V Video

R Recensione

8/10

Sufjan Stevens

Carrie & Lowell

"Carrie & Lowell" non è un disco di Sufjan Stevens. Non "fa parte del suo percorso artistico ma della sua vita". Analizzare questo disco da un punto di vista diverso da quello del suo autore, sottolinearne le similitudini con certe pagine di Elliott Smith, definirlo un nuovo "Seven Swans" in versione notturna, parlare di "ritorno al folk" e decantare la bellezza perfetta di "Should have know better" significherebbe recensire il dolore, valutare le caratteristiche letterarie di un diario privato, sfogliare l'album fotografico dei nonni e criticare la messa a fuoco degli scatti.

Mi dispiace ma questo è un disco che non si può recensire. La morte di Carrie, la madre che lo aveva abbandonato ("When i was three / three maybe four / she left us at that video store"), diventa l'espediente per rielaborare tutte le perdite, le mancanze e i vuoti della vita. Alla soglia dei quarant'anni e di fronte al dolore, Sufjan Stevens fatica a sentire lo "Spirito del suo silenzio" ma non si arrende di fronte al lutto. "Carrie & Lowell" non è un disco triste ma la rielaborazione spirituale di un'esistenza, cantata dagli angeli e suonata da arpe che diventano chitarre acustiche e banjo.

Mi dispiace ma questo è un disco che non si può recensire. Quindi, giusto per riempire la pagina e per invitarvi all'ascolto (e alla lettura dei testi), vi raccontiamo due aneddoti.

1) Uno dei primi giornalisti italiani che ebbe occasione di intervistare Sufjan Stevens (era appena uscito "Michigan"), mi disse che provò a fargli delle domande sulla sua famiglia, su dove e come vivesse. Lui praticamente non rispose, e sembrò non capire il senso della domanda. Insieme, interpretammo questa reticenza come una nostra errata interpretazione del concetto di famiglia. Pensammo alla mobilità tipica delle famiglie americane, che nei film vediamo caricare le proprie case sui camion e partire. Concludemmo che la domanda "Dove vive la tua famiglia?" fatta a un americano non avesse senso. Oggi si scopre una realtà un po' diversa, e quel silenzio (così come altre suggestioni private presenti nella discografia di Sufjan) assume un significato completamente diverso.

2) Un giorno un mio vicino di casa al quale era appena morta la moglie mi fermò sulle scale e mi chiese: "cosa posso fare?". Io non riuscivo nemmeno ad aprire la bocca, e finì che ci sedemmo sui gradini a guardarci le punte delle scarpe, in silenzio. Ecco, se dalla musica cercate delle emozioni, ascoltando "Carrie & Lowell" la sensazione è questa.

V Voti

Voto degli utenti: 7,9/10 in media su 32 voti.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
max997 10/10
NDP88 6,5/10
Gianvi27 8,5/10
creep 8/10
B-B-B 8/10
Clabbio86 8,5/10
Sor90 8,5/10
target 8/10
zebra 8,5/10
Cas 6,5/10
antobomba 8,5/10
Tiaspark 8,5/10
robos 6/10

C Commenti

Ci sono 67 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

hiperwlt (ha votato 9 questo disco) alle 11:48 del 6 aprile 2015 ha scritto:

Fa parte di quei dischi (dice bene Fabio: un "Seven Swans" notturno, di elaborazione idealizzata del lutto) in cui ogni nota, ogni verso, ogni melodia mi immobilizza; bellezza e angoscia al medesimo, estremo grado. E sono appunto quei dischi che fanno un male terribile, ma che respingere è impossibile - di "recente", l'ultima cosa così forte ascoltata è stata, su tutt'altre finalità estetiche e concettuali, "Field of Reeds". Purezza sconfinata: "Should Have Known Better" (la perfezione assoluta) , "Fourth of July" (abisso ossessivo di addio e luce accecante, impossibile non commuoversi fino alle lacrime - firefly, dragonfly; little dove, little loon), "No Shade in the Shadow of Cross", "Dead with Dignity", "Eugene"... Ma inutile elencare o sviscerare troppo, la recensione è perfetta in questo senso: lasciarsi guidare dalle suggestioni e dalle idealizzazioni liriche-melodiche di Sufjan è la miglior maniera di godere di "Carrie & Lowell". Capolavoro: 9 - che non mi capitava di dare, appunto, dall'ultimo These New Puritans.

