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R Recensione

7/10

Com Truise

Galactic Melt

Com Truise, o del chillwave in versione nerd. Seth Haley, dal New Jersey, con la sua aria da buttafuori molto incazzato, ha iniziato a pubblicare, dopo anni come dj, nel pieno dell’ondata glo-fi, e lo ha fatto con un Ep (“Cyanide Sisters”) che declinava la nostalgia per gli ‘80 soprattutto come un recupero maniacale dei suoni proto-elettronici. Lo distingueva già allora dal resto dell’ondata una maggiore calligrafia ‘tecnica’ e la preferenza per suoni puliti, senza vocals a renderli ondivaghi e fluttuanti.

Geometrie piane in chiave synth-wave, si direbbe, che ora trionfano nell’esordio sulla lunga distanza. “Galactic Melt” è una colata di synth eighties ritoccati in chiave sci-fi, tra bassi italo e basi electro-kosmiche che costruiscono un panorama da retro-fantascienza inquadrato però da una spaesata prospettiva modernista. Il disco è stato pensato, a detta di Haley, come una colonna sonora ‘mentale’ di un film (mai girato) su un robot astronauta. «I see things visually first and think “what would that sound like?”», ha confessato Haley, e in effetti la visualità di “Galactic Melt” si tocca con mano, tra arpeggi elettronici spaziali e contorni ambient interplanetari di tastiere perdute (Dylan Ettinger, Stellar OM Source). Niente cantato, al più lacerti di una voce robotica (il pop di Ford & Lopatin è altra cosa).

Ne esce un disco dotato di un suo fascino visionario, ormai distante dalle coordinate glo-fi: è una specie di chillwave "come l'avrebbero pensato nel 1983 se avessero saputo che sarebbe esistito" (Haley ha dichiarato di essere molto attratto dalle visioni del futuro proposte in certi film d'antan), molto compatto nelle linee, ma sciolto, come nella copertina, da paranoie un po’ malate. Vedi il tocco morboso di “VHS Sex”, gli echi di beeps in riverbero stellare di “Air Cal”, o le melodie disperse di “Brokendate”, con un apice di disorientamento nella seconda metà, quando il robot (tech-déraciné) si smarrisce nel cosmo (“Hyperlips”, “Ether Drift”).

Facile che la proposta di Com Truise finisca, pur essendo partita fianco-a-fianco col movimento glo-fi, sempre più lontana da quei lidi. Che è interessante concettualmente, nella misura in cui dimostra in quanti rivoli si possa sviluppare una sorgente all’apparenza non molto ricca, ma è tutto da vedere se rimarrà interessante anche nei risultati musicali. Per ora, pollici su.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 3 voti.
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Cas 7/10

C Commenti

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synth_charmer (ha votato 7 questo disco) alle 8:49 del 9 agosto 2011 ha scritto:

ecco, nel fatto che colloco questo disco tra i più riusciti dell'era chillwave si vede tutto il mio amore per il coraggio di andare oltre qui il ragazzo si stacca da quel filone, e interpreta il SUO modo di rendere la nostalgia. Lo fa abbondando di synth, che in effetti da soli fanno retrologia al 100%. E poi diciamolo, inizia a sentirsi la necessità di un ritorno all'high-fidelity, dopo due anni di dischi iniziano a somigliarsi più o meno tutti. Qualcuno ha detto 'il glo-fi diventa miami-vice' mi piace!

crisas (ha votato 5 questo disco) alle 0:15 del 10 agosto 2011 ha scritto:

Il problema di questo album ( in verità conosco soltanto 4 canzoni ) è che è mi sembra troppo legato alle sonorità lo-fi, tolte queste rimane veramente poco, è un pochino vuoto.

Se volete qualcosa di simile c'è il bellissimo album dei Games - That we can play.

Comunque le bassa fedeltà è già stata rivoltata come un calzino direi che può bastare

Filippo Maradei alle 0:48 del 10 agosto 2011 ha scritto:

RE:

Hai sparato un 5 a un album dopo averne ascoltato meno della metà?

crisas (ha votato 5 questo disco) alle 2:02 del 10 agosto 2011 ha scritto:

No, il mio voto come ho scritto è riferito alle 4 canzoni, certo, se dopo (ma tanto lo farò) non ho la curiosità di sentire il resto ..... vorrà pur dire qualcosa.

Cas (ha votato 7 questo disco) alle 14:36 del 26 settembre 2011 ha scritto:

bello, geometrie solide ma capaci di liquefarsi in incursioni cosmiche, melodie ficcanti, synth grattosi, per un effetto d'insieme policromatico e iper retro-futurista.