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R Recensione

9/10

The Beatles

The Beatles (The White Album)

Nell’ambito della storia discografica dei Beatles, la potenza dell’Album Bianco sta nel suo troncare di netto con l’artificiosità, l’estro immaginifico e la messa in scena psichedelica dei precedenti lavori. Niente più Sergenti Pepe e Magici Viaggi nel Mistero, l’opera è furiosamente diretta, immediata, spoglia di sovrastrutture sin dalla minimale ed epocale copertina, con quel coraggio e quella brutalità che intervengono quando qualcosa si è definitivamente rotto in una convivenza fra più persone. Non c’è niente da perdere, niente da guadagnare, i quattro non si sopportano più, le rispettive frustrazioni sono al limite, il senso di gruppo ferito a morte.

Ciascuno allora pensa per sé, i tre compositori si prendono uno studio a testa ad Abbey Road e sviluppano le proprie idee musicali senza l’appoggio degli altri. Le poche importanti interazioni fra di loro (la martellante intro pianistica di John Lennon nella McCartneyanaOb-la-dì Ob-la-da”, ad esempio) rispondono a pure esigenze di avanzamento lavori e, quasi, di sopravvivenza fisica: John detesta con tutto il cuore quella canzone e pesta (con efficacia bestiale) sul pianoforte all’unico scopo di sistemarne una volta per tutte l’arrangiamento e poter, finalmente, passare ad altro. La forza dei sentimenti più estremi ed intensi, pur se negativi come nell’esempio riportato, giova comunque all’espressione artistica e questo disco è letteralmente ricolmo di musica che trae la sua energia, ed il suo fascino imperituro, dallo scazzo clamoroso in essere fra i quattro.

L’insofferente indisciplina e la rabbiosa autoindulgenza determinano inoltre due marcate ed opposte caratteristiche dell’album: la prima, positiva, è la sensazionale varietà musicale, tematica e stilistica; la seconda, negativa, è l’eccessiva discontinuità qualitativa. Le tendenze di McCartney al superficiale ed allo stilizzato disimpegno, non più tenute a freno dall’ironia e intensità di Lennon, fanno sì che la media qualitativa generale venga abbassata da suoi evanescenti contributi come “Wild Honey Pie”, “Why Don’t We Do It On The Road” o comunque modeste cose come il countryRocky Racoon” ed “Honey Pie”. La voglia di Lennon di non essere da meno del collega, a costo di elevare alla forma canzone una qualunque banaluzza idea, è rappresentata dalla presenza di vacue situazioni come “Everybody’s Got Something To Hide Except Me And My Monkey” e “The Continuing Story Of Bungalow Bill”. Inevitabile discorso a parte merita la pseudo-avanguardistica uscita John, spalleggiato dalla Ono, rappresentata da “Revolution n° 9”: appartengo alla stragrande maggioranza di ascoltatori dei Beatles che puntualmente aziona il telecomando del proprio lettore e scivola convinta al brano successivo, interessandomi relativamente il contesto, la ragione, le peculiarità dell’inserimento di nove minuti di patchwork cacofonico in un disco di musica pop. E’ inascoltabile e tanto mi basta.

Per fortuna tali cadute di interesse sono disseminate in una pletora di luminose schegge di genialità pop: il lungo elenco comprende le intimistiche e sublimi “Blackbird” (Paul, la sua chitarra acustica ed un…metronomo! Una magia), “Julia” (John con la chitarra e il cuore in mano in irrisolta carenza affettiva. Da brividi) e “Mother Nature’s Son” nonchè “I Will” (Paul melodista superbo). Prevede per la serie “Beatles go to rock” “While My Guitar gently Weeps”  (Harrison che centra il primo dei suoi tre-capolavori-tre coi Beatles, una lirica ballata rock di enorme appeal melodico), “Dear Prudence” (onirico arpeggio di Lennon fonte di infiniti futuri plagi, tenerissimo testo. Meravigliosa) e “Yer Blues”. Contempla il miglior Lennon possibile in “Happiness Is A Warm Gun”, “Sexy Sadie” e “Glass Onion”, le più intense, profonde, imprevedibili e urticanti, veri e propri manifesti di quello che avrebbero potuto diventare i Beatles negli anni settanta se avessero superato la crisi.

Ed ancora, il perfetto esercizio formale di Paul con la elegante, ritmicamente e armonicamente creativa “Martha My Dear” (una chicca), il rock’n’roll abituale del gruppo per l’occasione addizionato della nascente componente hard (in verità del tutto ostica a questi musicisti) di “Back in USRR”, “Helter Skelter” e “Birthday”. E poi…basta così, ciascuno può mettere in fila queste trenta canzoni a suo gusto personale, tenendone non meno di cinque o sei ai piani più nobili del proprio cuore.