Ps: Segnalo la traduzione dei testi di "I translate songs": https://traducocanzoni.wordpress.com/2015/04/03/traduzione-sufjan-stevens-carrie-lowell/

salvatore (ha votato 9 questo disco) alle 13:33 del 6 aprile 2015 ha scritto:

Capolavoro! Io davvero non capisco come faccia a scrivere cose così. Come quando guardi l'arcobaleno e, al di là di tutte le menate scientifiche, ti chiedi "ma come è possibile?". 9, senza il minimo dubbio.

FrancescoB (ha votato 8 questo disco) alle 18:11 del 6 aprile 2015 ha scritto:

Sottoscrivo in pieno Mauro, un disco clamoroso, di una potenza lirica e immaginifica rara. Le melodie si librano impareggiabili, toccanti, ricercate ma pulite. Non c'è un pezzo fuori posto. Quanto a resa (parere personale), siamo dalle parti di "For Emma, Forever Ago" o del debutto di Lekman: tantissima roba, quindi. Canzone d'autore che si libera di ogni cliché e riesce nell'impresa più difficile: mettere a nudo l'anima dell'autore senza scadere in retorica e sentimentalismi. Per il voto ripasso, ma 8 mi sembra il minimo indispensabile.

gull alle 0:45 del 7 aprile 2015 ha scritto:

La magia di questa musica: in auto con mio figlio di appena due anni, un gran chiacchierone, parte "should have known better", alzo il volume. Sul finire del pezzo chiedo al piccolino "ti piace?" e lui sta in silenzio, mi guarda e fa un'espressione che non riesco a definire (oserei dire di seria commozione) e poi, sempre in silenzio mi fa un cenno di approvazione con il capo chiudendo gli occhi. Io lo guardo e lui mi ripete il gesto, non una parola.

Jacopo Santoro (ha votato 8 questo disco) alle 17:30 del 4 ottobre 2015 ha scritto:

Grazie gull, per questa toccante testimonianza.

nebraska82 (ha votato 8 questo disco) alle 18:56 del 7 aprile 2015 ha scritto:

"should have known better" e "Death with dignity"canzoni straordinarie che rileggono la lezione di Beach Boys e Simon&Garfunkel, ma tutto il resto del lavoro mi ha convinto, nonostante sia più scarno del solito....davvero un gran ritorno.

fabfabfab, autore, alle 19:05 del 7 aprile 2015 ha scritto:

Vi giuro che non mi aspettavo pareri così positivi su questo disco. E' incredibile come il messaggio (che è davvero così privato e profondo da lasciare senza parole) sia arrivato in maniera tanto evidente. La conferma del genio di Sufjan Stevens è arrivata più con questi pochi accordi che con i mille accorgimenti di "The Age of Adz".

The musical box alle 23:41 del 7 aprile 2015 ha scritto:

Un capolavoro...toccante e mai banale o autodistruttivo...sensibile..emoziona sinceramente..grazie

NDP88 (ha votato 6,5 questo disco) alle 16:39 del 8 aprile 2015 ha scritto:

A costo di risultare snob e impopolare devo dire che questo è un album sopravvalutato.

benoitbrisefer (ha votato 8 questo disco) alle 14:21 del 9 aprile 2015 ha scritto:

Fino a questo disco, pur apprezzando molto Sufjan Stevens, per le qualità compositive, avevo dovuto sforzare il mio entusiasmo di fronte ai barocchismi dei suoi album che non rientrano nei miei standard di eccellenza. Qui siamo di fronte invece ad un'opera complessa e al tempo stesso di sublime semplicità comunicativa e con una carica di intensità emotiva che non può lasciare indifferenti. Splendido.

