R Recensione

7/10

Rosie Thomas

These Friends Of Mine

Viene da Seattle ma non è una furiosa grungettara, bensì una sofisticata cantautrice di quelle che sembrano uscite da un’altra epoca, nella fattispecie dagli anni’70 delle evoluzioni colte del folk. Rosie Thomas è in giro già da diversi anni (tre album alle spalle contando l’esordio datato 2001) rileggendo ottimamente quegli schemi sonori che fecero la fortuna di Joni Mitchell e Nick Drake. L’iniziale If This City Never Sleeps che apre These Friends Of Mine è un’ottima dimostrazione di tutto ciò: stile scarno che gioca su splendide melodie vocali e su dolci arpeggi di chitarra.

E l’aggettivo dolci non è tirato fuori a caso perché in effetti l’intero album è pervaso (e questo è un elemento sicuramente caratteristico) da un’atmosfera gaia, allegra e spensierata. Le chiacchiere e le risate che introducono Why Waste More Time e che salutano al termine These Friends Of Mine sono un manifesto, la testimonianza più esplicita di questa gioia di vivere. Non si deve pensare a una produzione casereccia ma alla volontà decisa di esporre al pubblico tutta la propria intimità in modo poetico.

Aldilà dello spirito giubilare dal punto vista stilistico molti brani ripetono (pur ottimamente) lo schema folk sopra descritto: ci riferiamo soprattutto a Songbird (cover dei Fleetwood Mac), a All The Way To New York City e alla splendida rivisitazione di The One I Love dei R.e.m.: il brano, spogliato delle asperità chitarristiche aggiunge se possibile ancora più pathos e tenerezza con un tono vocale morbidissimo. Ma lo stile della Thomas non è un blocco omogeneo e spesso sconfina nel campo del pop romantico, raggiungendo i maggiori picchi qualitativi quando accompagnata dalla voce calda e suadente di Sufjan Stevens, il che accade nella già citata Why Waste More Time, nella leggera sinfonia gioiosa di Much Farther To Go e nella fresca e toccante Say Hello (praticamente un omaggio alla Hello Goodbye dei Beatles, anche attraverso un ritornello che arriva vicino al plagio).

I 33 minuti del disco sono completati dalle meno esaltanti Paper Doll e Kate Song. Il riscatto è dato dalla languida These Friends Of Mine, degna chiusura di un disco nel complesso più che godibile.

V Voti

Voto degli utenti: 6,7/10 in media su 3 voti.
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C Commenti

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fabfabfab (ha votato 7 questo disco) alle 14:24 del 9 giugno 2008 ha scritto:

SUFJAN STEVENS

Il disco è decisamente gradevole. "Svetta" quando Sufjan Stevens ci mette lo zampino (si mormora che i due ... va beh). "Much farther to go", bellissima, sembra un outtake di Seven Swans.