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Neu! (ha votato 6 questo disco) alle 13:49 del 22 marzo 2008 ha scritto:

bah, gruppo di merda... album appena sufficiente (qualcosa di buono c'è), uno dei loro dischi più riusciti...

barkpsychosis (ha votato 8 questo disco) alle 12:21 del 25 marzo 2008 ha scritto:

cosa???

gruppo di merda i beatles? meno scaruffi please...

loson (ha votato 9 questo disco) alle 13:37 del 25 marzo 2008 ha scritto:

Davvero bella questa recensione, competente, spassionata e "analitica". Inoltre ha il pregio di mettere bene in chiaro i meriti (su "Helter Skelter" ci si può scrivere a fiumi per la sua visionarietà timbrica) e i "nei" (la pedante "Revolution n. 9" su tutti) di questo disco, che resta nel complesso un'opera storica. Complimenti!

ozzy(d) (ha votato 8 questo disco) alle 9:46 del 26 marzo 2008 ha scritto:

piccoli copisti crescono

Ma l'utente Neu! riuscirà mai a esprimere un contetto suo autonomo, indipendente, e un voto che non sia preso dal sito di scaruffi? L'album è il migliore dei fab four

rubens alle 10:06 del 26 marzo 2008 ha scritto:

RE: piccoli copisti crescono

E' giovane: deve ancora affrancarsi dai suoi (cattivi) maestri

Dr.Paul (ha votato 10 questo disco) alle 14:10 del 26 marzo 2008 ha scritto:

bravo pierpaolo! nn sono pero daccordo su why don't we do it in the road che è una genialata secondo me, anche lennon ci rimase male per essere stato tagliato fuori dalla registrazione del brano (parteciparono solo macca e starr), ed anche questo fu motivo di lunghi rinfacciamenti postumi tra i due, ob-la-di-ob-la-da poi capisco che possa aver stufato, ma è bene ricordare che stewart copeland la saluto' come primo esempio di reggae bianco, mentre rocky raccoon non è un highlight ma neanche modesto ehehe, certo fatemi dire che è incredibile che fra white album e revolver nn siamo riusciti a trovare un 5 stelle per i beatles, mentre tutti gli altri li hanno fra le pietre miliari, una cosa che ci rende assolutamente originali e "fuori dal coro", per me da rubber soul in poi sono tutti cinque stelle, perdonate la faziosità! ))

ps

menzione speciale x eric clapton ospite in while my guitar gently weeps.

DonJunio (ha votato 9 questo disco) alle 10:21 del 27 marzo 2008 ha scritto:

Ma perché Lennon ce l'aveva con Sir Walter Raleigh?

Album splendido, autentico vaso di pandora del pop-rock in grado di contenere soluzioni che saranno sfruttate da centinaia di epigoni negli anni a venire. Analisi lucida e impeccabile: quando si parla di Beatles si tende sempre a scivolare sull'importanza sociale e culturale del gruppo, Pier Paolo ha giustamente evidenziato come in quest'album ci fosse una tale abbondanza di idee musicale da far fatica a contenerle. Concedetemi una citazione per "I'm so tired" di Lennon, una di quelle canzoni senza le quali forse non ci sarebbero stati i Cobain o gli Elliott Smith che tanto amo.

DonJunio (ha votato 9 questo disco) alle 10:22 del 27 marzo 2008 ha scritto:

Sul discorso di Dr.Paul, sposo il commento di Loson: in ogni album dei Beatles purtroppo ci sono dei piccoli nei, spesso un po' pretenziosi, che impediscono di dare il massimo dei voti. Recensendo "Revolver", non gli affibiai la quinta stella causa "Taxman", per me uno dei loro pezzi peggiori di sempre, e non solo per il testo.

loson (ha votato 9 questo disco) alle 11:20 del 27 marzo 2008 ha scritto:

RE:

Concordo, Junio. Qualche piccolo sgorbietto c'è sempre nei loro album "maturi", però io 5 stelle a Revolver le metto lo stesso. Magari salto "Yellow Submarine" che sinceramente mi fa un pò pena... A proposito, come fa a non piacerti "Taxman"? E' fantastica dai, con quei coretti simil-cartoon e gli assoloni psych di George! ;D (occhio poi alla citazione di "Taxman" in "Start!" dei Jam).

Quoto anche il puntuale Dr. Paul, a dire il vero: "Rocky Racoon" e "Why Don't We Do It In The Road" mi sono sempre piaciute un sacco, e rientrano a pieno titolo fra gli esperimenti farseschi più compiuti di McCartney...

Qui insomma dissento un pò sui giudizi del Don, che però sa sempre il fatto suo dato che mi esalta giustamente un gioiello come "I'm So Tired" (anche se "I'm Only Sleeping" per me è pure meglio )

RobertS alle 20:17 del 18 febbraio 2019 ha scritto:

Taxman è geniale, altro chè...con quell’assolo di chitarra acido che viene dal nulla, che ti investe così, senza preavviso...

Dr.Paul (ha votato 10 questo disco) alle 11:29 del 27 marzo 2008 ha scritto:

be junio questa cosa di taxman è rispettabile, ma è tutta tua, dovunque mi volto revolver è considerato un imprescindibile, qualcuno addirittura lo considera la vetta massima (non io), quindi questo discorso dei nei boh...volendo di nei se ne trovano ovunque, certo in un album doppio è ancora piu facile, sono nei ampiamente compensati dal resto via... basta warm gun ed i nei svaniscono nel nulla.

ecco dici senza I'm so tired niente cobain o e.smith, si, vero, ma ci sarebbe da fare un elenco lungo una quaresima, i beatles stanno anche dentro i clash, vabbe taglio corto lo trovero' io il capolavoro va...)

