Com Truise
Galactic Melt
Com Truise, o del chillwave in versione nerd. Seth Haley, dal New Jersey, con la sua aria da buttafuori molto incazzato, ha iniziato a pubblicare, dopo anni come dj, nel pieno dell’ondata glo-fi, e lo ha fatto con un Ep (“Cyanide Sisters”) che declinava la nostalgia per gli ‘80 soprattutto come un recupero maniacale dei suoni proto-elettronici. Lo distingueva già allora dal resto dell’ondata una maggiore calligrafia ‘tecnica’ e la preferenza per suoni puliti, senza vocals a renderli ondivaghi e fluttuanti.
Geometrie piane in chiave synth-wave, si direbbe, che ora trionfano nell’esordio sulla lunga distanza. “Galactic Melt” è una colata di synth eighties ritoccati in chiave sci-fi, tra bassi italo e basi electro-kosmiche che costruiscono un panorama da retro-fantascienza inquadrato però da una spaesata prospettiva modernista. Il disco è stato pensato, a detta di Haley, come una colonna sonora ‘mentale’ di un film (mai girato) su un robot astronauta. «I see things visually first and think “what would that sound like?”», ha confessato Haley, e in effetti la visualità di “Galactic Melt” si tocca con mano, tra arpeggi elettronici spaziali e contorni ambient interplanetari di tastiere perdute (Dylan Ettinger, Stellar OM Source). Niente cantato, al più lacerti di una voce robotica (il pop di Ford & Lopatin è altra cosa).
Ne esce un disco dotato di un suo fascino visionario, ormai distante dalle coordinate glo-fi: è una specie di chillwave "come l'avrebbero pensato nel 1983 se avessero saputo che sarebbe esistito" (Haley ha dichiarato di essere molto attratto dalle visioni del futuro proposte in certi film d'antan), molto compatto nelle linee, ma sciolto, come nella copertina, da paranoie un po’ malate. Vedi il tocco morboso di “VHS Sex”, gli echi di beeps in riverbero stellare di “Air Cal”, o le melodie disperse di “Brokendate”, con un apice di disorientamento nella seconda metà, quando il robot (tech-déraciné) si smarrisce nel cosmo (“Hyperlips”, “Ether Drift”).
Facile che la proposta di Com Truise finisca, pur essendo partita fianco-a-fianco col movimento glo-fi, sempre più lontana da quei lidi. Che è interessante concettualmente, nella misura in cui dimostra in quanti rivoli si possa sviluppare una sorgente all’apparenza non molto ricca, ma è tutto da vedere se rimarrà interessante anche nei risultati musicali. Per ora, pollici su.
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