna. I pezzi di "Still Smiling" l'hanno fatta da padrona: Nur Zur Erinnerung (che apre in modo articolato i giochi), Mi scusi (divenuta un classico nel giro di pochissimi giorni), Buntmetalldiebe, Axolotl (che avrebbero potuto appartenere entrambe al repertorio degli Einsturzende Neubauten: la seconda si è anche avvalsa di un interessante intro vocale rumoristico ad opera di Bargeld), Nocturnalie (fra gli episodi più intensi dell’opus a quattro mani) e la title-track hanno illuminato introspettivamente la prima metà del concerto, ben raffigurando gli effluvi talvolta sommessi, talvolta tumultuosi della poetica sottilmente struggente dalla quale hanno avuto origine. C'è stato spazio per alcuni brillanti inediti messi a punto dal duo ma non rientrati nella tracklist finale del disco: Negroni (in realtà presente nell’edizione in vinile) si apre ad un inquietante e distorto recitato, mentre Millions of Eels, dall’andamento più sperimentale e basato su una teatrale lettura di un testo per un documentario sulle anguille (per l’appunto, milioni di anguille), ha fatto rammaricare il sottoscritto per la mancata inclusione nell’album.

Con Come Up And See Me si torna ad una espressività più diretta ed evocatrice delle original soundtrack firmate da Teardo: ma è in composizioni come queste che ci si rende conto di quanto la sua musica è divenuta in qualche maniera familiare fra gli amanti delle ambientazioni post-rock. Non è un caso che A Quiet Life (inizialmente sul film “Una Vita Tranquilla” di Claudio Cupellini), appaia già pienamente nota, assimilata e apprezzata dai convenuti.

Il destrutturatore berlinese è parso particolarmente a suo agio con la lingua italiana, decantandola tra il serio e il faceto, ma sempre con grandissimo rispetto e con il desiderio di fornirne una trasposizione credibile ed emozionale. In tal senso, What If è stata eseguita in una versione da brividi, sospesa fra contemplazione estatica e indefinita malinconia:

Nulla sarà cambiato della luce! / Colori come grigio e marrone / Tutti stampati uno sull’altro  / Trovai un vuoto / Una macchia bianca / Gli altri guardarono / “Che bella giornata! Che bel tempo!” / Ma sentii la rotativa.

La scelta della cover Soli Si Muore (vecchio hit reso celebre nella nostra lingua dal cantante libanese, stabilitosi poi nel Bel Paese, Patrick Samson), ha suscitato il gradimento del relativamente giovane uditorio, forse più per l’interpretazione trascinante di Blixa e per l’irruenza della chitarra di Teardo, che non per la memoria di quel successo di fine Anni ’60.

Vertiginosa poi la chiusura affidata a Defenestrazioni, dalla cadenza così mogwaiana, nella quale Teho Teardo e Blixa Bargeld, suggellano il sonico patto di sangue della loro esperienza congiunta, rappresentando in modo fedele la compenetrazione di due sensibilità estetiche, di due ideologie musicali.   

Vogliamo scommettere che seguirà un capitolo secondo a questa avvincente vicenda artistica?

Per approfondire: http://tehoteardo.com/

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Gio Crown alle 15:53 del 16 maggio 2013 ha scritto:

Io lo auspico e anzi lo spero ardentemente! Per me il concerto è stato magnifico! Certo, c'era un po' la "artificiosità" della basi registrate, ma questo ha dato libertà e ampio respiro alla essenziale sezione strumentistica (chitarra elettrica di Teho e violoncello di Martina). Anche io ho trovato Blixa un po' ingessato all'inizio, ma poi l'ho visto sciogliersi nella sua stessa voce e nella musica in cui questa si incastonava pur con qualche minima sbavatura....Concordo sul pezzo "Soli si muore", data la mia età (50 anni) ricordavo bene il brano e mi ha piacevolmente colpito ritrovarlo qui con una magnifica e trascinante reinterpretazione. Davvero spero ci sia un secondo capitolo di questa collaborazione: il contributo di entrambi pur chiaramente distinguibile nelle caratteristiche della rispettiva vena musicale, ha saputo fondersi in una armonia a se stante dalle sonorità perfette.