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R Recensione

8/10

Autechre

Oversteps

Non è per nulla facile giudicare una nuova tappa del percorso musicale degli Autechre. Quando si ha a che fare con una delle realtà più rilevanti del panorama elettronico degli ultimi anni, contestualizzare la nuova opera nel periodo odierno e inserirla nella loro evoluzione artistica personale diventa impresa ardua e pericolosamente esposta a critiche ed attacchi. E le difficoltà si moltiplicano se si parla di artisti del loro calibro: la musica di Sean Booth e Rob Brown, le due menti dietro il nome Autechre, ha sempre presentato tinte forti e sapori decisi, in una forma complessiva che "o si ama o si odia". 

Scelgo quindi di giocare a carte scoperte, confessando in prima battuta che io AMO: loro come artisti sperimentali, la loro musica perchè unica e inimitabile, e l'intero filone ambient-techno come uno dei generi che meglio riescono a stimolarmi i circuiti dell'anima cibernetica ed electro-sensibile che mi è stata donata.

Oversteps è il decimo album in studio di una stellare discografia che copre quasi vent'anni, e che include quello che probabilmente è il massimo capolavoro dell'ambient-techno nel momento di suo maggior splendore, Incunabula del 1993. In un’intervista di qualche anno fa, Sean Booth descriveva i progressi degli Autechre come un continuo inseguimento di un punto focale che si muove non in una precisa traiettoria, ma gira intorno ad un centro di gravità, rimbalzando contro pareti mobili. In effetti il duo mancuniano non si è mai allontanato dallo stile che li contraddistingue, rimanendo sempre piuttosto fedele a una religione fatta di suoni aspri ed urticanti, contro i quali ogni emozione viene freddata e respinta indietro con violenza.

Con quest’ultimo disco, le spire del loro incedere vorticoso si dilatano, orbitando a debita distanza dal nucleo gravitazionale. L’atmosfera di Oversteps nel complesso è tenue e rarefatta, risultando nei fatti lontana dalle spigolose indagini percussive degli ultimi lavori (Quaristice su tutti). I nuovi Autechre pensano new age e si avvicinano al chill out, abbandonandosi in misteriose astrazioni e mood trasognanti di pregevolissima fattura. L’estatica krYlon ha la purezza di un cristallo, la struggente known(1) è esotica ed esoterica. see on see è una cascata ipnotica nelle viscere di noi stessi. 

La componente melodica è tanto preponderante da venir percepita come un raro e inaspettato privilegio, presente in questo come forse in nessun altro loro album. Raffinatezza ed eleganza raggiungono livelli elevatissimi grazie ad acrobazie strumentali come O=0 o r ess, dense di quei suoni ricercati che rendono Oversteps un album particolarmente sofisticato e selettivo.

Nelle ammalianti dissoluzioni di Treale, d-sho qub o qplay invece, ritroviamo sonorità più vicine a quelle a cui ci avevano abituati, con fascinosi tappeti ritmici che accompagnano il sodalizio tra le evoluzioni astrali della musica e le nostre onde cerebrali. Ascolti introspettivi da godersi ad occhi chiusi, possibilmente di fronte ad un tramonto purpureo.

A chi li accusa di essere a corto di idee, o a chi chiede loro il perchè abbiano fatto determinate scelte, Sean e Rob ridono spudoratamente in faccia. La creatura Autechre non è una società di ingegneria o design. Quello che loro fanno è semplicemente entrare in studio, e tradurre in musica (nella LORO musica) qualsiasi suono essi riescano a produrre con la vasta selva di strumenti a disposizione. In altre parole: agli Autechre non servono idee, ma solo una sana dose di ispirazione.

E per chi vi parla, Oversteps è uno dei dischi più ispirati ed emozionali degli ultimi anni.

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Voto degli utenti: 6,7/10 in media su 14 voti.

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tramblogy (ha votato 6 questo disco) alle 9:47 del primo maggio 2010 ha scritto:

pochissimo d' accordo

completa la tua discografia autechre...poi mi dici

a cosa ti sei abituato?

synth_charmer, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 9:57 del primo maggio 2010 ha scritto:

intendi la frase "Nelle ammalianti dissoluzioni di Treale, d-sho qub o qplay invece, ritroviamo sonorità più vicine a quelle a cui ci avevano abituati" ? Semplicemente, sto parlando di tracce con componente ritmica. Gli ultimi 10 anni di Autechre sono stati molto "percussivi". Tu sai trovare un lavoro recente con una componente melodica tanto sviluppata?

