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R Recensione

7,5/10

Paul Roland

White Zombie

Ecco che succede a frequentare personaggi come Dr. John, alias “The night tripper”, cantore della più torbida New Orleans e dei suoi intrecci musicali fra rock soul e zydeco, nonché custode di non pochi segreti sui riti voodoo. Il fascino dei rituali appresi si insinua lentamente e, poco tempo dopo, ti ritrovi ad intonare canti primitivi animisti  e devozionali, fino a che questa diventa la tua ossessione. E’ capitato così, e lo racconta l’autore, a Paul Roland, che dopo questo lavoro potrà aggiungere al proprio carnet di titoli accanto a “padrino dello steampunk” ed “alfiere del garage psych” anche quello di “evocatore voodoo”. La storia che porta a “White zombie procede con ventidue canti rituali composti da un Roland in piena febbre voodoo, ed arrangiati per voce, percussioni flauto e marimba, pensando alla sonorizzazione di un film del 1932 con Bela Lugosi, titolato appunto “White zombie”. Fallito il progetto originario, la musica scritta da Roland, così come molti dei suoi protagonisti “mai morti”,  trova una “rinascita” sotto egida completamente italiana, il giornalista di Rockerilla Max Marchini ed un gruppo di musicisti e cantanti pronti ad interpretare i torbidi protagonisti della saga. Il cuore del disco è costituito da dieci canti di Roland interpretati con raffinata ed adeguata equivocità dal chitarrista e flautista Lorenzo 3k Trecordi, dallo stesso Marchini, Annie Barbazza ed Alberto Callegari, con un ospite davvero imprevisto come Paolo Tofani dei gloriosi Area alle voci ed alla Tricanta Venta, la chitarra di sua creazione. Percussioni, chitarre twang ("Song of the black toad"), cori a voce muta, motivi rituali condotti dal flauto (Chant of the Black Cockered) atmosfere scure come la notte in un cimitero di New Orleans dominano le composizioni, alcune delle quali cantate in lingua creola dalla high priestess Paola Tagliaferro

Roland completa il quadro con sei pezzi originali, che efficacemente intervallano la trama di canti rituali. Ci sono ariose prog ballad come “Summoner of the souls” o “Papa John”, una marziale “Are we not man?” che curiosamente cita un vecchio titolo dei Devo, l’acustica “20 years ago” impreziosita dall’oboe di Camillo Mozzoni, che dona un aroma speciale anche a “Wake Madeleine wake”, nuova perla della lunga collana di entità femminili cantate da Paul. E per finire c’è il travolgente psycho rock’n roll di “Mambo jo”. Il tutto, come sempre accade con Paul Roland, condotto con assoluta dedizione ai temi trattati, mescolata con qualche manciata di irresistibile ironia. “White zombie” è un disco molto dark, ma anche molto divertente. Non dovesse piacervi, tenetevelo per voi, Baron Samedi potrebbe dissentire e mettersi sulle vostre tracce.

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