Totalblamblam alle 14:32 del 9 aprile 2015 ha scritto:

mah io resto perplesso alla NDP88...sbadigli a go-go per pezzi tutti molto omogenei. il cantato poi non cambia mai registro e l'ascolto impalla le palpebre. ho visto la copertina e mi sono detto che brutta! sembra uscita da uno di quei film tipo the hours o the others ..grattiamoci va lol. tutti gridano al miracol,o al capolavoro io aspetterei qualche mese prima di decidere. ok la mamma e il papà e il dramma personale di sufino ma qui di nuovo musicalmente parlando cosa c'è?

fabfabfab, autore, alle 15:46 del 9 aprile 2015 ha scritto:

ah Gassed, di nuovo non c'è proprio nulla. Ma è strettamente necessario per apprezzare il disco?

Totalblamblam alle 17:11 del 9 aprile 2015 ha scritto:

assolutamente no ! resta il fatto che qui, emozioni o non emozioni insindacabili, io resto perplesso su questi nove dati al disco.poi per carità ognuno vota come appunto sente. io l'ho trovato abbastanza palloso, piatto, ripetitivo un disco per indie nerds in poche parole lol ok la semplicità il diretto ma qui mancano proprio i rovesci cioppati a variare la minestra dell'ascolto.

The musical box alle 17:15 del 9 aprile 2015 ha scritto:

Io,più che da nerd lo trovo un disco per gente da una spiccata sensibilità muiscale è umana...le nove tracce sono perfette nell ambiente nella scrittura e sanno benissimo cosa trasmettere....poi hai ragione massimo rispetto per la tua visione della situazione...ma disco da nerd proprio no

Totalblamblam alle 17:28 del 9 aprile 2015 ha scritto:

dunque si potrebbe discutere su cosa sia questa spiccata sensibilità umana non ti pare? qui siamo o al ricatto emozionale dell'ascolto che fagocita tutto o al fatto di non aver allora mai sentito le polacche o i preludi di Chopin (se la butti su questo piano...) e allora di cosa stiamo parlando ?

The musical box alle 17:32 del 9 aprile 2015 ha scritto:

Stiamo parlando semplicemente di un disco personale che o si abbraccia nel messaggio e nell atmosfera oppure come dici tu ladi spazio alla noia secondo me prorpio dove non esiste...non parlo del fatto che sia un disco per pochi assolutamente anzi il contrario..cioè che certe volte una chitarra è una voce possono essere più evocative ed emozionare realmente chi ascolta senza una tremenda ricerca della novità..e in base a che cosa sarebbe da nerd? Perché è' semplice e segue il tema per tutto il disco? Ma non ci trovo molto senso in questo...rispetto che non ti piaccia assolutamente ma questo no tutto qui

Totalblamblam alle 17:56 del 9 aprile 2015 ha scritto:

ma era una battuta quella del disco per indie nerds ! a me non va di abbracciare un disco per un latente messaggio emozionale privato se non supportato da una scrittura all'altezza della situazione. qui io sento un pezzo che dura praticamente due facciate cantato tutto sullo stesso piano con quella vocina fastidiosa tutta sussurrata. per quanto mi riguarda c'è un limite a tutto. non dico che sia un disco monnezza dico solo che è un disco ruffianello alle mie orecchie. infatti non lo voto neppure non mi interessa dargli uno o nove a che serve poi? a nulla.

The musical box alle 18:19 del 9 aprile 2015 ha scritto:

La pensiamo diversamente..per me la scrittura è favolosa e la voce da brividi...lo trovo un capolavoro alla electro shock blues per intimità ed ispirazione..poi la musica proposta è' diversa ovviamente..i voti non servono a nulla siamo in sintonia..

fabfabfab, autore, alle 18:22 del 9 aprile 2015 ha scritto:

Ho capito cosa intendi. Diciamo che se questo fosse il suo primo disco, e non conoscessi nulla di quello che il disco "racconta", la prospettiva sarebbe diversa. E' un disco per fan, un disco che i fan adoreranno sicuramente. Tu non sei un fun. Have fun!

