R Recensione

10/10

Yes

Fragile

L'avvento di Rick Wakeman alle tastiere nella line-up degli Yes fu un passo cruciale perché da qui in poi la musica del gruppo londinese assume, senza ombra di dubbio, maggiore spessore tecnico e sonoro. Gli accenti già precedentemente orientati all'attitudine progressive trovano in Wakeman ciò che, probabilmente, mancava ai tempi di Tony Kaye: quel tocco tecnico in più che la straordinaria cultura e capacità musicale di Wakeman poteva facilmente fornire.

Fragile fu la prima opera con il nuovo tastierista, brillantemente affiancato dagli altri membri del gruppo, ovvero da Jon Anderson alla voce, Bill Bruford alla batteria, Steve Howe alle chitarre e Chris Squire al basso. Un cocktail esplosivo di musicisti tecnicamente molto dotati e capaci di colpire sia singolarmente, sia per la straordinaria intesa di gruppo.

L'album, splendido anche nella sua copertina disegnata da Roger Dean, già disegnatore di copertine di, fra gli altri, Earth & Fire e Nucleus, è un vero e proprio album progressive, caratterizzato dalla presenza di brani medio-lunghi in stile suite e riferimenti alla musica classica più o meno velati.

L'inizio è di quelli che tolgono il fiato. Roundabout comincia e ci si immerge subito nello "stile Yes" dopo un particolare arpeggio di chitarra acustica. I ritmi sono incalzanti ed emergono immediatamente le tastiere di Wakeman che, già da ora, fanno da preludio a quello che sarà il centro di questo brano, quasi interamente costituito su un assolo eseguito magistralmente dello stesso tastierista.

I successivi due brani, Cans and Brahms e We Have Heaven, sono due brani brevi che fungono da "passaggio" per la successiva South Side of the Sky; la prima è un chiaro omaggio al compositore Johannes Brahms, essendo un riarrangiamento di Wakeman suonato con l'organo. Allo tesso tempo, il cognome compositore austriaco è persino citato nel titolo del brano.

South Side of the Sky è un'altro brano abbastanza esteso a livello di durata; anche qui tastiere e chitarre sono in bella mostra; Howe è in splendida forma ed il brano è molto fluido e piacevole. Passando per i brani successivi, ossia il breve Five Per Cent For Nothing (canzone senza testo il cui titolo rievoca il "5 percento per nulla" che incassavano gli agenti sulle entrate totali della band), Long Distance Runaround, The Fish (Schindleria Praematurus) e per la struggente Mood For A Day, assolo di chitarra acustica suonato in maniera semplicemente emozionante da Steve Howe, si arriva alla superba conclusione di questo meraviglioso lavoro degli Yes; si arriva nel "Cuore del Sorriso", si arriva a Heart Of The Sunrise.

Questo è il brano più lungo dell'album con i suoi undici minuti e mezzo; in esso si susseguono sonorità incisive in alcuni punti, soavi e delicate in altre. La voce di Jon Anderson risulta essere mai fuori luogo e sempre capace di cadere nella maniera più dolce possibile sul tappeto sonoro tessuto dagli altri quattro musicisti. Un brano intenso ed emozionante, questo, che si conclude con una reprise di We Have Heaven, quasi a voler chiudere l'album in maniera "ciclica", invitando l'ascoltatore a ricominciare da capo, un po' come fecero i Genesis in Selling England by the Pound.

Un album fondamentale, un capolavoro di tecnica mista ad emozione, una grande prova da parte di questi musicisti che pochi mesi dopo sarebbero tornati a sorprendere con Close to the Edge, dimostrando straordinaria ecletticità e capacità di svariare finanche alla musica classica. Un album che riesce a far breccia immediatamente grazie alle sue svariate peculiarità e sfaccettature.

V Voti

Voto degli utenti: 8,8/10 in media su 40 voti.
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bart 7/10
Cas 8/10
dalvans 10/10
REBBY 8/10
tecla 7/10
loson 8,5/10
alekk 9/10
rubiset 8,5/10
datrani 8,5/10
Lepo 8/10
B-B-B 10/10
Mushu289 9,5/10
Robio 7/10
Lelling 10/10
PehTer 9/10
inter1964 8,5/10
ManuWR 9/10
brogior 9,5/10
Me3cury 10/10
Dengler 7,5/10

C Commenti

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bart (ha votato 7 questo disco) alle 13:01 del 27 novembre 2010 ha scritto:

Notevoli i pezzi lunghi, quelli brevi mi sanno un pò di riempitivi; tra quest'ultimi spicca "Mood for a Day".

classicsor (ha votato 8,5 questo disco) alle 23:30 del 30 agosto 2013 ha scritto:

si condivido, in questo album gli Yes fanno più di due brani 'riempitivi', comunque bel disco da 8,5

dalvans (ha votato 10 questo disco) alle 15:02 del 23 settembre 2011 ha scritto:

Epocale

Il primo capolavoro degli Yes

Alfredo Cota (ha votato 8 questo disco) alle 20:56 del 31 ottobre 2011 ha scritto:

Embrionale ma ottimo

alekk (ha votato 9 questo disco) alle 21:57 del 30 dicembre 2012 ha scritto:

splendido. per me il loro miglior disco,meglio anche di close to the edge

jekspacey (ha votato 9 questo disco) alle 11:04 del 10 giugno 2013 ha scritto:

A mio parere non raggiunge la perfezione del successivo "Close to the edge" ma è comunque un album eccellente, stracolmo di pezzi incredibili ed eseguiti in modo artisticamente perfetto !

Mushu289 (ha votato 9,5 questo disco) alle 15:59 del primo settembre 2015 ha scritto:

se non fosse per quei riempitivi sarebbe al livello di Close To the Edge

Lizard alle 20:36 del 15 giugno 2019 ha scritto:

Ma quali riempitivi?!?!?!? Non parlare per sentito dire. Ascoltati meglio l'album. È tutto perfetto: 4 brani splendidi + 5 di piu breve durata (ognuno incentrato su un membro del gruppo), poi fra l'altro sono anch'essi dei capolavori. L'album così è e così doveva essere. Altrochè Riempitivi!

cthulhu (ha votato 8 questo disco) alle 8:39 del 30 settembre 2015 ha scritto:

"Heart OF The Sunrise" e' paradisiaca. Se non fosse per qualche brano troppo frammentato sarebbe da 9

tonysoprano (ha votato 9,5 questo disco) alle 21:08 del 8 aprile 2016 ha scritto:

Album incredibile, che non raggiunge la perfezione per colpa di The Fish.

Utente non più registrat (ha votato 8 questo disco) alle 13:42 del 22 febbraio 2018 ha scritto:

Non sono d'accordo con voi: i brani brevi sono esercizi di stile decisamente interessanti: fossero così tutti i "riempitivi"! Pensate ai brani corti di YES ALBUM, quelli sì sono riempitivi