Unòrsominòre
Tre Canzoni Per La Repubblica Italiana
Uno “J’Accuse” in tre atti. Una dichiarazione d’amore e odio verso un paese a forma di stivale proteso, come se volesse assestarci un calcio in culo da un momento all’altro.
Basta armarsi di una chitarra, di una fondina colma di parole pungenti (in questo caso tre cover significative di tre Maestri: Battiato/De Andrè/Gaber) e di una passione viscerale riversata in ogni singola nota, che sia essa fragorosa o sussurrata.
Tre cover di una semplicità disarmante, che puntano dritte al cuore senza passare dal via, in questo fantomatico Monopoli gigante che è ormai divenuta la lingua di terra in cui viviamo. Unòrsominòre fa suoi questi testi, e li interpreta in una chiave talmente intima da far sembrare che siano stati generati dalla sua stessa penna sovrabbondante di lirismo crudo.
Povera Patria di Battiato scarnificata da una semplice chitarra e liriche caustiche e roventi, La Domenica Delle Salme del Maestro De Andrè in cui ogni singola parola viene dosata e caricata di significati profondi e accusatori, ed infine Quando Lo Vedi Anche di Gaber districata in un crescendo logorroico di rabbia ossessiva.
Tre Canzoni Per La Repubblica Italiana è il vivido e tremolante risultato di una urgenza incontenibile, del bisogno di aprire, e far aprire, gli occhi. Di prendere atto della merda che ci circonda e ci stringe un cappio silenzioso alla gola.
Aldilà dei fasti passati, questo è Emiliano Orso Merlin oggi. Se questa è la giusta via da intraprendere, ci sarà da aspettarsi qualcosa di grande.
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