Totalblamblam alle 20:42 del 9 aprile 2015 ha scritto:

and you ghhgh non sono un fan di costui e mi chiedo ora dovrei forse esserlo ? LOL poi non è più il periodo di essere fan o meno di qualcuno, quello è un passaggio come tanti nella vita che passa e pure in fretta e furia...vedrai capiterà anche a te prima o poi. il discorso poi di francescob su verità o artificio è anche quello ormai stantio chi ci crede più? anche questo lavoro se vogliamo nella sua asciuttezza è ben costruito e pensato ma è solo troppo omogeneo per i miei gusti

The musical box alle 16:16 del 9 aprile 2015 ha scritto:

Se dovessimo giudicare gli album solo per le novità proposte allora forse si ascolterebbe un disco ogni mille....poi è ovvio è' un fatto di gusti...a me un disco semplice e diretto come questo dimostra le reali doti di un cantautore a prescindere dal tema trattato mentre ad altro fa venire sonno....è' un disco che si ama o annoia

FrancescoB (ha votato 8 questo disco) alle 16:00 del 9 aprile 2015 ha scritto:

Per me trattasi di disco dall'impatto emotivo debordante e con pochi eguali negli ultimi anni. Ci sono lavori che riescono a spezzarti l'anima in due sia dal punto di vista della costruzione musicale che per la resa emozionale (leggasi "Astral Weeks" alias il disco che cambia la tua vita), e altri magari meno complessi e originali dal punto di vista della "struttura", ma egualmente straordinari per l'impatto sul cuore (scusate l'enfasi romantica ma io la musica la vivo in questo modo; leggasi Stevens, Bon Iver, Lekman).

Naturalmente non è necessariamente vero che i primi siano "meglio" dei secondi, la percezione soggettiva qui la fa da padrona. Per me, in ogni caso, toccare certe corde in un certo modo è impresa sempre riservata a pochi, e non solo in questi ultimi anni.

NDP88 (ha votato 6,5 questo disco) alle 17:54 del 9 aprile 2015 ha scritto:

Non v'è dubbio che sia un disco valido e che possa emozionare. E' intimo, anti-spettacolare. Ma non aggiunge nulla alle decine di dischi indie-folk pubblicati negli ultimi anni. Quindi andiamoci piano.

fabfabfab, autore, alle 18:09 del 9 aprile 2015 ha scritto:

Io lo ripeto. Non deve aggiungere nulla ai dischi già usciti. Però fa la stessa cosa, benissimo. Forse meglio di tutti i dischi già usciti. Non è abbastanza?

NDP88 (ha votato 6,5 questo disco) alle 18:33 del 9 aprile 2015 ha scritto:

Non è abbastanza per giustificare certi voti. Inoltre non credo che sia perfetto neppure nella sua semplicità.

unknown (ha votato 6 questo disco) alle 18:18 del 9 aprile 2015 ha scritto:

non metto neanche io il voto...non mi ha convinto devo riascoltarlo

speravo fosse qualcosa che mi ricordasse una laura marling ad es..ma niente

laura sta in un altro pianeta di un altra galassia

FrancescoB (ha votato 8 questo disco) alle 18:38 del 9 aprile 2015 ha scritto:

Beh oddio partiamo dal presupposto che non stiamo confrontando Van Morrison con Nek (che da lassù mi perdonino l'accostamento atroce ghghgh). Io preferisco Stevens alla Marling, ma naturalmente è rispettabilissima e più che legittima anche un'opinione di segno contrario. Secondo me gli assolutismi sono fuori luogo.

Stevens secondo me possiede il quid, la scintilla in termini di scrittura, rispetto alle miriadi di artisti indie-folk dell'ultima era, e soprattutto è capace di scrivere testi meravigliosi e pezzi che sono confessioni con il cuore in mano, tutte qualità che in questo contesto inflazionato a mio avviso latitano molto spesso (io spesso noto un'enorme confezione-arrangiamento per composizioni piuttosto banali e che mi lasciano poco-nulla). La grandezza non la fa il genere, ma l'approccio del musicista al genere.

fabfabfab, autore, alle 18:41 del 9 aprile 2015 ha scritto:

Mah, anche io non è che fossi al corrente di questa manifesta superiorità della Marling. Possa accettare quella di Nick Drake, per restare sulle chitarre acustiche....

