Faith No More
Sol Invictus
A 18 anni di distanza dal fiacco Album of the Year, tornano in pista, con limmancabile reunion, i Faith No More: band di San Francisco che debutto nel 1985 e nome storico che traghetto lhard-rock negli anni Novanta, portandolo nel mare magnum dellalternative rock e delle più svariate contaminazioni (funk, new wave, rap) allora tanto in voga e che ricadevano sotto la casella crossover. Un percorso che raggiunse lapice nel 1992, con il mirabolante Angel Dust, uno dei lavori più influenti del rock duro americano nellintera decade.
Non che Mike Patton e soci siano rimasti con le mani in mano nel frattempo, specialmente i progetti del vulcanico Michelozzo ( dai Fantomas ai Tomahawk) hanno sempre mantenuto costante lattenzione attorno al suo nome, ma è indubbio che il rilancio della carta Faith No More al ricco tavolo della nostalgia anni 90 sia in grado di smuovere più interessi e dollaroni.
Come buona parte dei lavori di reduci, Sol Invictus non riserva sorprese ed è totalmente costruito sui più classici stereotipi della band: solito crossover cupo e teatrale ma a tratti caciarone, con momenti più felpati alternati a sfuriate metalliche dantan. Singolo di lancio è il midtempo Superhero, tipico pezzo alla Midlife crisis con le tastiere di Roddy Bottum in evidenza come ai bei tempi. Gli apici sono i tre brani più heavy e che più ricordano lapocalisse urbana e le atmosfere psicotiche di Angel Dust, ossia Cone of shame, Matador e soprattutto Separation Anxiety, forti di una sezione ritmica come al solito impareggiabile e di un Patton spiritato e istrionico come da copione: notevole anche il lavoro alla sei corde di Jon Hudson, in grado di accontentare pure gli irriducibili nostalgici del chitarrista originario della band, il mitologico Jim Martin (quello che nel video di Epic indossava la maglietta di Cliff Burton). Il resto scivola via col pilota automatico, a cominciare dagli episodi più levigati come Sunny side up e From the dead, che cercano di replicare i brani più rilassati di King for a day, fool for a lifetime, mentre la sboccata Motherfucker riporta in auge pure il lato più ironico e volgarotto della truppa comandata dal generale Patton (parliamo pur sempre degli autori di Cuckoo for Caca).
Alla resa dei conti, chi li ha amati 20 anni fa e ha voglia di un po di effetto saudade, puo comprare Sol Invictus a scatola chiusa.
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