tramblogy (ha votato 6 questo disco) alle 10:10 del primo maggio 2010 ha scritto:

ciao sinth...sei tu...

si intendo questo e intendo anche la tua introduzione....cè poco da dire ma se vuoi anche tanto...per me purtroppo loro scivolano in basso già dal loro 4 disco e stiamo parlando di fine anni 90...sperimentali va bhè,gli effetti speciali non durano nel tempo,e questa parola non può giustificare l'assenza di melodia (per me importante) , qui oramai è tutto inascoltabile, sopratutto ostico, sgradevole duro difficile (come da definizione)....un disco quasi inutile a confronto del loro periodo migliore. perchè dimenticare? perchè privarsi di un sentimento?

troppo freddo e distante.

synth_charmer, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 10:16 del primo maggio 2010 ha scritto:

Trovo ciò che dici molto strano. Lo condivido, per i dischi dopo Tri Repetae: hanno accentuato molto il loro carattere ostile, e posso capire quando parli di dischi inascoltabili. Ma fino a Quaristice. Oversteps è tutto tranne che inascoltabile c'è tantissima melodia. Concedigli ancora qualche ascolto, dagli più fiducia

tramblogy (ha votato 6 questo disco) alle 10:16 del primo maggio 2010 ha scritto:

e ancora....

i primi due dischi sembrano usciti dal deserto caldo lunare, proiettano sonorità spaziali....poi pian piano si è tornati alla terra, per concludere il viaggio nel quotidiano metropolitano avanguardistico da opera d'arte moderna...heee troppo bello per essere duraturo...ora mi metto su amber! ciao

tramblogy (ha votato 6 questo disco) alle 10:17 del primo maggio 2010 ha scritto:

ci posso provare sinth...ma manca lo spazio di cui sotto.

synth_charmer, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 10:25 del primo maggio 2010 ha scritto:

RE: i primi due dischi

non dimentichiamoci che stiamo parlando di quasi 20 anni fa. Sono due capolavori, in un periodo completamente differente. Però non possiamo giudicare un disco uscito 15 anni dopo su quei parametri, nè "viziare" i nostri ascolti aspettandoci che possano sempre ripetere quei livelli ah, l'aspettativa, che brutta cosa..

tramblogy (ha votato 6 questo disco) alle 10:40 del primo maggio 2010 ha scritto:

no no..nessuna aspettativa...

viene solo la malinconia quando leggo commenti troppo positivi (io ho dato la sufficienza)...e in questo caso è difficile dimenticare o rapportare, in fondo sono loro...sono sempre loro...ma le idee invecchiano e la genialità con essa....senti che archi, senti che sinth..roba di lusso, roba grossa!

ma i gusti...

ciao

(avanti un' altra coppia...)

synth_charmer, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 11:14 del primo maggio 2010 ha scritto:

Ovviamente la percezione è personale. Io di quest'album mi sono letteralmente innamorato, ed è una reazione soggettiva (come ho cercato di far capire nell'introduzione). Il mio giudizio troppo alto? pensa che c'è stato un errore, io avevo messo mezza stella in più. Ho già informato la redazione di questa discrepanza.

Filippo Maradei (ha votato 9 questo disco) alle 12:26 del primo maggio 2010 ha scritto:

Ma questo è un disco assolutamente da 9, altro che "freddo", "distante" e "inutile". E' dai tempi di "Incunabula", di "Tri Repetae++" che non sentivo "un'elettronica delle emozioni" così vera, strutturata e destrutturata, disorientante, eppure evocativa come poche.

Ottima recensione Carlo!

alfredjarry alle 13:40 del 2 maggio 2010 ha scritto:

warp and more

Come ebbi modo di dire in un altro intervento, poche cose del catalogo WARP hanno resistito al tempo... Certamente qualcosa degli Autechre e di Aphex Twin (ma solo una parte della discografia) Degli Autechre posseggo 6-7 CD, non ricordo esattamente. Le intuizioni iniziali (buone ma non eccezionali) si sono in seguito trasformate in flussi elettronici de-costruiti. Un loro marchio di fabbrica: interessante ma formalmente spesso irrisolto. Ripeto, tutta questa ondata di produttori "intelligent" sono stati ben presto superati dagli "analogici" (glitch), quindi Panasonic, Ikeda e Noto in primis. Almeno per quanto riguarda l'elettronica "pura"...

synth_charmer, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 13:53 del 2 maggio 2010 ha scritto:

RE: warp and more

Si, ne avevamo già parlato su "Frequencies" degli LFO. Sull'involuzione della musica degli Autechre nel tempo credo che tutti siano d'accordo (sul fatto che i primi dischi fossero modesti se ne può parlare). Il mio consiglio comunque è si ascoltare quest'ultimo lavoro con mente aperta, senza aspettarsi un Amber pt. seconda. Se lo ascolti senza pregiudizio, sono convinto che ti piacerà

alfredjarry alle 14:12 del 2 maggio 2010 ha scritto:

ascolto

Sto ascoltando per curiosita' le tracce inserite su you-tube... Non mi dipiacciono, come quasi tutta la produzione Autechre.

synth_charmer, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 21:03 del 4 maggio 2010 ha scritto:

Boh, la redazione non risponde a proposito del voto. Lo riconfermo qui

jackiestewart (ha votato 3 questo disco) alle 22:04 del 4 maggio 2010 ha scritto:

freddo....freddo...freedddooooo

Alessandro Pascale (ha votato 7 questo disco) alle 23:39 del 4 maggio 2010 ha scritto:

a nome della redazione

sui voti superiori al 7 la redazione si riserva dopo lunghi concili postribolari di decidere sull'eventuale abbassamento dei voti. Questo non per andare in spregio dei recensori che tanta fatica, competenza e passione mettono nei loro lavori ma per cercare di mantenere un criterio uniforme nella scala dei voti ed evitare che fiocchino capolavori quotidiani. Si cerca cioè soprattutto per i voti alti di cercare un riscontro più oggettivo possibile, tenendo conto che l'oggettività assoluta non esiste, ma che una redazione di 10-15 recensori esperti e competenti possa in certi casi giudicare meglio del singolo recensore che per quanto bravo e competente può talvolta essere troppo soggettivo.

Insomma senza offesa Carlo, ma il disco non ci sembrava da 9 (voto che vogliamo mantenere per una manciata di dischi il più unanimemente ritenuti "gioielli", al fine di evitare una reale perdita del voto elevato). Spero non te la prenderai... ti assicuro che noi tutti ci sforziamo quotidianamente di essere il più possibile attenti a giudicare realmente il disco in oggetto e a frenare i nostri entusiasmi talvolta ingiustificati. io stesso in passato ho dato alcuni 9 di cui sicuramente oggi mi pento non poco, quindi speriamo che queste misure possano essere accettate come utili per gli utenti, per il recensore stesso e per il mantenimento della professionalità del sito. E ora se permettete torno alla mia lettura serale impegnata.

fabfabfab (ha votato 6 questo disco) alle 11:01 del 5 maggio 2010 ha scritto:

RE: a nome della redazione

Ovvero "Corna vissute"

Alessandro Pascale (ha votato 7 questo disco) alle 23:39 del 4 maggio 2010 ha scritto:

ah cmq

per quanto mi riguarda è un bel dischetto, anche se non così imprescindibile

synth_charmer, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 9:47 del 5 maggio 2010 ha scritto:

Come credo di aver espresso nella recensione, il mio è un giudizio da appassionato, quindi soggettivo e, se vogliamo, "di parte". Mi aspettavo normali resistenze, ma non ero a conoscenza di questo meccanismo. Nessun problema, comunque per quanto riguarda il disco, guardandomi intorno ho notato che è stato apprezzato, da critica e pubblico, più di quanto ci si possa aspettare. Insomma, la mia impressione non è stata la folle esagerazione soggettiva di un singolo pir.. ehm, recensore

fabfabfab (ha votato 6 questo disco) alle 15:09 del 7 maggio 2010 ha scritto:

Per me sono quasi degli intoccabili, ma qui mi sa che siamo un pochino sotto i loro standard...

synth_charmer, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 23:49 del primo luglio 2010 ha scritto:

Move On Ten

A pochissimi mesi di distanza da Oversteps, esce il nuovo lavoro degli Autechre, Move On Ten. E scopriamo che l'intenzione è stata quella di separare nettamente gli stili dei due album, dedicando Oversteps alla ricerca appassionata e coraggiosa di melodie e suoni a loro nuovi, e rendendo nel frattempo Move On Ten più conservatore e legato al loro suono "classico". Un'iniziativa che personalmente mi trova favorevole, così posso continuare a godermi Oversteps e nel frattempo con nonchalance cestinare Move On Ten con un tiro da 3 punti già dopo il primo ascolto ridendo in faccia a chi dice che questa è la musica del futuro. Unico grande rammarico, Iris was a pupil, l'unica vera perla purissima di Move On Ten che sarebbe stata benissimo in Oversteps (mentre lì diventa una statua nel deserto)