NathanAdler77 (ha votato 8 questo disco) alle 18:50 del 14 aprile 2015 ha scritto:

La Marling, un buon clone indie-pitchfork della Mitchell, ormai è oltre tutto, oltre anche le garibaldine sopracciglia di Miriam Leone…Miglior disco di Stevens, credo finirà sul podio più alto del 2015: un lirico e spettrale stream of consciousness, nobilitato da fotogrammi melodici fuori dal tempo come l’elliottsmithiana “Should Have Known Better”, “Eugene” o “Blue Bucket Of Gold” (ottimo, a riguardo, l’articolo di Claudia Durastanti del Mucchio).

unknown (ha votato 6 questo disco) alle 19:10 del 14 aprile 2015 ha scritto:

Un clone indie ....stupenda questa ..me la segno

zagor alle 20:55 del 14 aprile 2015 ha scritto:

oddio, se proprio vogliamo tirare in ballo pitchfork, da quelle parti va molto più forte stevens ( questo disco ha avuto l'immancabile 9.3) che la Marling eheh

unknown (ha votato 6 questo disco) alle 23:24 del 14 aprile 2015 ha scritto:

mmmm i critici...quelli ne azzeccassero una ....no no preferisco gli ascolti di noi utenti...

ti fai un idea migliore ....

Dr.Paul alle 0:32 del 15 aprile 2015 ha scritto:

veramente questo sarebbe un sito di critica musicale eheh... non prezzolato!!

unknown (ha votato 6 questo disco) alle 19:24 del 15 aprile 2015 ha scritto:

e no qui in questo sito è diverso.... ti spiego:

della critica fine a se stessa penso tutto il male possibile..punto uno perchè è troppo ad personam

ho visto libri di saggistica musicale dimenticarsi di album importanti o storici..guide musicali

fatte con il gusto dell autore..è quindi piene di omissioni fatte ad arte

un povero utente che non sa nulla di musica ..di colpo ha un amore fulminante verso il rock..... che scopre ,,,ad es,,, tramite i jethro tull..accede ad un sito importante di critica musicale.... dove gli spieganohe il miglior disco del gruppo in questione è .." a passion play"...quando anche i sassi sanno che non è vero..che ci sono dischi migliori di quel gruppo in circolazione..e che quello è solo puro gusto musicale del critico

in questo sito non succede cosi...qui il redattore fa un analisi critica e da una sua valutazione dopo di che gli utenti partecipano ad una discussione..e sopratutto mettono la loro valutazione...dando le loro motivazioni

un nuovo utente ..quindi ha una visione decisamente più chiara

ma è molto importante anche per persone come me che sono 40 anni che ascoltano musica rock..e che hanno dischi anche nel bagno e non sanno più dove metterli....e che cercano novità

Dr.Paul alle 23:37 del 15 aprile 2015 ha scritto:

bah i principi ispiratori sono gli stessi, tanto per i professionisti quanto per i dilettanti! poi che ognuno possa dire la sua è sacrosanto, ma accadeva anche ai tempi della carta stampata con l'angolo delle lettere al direttore. la critica quando è fatta bene (e capita spesso) è molto più lungimirante del fan.....se il critico è fallibile, il fan lo è molto di più.

salvatore (ha votato 9 questo disco) alle 11:41 del 16 aprile 2015 ha scritto:

Paolo, ma cosa ne pensi tu del disco? Sono interessato al tuo parere

Dr.Paul alle 14:34 del 16 aprile 2015 ha scritto:

be' salvo....credo sia per cultori del folk....io ho molto momenti di noia durante l'ascolto!

salvatore (ha votato 9 questo disco) alle 18:06 del 16 aprile 2015 ha scritto:

Ok... Allora ascolta solo la doppietta iniziale e goditela. Poi chiudi. Perché se mi dici che melodicamente le prime due tracce non ti convincono non ti credo

unknown (ha votato 6 questo disco) alle 18:15 del 16 aprile 2015 ha scritto:

fan?...cosa è il fan?..una persona che conserva i feticci del suo cantante preferito?..una che urla e si strappa i capelli ad ogni nota?

