V Video

R Recensione

7/10

Autechre

Move Of Ten

Decisi ad uscire dal cerebrale e complesso trittico degli estremi (profondamente inconscio, maledettamente razionale), che precedette “Quaristice” (penso a “Confield”, “Draft 7.30” e “Untilted”) e ad allontanarsi da questo con il salto olimpionico a nome “Oversteps”, gli Autechre con “Move Of Ten” partorirono il gemello (dizigote) con qualche mesetto di ritardo. La profondità femminile dei paesaggi ambientali post-apocalisse, intervallata da sinfonie struggenti (ricordate “known(1)” e “see on see”?), con la componente ritmica, prima predominante, relegata a ruolo di osservatore, aveva bisogno di un motivo compensatorio. E cos'era meglio di un fratellino, un lp (sarebbe l'undicesimo) camuffato da ep (il decimo), per svolgere un ruolo così importante?

E una decisa virata verso la “ratio” maschile avviene sin dall'apertura, con “Etchogon-S”, in cui crescendo melodici vengono interrotti e intervallati da frattaglie ritmiche senza un apparente coerenza temporale. “Dritturetechno prima lievi (“y7”) e poi gravi (“M62”) imbastardite da schizzi sonori figli di pentatoniche robotiche. Sguardi all'indietro, verso un tempo che fu (gli amati 90's), momenti di suspence, attimi da “thrilling”, da “brr che sta succedendo”, in cui pattern ritmici old-style (caro vecchio “Tri Repetae”) si giovano di echi claustrofobici e orrorifici (“pce freeze 2.8i”) e vecchie glorie electro hip hop vengono proiettate oltre (oversteps?) e incanalate in fratture glitchy pazzesche (“rew(1)”). Ma “Move Of Ten” non si permette di disdegnare gli scenari ambientali esplorati dalla gemella (diversa) “Oversteps” e lascia spazio anche ad un'ambient commovente e drammatica, vedi (senti) “nth Dafuseder.b”, gli scenari post-apocalisse di “iris was a pupil”, i fuzz di “no border” e l'ingenuità aphexiana di “ylm0”. E infine, per chiudere in bellezza e sottolineare il proprio genio, “Cep puiqMX”: gemma di beat decomposti e glitch strozzati accompagnati da impressioni melodiche da fine del mondo.

Sempre distanti da mode, hype e correnti, gli Ae si sono nuovamente dimostrati coerenti con la loro realtà interna. La loro individuazione (intesa nella sua accezione junghiana) con “Move Of Ten” palesa la volontà di riallacciarsi a quei capolavori del ventesimo secolo che sembravano aver dimenticato, unendo le loro anime maschili (la ragione) e femminili (il sentimento) per convogliarle in un'opera legata al passato ma proiettata in avanti, diretta verso un futuro incerto e traballante dai connotati chiaroscuri. Un lavoro umorale e intelligente, emotivo e razionale, coinvolgente e distaccato. Perché B&B (Booth e Brown), per fortuna, non smettono di stupire, e, probabilmente, nemmeno loro sanno dove andrà a finire la loro esplorazione musicale egocentrica. Ma di una cosa possiamo essere certi. Sicuramente, “oversteps”. Chapeau.

V Voti

Voto degli utenti: 6,5/10 in media su 2 voti.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.