a parte gli scherzi io sto parlando di persone che la musica la seguono da decenni o comunque da anni...persone che piano piano si son creati un idea hanno fatto esperienza e sentito migliaia di dischi..come molta gente qua dentro ma anche fuori di qui

queste persone cosa hanno da imparare da un critico musicale ? ..nulla...o meglio c'è sempre da imparare da tutti critici o non critici

il critico magari è più portato a trasportare i sentimenti di un disco nello scritto..e finchè resta imparziale può essere un ottimo lavoro

dal momento in cui diventa parziale..automaticamente diventa egli stesso un fan..e questo comporta danni

siccome siamo tutti esseri umani..tutti abbiamo delle preferenze..il critico non si esime da questa legge

se riesce a stare comunque al di sopra delle parti..può essere d'aiuto per chi è alla ricerca di sonorità piacevoli( ma di questi c'è ne sono davvero pochi)

se invece mette a nudo le sue scelte ..diventa autoindulgente..urticante ..e la puzza sotto il naso arriva fino al pianerottolo...( e di questi ne conosco a uffa)

lasciamo perdere le lettere all'editore ..che magari prima che arrivava la lettera e che veniva formulata la risposta

l'artista coinvolto aveva già fatto un nuovo LP

io trovo che in questo sito i redattori non abbiano nulla da invidiare ai cosidetti critici mediatici

inoltre si mettono in gioco ..con altri utenti che la musica l'ascoltano la vivono ..

alla fine tu utente esperto ma anche inesperto hai sicuramente un idea di base

e tutto questo in tempo reale ..grazie ad internet

io la trovo una buonissima cosa

Dr.Paul alle 18:25 del 16 aprile 2015 ha scritto:

"io trovo che in questo sito i redattori non abbiano nulla da invidiare ai cosidetti critici mediatici". eh certo, sono la stessa cosa! per questo dicevo che i principi ispiratori sono gli stessi! poi chiaro, come dici tu, il critico deve provare a mettersi al di sopra delle parti (e certo che è difficile ma deve provarci con tutte le sue forze) altrimenti non è un critico, è un ciarlatano!

Dr.Paul alle 18:29 del 16 aprile 2015 ha scritto:

la velocità di internet certo che è positiva, io sottolineavo soltanto il fatto che prima era tutto più lento (lettera al direttore e risposta) ma il procedimento era il medesimo! il recensore-critico scriveva e gli utenti si lamentavano o si esaltavano secondo i casi.

unknown (ha votato 6 questo disco) alle 18:58 del 9 aprile 2015 ha scritto:

non bisogna necessariamente esserne al corrente...anche perchè è questione di gusti..sempre e comunque

io ho sentito opinioni simili alla mie sulla marling ( pur non facendo paragoni con questo disco) parecchie volte...... non si parla solo di siti ovviamente..ma è normale..dipende da chi ascolta ..cosa cerca nella musica

secondo me l'ultimo della marling è un disco che possiede le stimmate per diventare un punto di partenza per un nuovo tipo di cantautorato

questo invece lo trovo un disco normalissimo...però come ho scritto devo ancora ascoltarlo....bene

non voglio mettere un 6 per poi scoprire che mi piace più del previsto...e viceversa..il voto anche per me nulla conta

ma bisogna considerare invece gli utenti per cui conta

nebraska82 (ha votato 8 questo disco) alle 20:52 del 9 aprile 2015 ha scritto:

mah, che la marling sia "il punto di partenza per un nuovo cantautorato" mi sembra un po' opinabile...è un artista che si è abbeverata alla fonte di joni mitchell e sandy denny ( "once i was an eagle" era un disco carino, per carità), ma non mi sembra che abbia portato chissà quale novità, anzi. Nel caso di Stevens parliamo di un classico degli anni zero ( e che sia un classico, è indiscutibile), ha fatto un nuovo disco che, a quanto pare, sta piacendo parecchio, come non era capitato ai suoi lavori recenti....poi il tempo dirà.

unknown (ha votato 6 questo disco) alle 21:26 del 9 aprile 2015 ha scritto:

siccome sul paragone che ho fatto ho notato dello stupore ho espresso del perchè secondo me la marling ha delle potenzialità

ma in realtà avrei potuto fare il paragone con qualsiasi altro cantautore contemporaneo..nel senso che ho semplicemente detto che dal disco di stevens mi sarei aspettato qualcosa di più carino

non potevo andare a far paragoni con mostri sacri tipo va morrison o nick drake...e quindi ho scelto la marling ma poteva anche esserehope sandoval oppure damien rice

comunque lui ha comiciato nell'anno zero e lei la marling nello 06 15 anni e 10 anni insomma non c'è tutta questa differenza di carriera ...e con tutto il rispetto per me i classici sono altri

nebraska82 (ha votato 8 questo disco) alle 21:49 del 9 aprile 2015 ha scritto:

ma certamente, ci sta che questo disco di stevens non piaccia...è molto scarno, minimale, intimista...inevitabilmente un po' divide. Riguardo al fatto che sia un classico della passata decade, mi pare abbastanza assodato...vedremo la Marling cosa farà, il suo nuovo disco non l'ho ancora ascoltato, ma in passato mi è sembrata una custode abbastanza rigida di un certo cantautorato femminile

unknown (ha votato 6 questo disco) alle 21:56 del 9 aprile 2015 ha scritto:

alcuni principi dell'ultimo album della marling..presto verranno a galla in altri album cantautoriali

ma anche lei subito non mi aveva convinto cosi come stevens

infatti qui non metterò il voto ...prima voglio riascoltare bene

unknown (ha votato 6 questo disco) alle 22:45 del 9 aprile 2015 ha scritto:

alcuni pricipii ......

unknown (ha votato 6 questo disco) alle 22:46 del 9 aprile 2015 ha scritto:

principii.....gh gh che stress

nebraska82 (ha votato 8 questo disco) alle 0:08 del 10 aprile 2015 ha scritto:

il nuovo della Marling lo devo ancora sentire, ti farò sapere cosa ne penso!

B-B-B (ha votato 8 questo disco) alle 22:00 del 9 aprile 2015 ha scritto:

Questo disco è la pace dei sensi

Prima di votarlo lo voglio riascoltare bene, ma mi è sembrato davvero molto bello

fabfabfab, autore, alle 10:07 del 10 aprile 2015 ha scritto:

Boh, io fatico anche a capire questa cosa che "alcuni principii di questo disco appena uscito li vedremo nei prossimi dischi"... non è la prima volta che la leggo. Per dire che un disco ci piace non abbiamo bisogno di dimostrarne l'influenza sul futuro o di trovare dei motivi incontrovertibili che ancora devono avverarsi. Può valere per gli artisti del passato che hanno dimostrato di aver anticipato i tempi, ma come si fa a dire che "saranno influenti, vedrete". Ma che siete, figli di paragnosta?. Anzi, io sosterrei che Sufjan Stevens un po' di epigoni li ha generati in questi anni, la Marling vedremo.

unknown (ha votato 6 questo disco) alle 12:55 del 10 aprile 2015 ha scritto:

No no per carità non sono così presuntuoso da affermare cose che devono ancora avverarsi..diciamo che è una mia sensazione...la Marling già con l'altro album aveva acceso la mia fantasia ...sentivo delle cose diverse dal cantautorato degli ultimi anni....ma come ripeto è semplicemente una sensazione mia non voglio imporre niente a nessuno ne tanto meno devo dimostrare nulla ..per quanto riguarda Stevens lo trovo un po' piatto ecco tutto

fabfabfab, autore, alle 16:44 del 10 aprile 2015 ha scritto:

Non volevo mica sgridarti eh, ci mancherebbe.

Legittimo il tuo "annoiamento" con "Carrie & Lowell". Da un certo punto di vista direi condivisibile.

Clabbio86 (ha votato 8,5 questo disco) alle 22:54 del 18 giugno 2015 ha scritto:

Bello bello bello. Oserei quasi dire capolavoro.

REBBY alle 19:57 del 3 luglio 2015 ha scritto:

Finalmente il terzo dei 50 promessi eheh (questo è quello sull'Oregon). Folk minimale si, ma tutt'altro che ordinario e povero musicalmente. L'impressione è che valga più di classici americani folk minimali del nuovo millennio quali Nino rojo e For Emma ever ago. Songwriting ed arrangiamenti splendidi, altroché. Meno "sorprendente" di Illinois, ma la qualità più o meno mi pare quella. Mi sa Fab che sto giro sei stato tirchio col voto.

fabfabfab, autore, alle 23:28 del 3 luglio 2015 ha scritto:

Dai, 8 per me è un voto altissimo! Poi emotivamente avrei messo 10, ma poi sai in quanti mi avrebbero detto cose tipo " e allora i Radiohead?" "e i Pink Floyd?" Ahahh

REBBY alle 0:34 del 4 luglio 2015 ha scritto:

Ma dargli un po di più di All delighted people (che ne so 8,5, meglio 9), non pensi anche tu che sarebbe meritato? Poi agli album migliori dei Radiohead e dei Pink Floyd si può dare lo stesso od anche di più, che problema c'è? Se pensi che nel suo genere e per il suo tempo un album sia un capolavoro giusto riconoscerlo anche con il voto che lo certifica, da legenda SdM (9=capolavoro; 8,5=superlativo). Poi 8 (eccellente) lo so che è un bel voto, per carità, non discuto. La mia è una previsione, magari sbagliata (acquisirà ancora maggior valore in futuro, quando non sarà più un disco caldo eheh), questo significa la mia chiosa finale.

Dr.Paul alle 9:05 del 4 luglio 2015 ha scritto:

otto tirchio? e allora i gentle giant?

fabfabfab, autore, alle 9:10 del 4 luglio 2015 ha scritto:

Eh allora ai Genesis? Cosa devo dare, 75?

No, a parte gli scherzi ha ragione Reb. Secondo me è forse il disco che rimarrà nel futuro per Sufjan Stevens (insieme a Illinois). Il 9 ci stava. Ma non lo do da anni ormai, tutto qui.

REBBY alle 11:14 del 4 luglio 2015 ha scritto:

Oh yeah!

Giuseppe Ienopoli alle 10:54 del 4 luglio 2015 ha scritto:

... ho la soluzione esaustiva! ... basta dare 10 ai Genesis e "tagliare" drasticamente i voti di tutti gli altri ... quasi un'operazione da troika ... per ulteriori chiarimenti docimologici il "Croce o delizia srl" è sempre disponibile al solito indirizzo eheh*.

(*) ... l'eheh è un copia_incolla per gentile concessione.

Sor90 (ha votato 8,5 questo disco) alle 15:33 del 4 luglio 2015 ha scritto:

Ho letto la scaletta e mi si è stretto il cuore. Ho letto "Drown to the Blood" e sto per mettermi a piangere. Sono mesi che ripeto l'arpeggio di "Death With Dignity". "Fourth of July" (oggi) è una mazzata da non rialzarsi più. I cori di "Carrie And Lowell" andrebbero cantati in una cattedrale luterana, "The Only Thing" è semplicemente una delle canzoni più belle che abbia mai scritto.

Basta, mi decido a votare. E mi trattengo.

Utente non più registrato alle 11:19 del 5 luglio 2015 ha scritto:

Forse è quella voce sempre sussurrata a non farmi apprezzare maggiormente questo lavoro altrimenti melodicamente ricco.

21 settembre 2015 Teatro della Luna Assago (MI)

Franz Bungaro (ha votato 8 questo disco) alle 12:54 del 14 settembre 2015 ha scritto:

Un disco che emoziona, per quanto è bello e per quanto è intimamente vero.

Cas (ha votato 6,5 questo disco) alle 16:57 del 17 settembre 2015 ha scritto:

lo trovo un pò eccessivo nella sua ricerca spinta (per quanto sincera) di emozionalità e intimismo (motivo principale per cui è stato celebrato, in fondo). sebbene alcuni testi facciano il loro sporco lavoro (sì, scrive bene Stevens, ma lo si sapeva già), a livello musicale questo Carrie & Lowell mi dice proprio pochino...

Jacopo Santoro (ha votato 8 questo disco) alle 17:53 del 14 gennaio 2016 ha scritto:

Il dolore che prende corpo, sembianze, muscoli, ossa. Anestetizzando la morte.