DonJunio (ha votato 9 questo disco) alle 13:08 del 27 marzo 2008 ha scritto:

L'idea che l'album simbolo degli anni 60 si apra con un' invettiva degna di Previti o di Valentino Rossi mi ha sempre fatto storcere il naso. E non mi si dica che era ironia, perché Harrison ha sempre avuto il pallino del denaro. Musicalmente mi sembra abbastanza canonico come pezzo, proprio come "Doctor Robert" ( a parte il refrain) e "I want to tell you". Comunque gli ho pur sempre messo 9, eh.....

PierPaolo, autore, alle 17:56 del 28 marzo 2008 ha scritto:

Harrison comincia da qui

Fino a questo disco non aveva tirato fuori niente di notevole. Le sue composizioni prima del '68 erano farraginose, ostiche strutturalmente e melodicamente, vere e proprie prove tecniche di composizione. Lo si può comprendere, così schiacciato dai due bulli del gruppo: subiva per un verso le ampie, libere escursioni melodiche del lineare e sicuro di sé McCartney, per l'altro verso le penetranti, minimali ma ingegnose intuizioni dell'insicuro e contorto Lennon. Quando é riuscito ad affrancarsi, il gruppo era ormai allo sfascio. In Abbey Road i tre compositori sono, per la prima ed ultima volta, allo stesso livello.

Vikk (ha votato 8 questo disco) alle 13:15 del 31 marzo 2008 ha scritto:

per la precisione...

Non vorrei andare fuoti tema ma "Taxman" non e' propriamente una classica canzoncina pop sia nella struttura che nell'esecuzione, l'assolo di chitarra non e' di George, ma di Paul.

Secondo me George e' sbocciato come autore proprio con"Revolver" dove sforna il suo primo capolavoro "Love You To" fondendo per la prima volta la musica pop con la tradizione indiana, il resto e' storia.

Il White Album e' in potenza un capolavoro purtroppo e' appesantito da bozze di canzoni davvero brutte, tra tutte citerei la solita "Obladi Oblada" (reggae bianco? non scherziamo dai!).

La versione di "Revolution" contenuta sull'album ha un testo piu' forte del singolo con un John Lennon non proprio pacifista, ma musicalmente la versione elettrica e' nettamente superiore.

"Revolution 9" al contrario di come la possiate pensare per me e' un ottimo patchwork rumoristico e alienante; la tanto osannata "Helter Skelter" ha piu' meriti storici che artistici, mentre la pur bella "Back in the USSR" e' solo una riscrittura / un tardo omaggio ai Beach Boys piu' classici (che su questo campo han fatto molto di meglio).

Un altra piccola nota doverosa e' la presenza di "Don't Pass Me By" la prima composizione di Ringo Starr (piuttosto inutile) che divenne numero uno in Svezia!

Dr.Paul (ha votato 10 questo disco) alle 13:37 del 31 marzo 2008 ha scritto:

eh be vikk la mia è citazione di s. copeland, che di ritmica forse, dico forse, se ne intende leggermente, dico leggermente piu di me e te messi insieme eh...eheh

Lewis Tollani (ha votato 10 questo disco) alle 14:55 del 8 aprile 2008 ha scritto:

...

Devo dire che hai fatto proprio una bella disamina di questo album, ricca, scorrevole ed argomentata. Credi di poter anche dire di essere d'accordo al 99%, in quanto Bungalow Bill credo sia un pezzo perfettamente imprefetto... lo adoro.

boy_with_VU_tee (ha votato 10 questo disco) alle 16:35 del 10 aprile 2008 ha scritto:

Il migliore album dei Fab

Un album incredibile, a mio vedere. 30 pezzi apparentemente slegati l'uno dall'altro, ma che messi insieme costituiscono un album compattissimo e di eccezionale impatto. Alcuni capolavori assoluti dei Beatles sono qua: Dear prudence, Glass Onion, Happiness is a warm gun, Julia, Helter Skelter solo per fare alcuni nomi. E poi l'inquietante, oscura Revolution 9. Must assoluto.

Lux (ha votato 5 questo disco) alle 20:49 del 10 aprile 2008 ha scritto:

ObladiObladà va a cagà!

Non comprendo il senso di questo disco

simone coacci (ha votato 7 questo disco) alle 12:21 del 13 aprile 2008 ha scritto:

Più che altro ormai sembra impossibile esprimere un (sensato) giudizio revisionista sui cocchi della regina Elisabetta senza essere investiti da una salva di pomodori e uova marce (che "porterò come medaglie" come disse Giuliano Ferrara, ahahahah).

No, a parte gli screzi (e gli scherzi), questo è uno dei loro dischi meglio riusciti, a mio avviso, dopo "The sgt." e "Abbey Road". Davvero un peccato che si siano sciolti proprio quando stavano diventando interessanti.

"Ob-la-dì, Ob-la-dà", al contrario, è l'epitome di quanto riuscissero ad essere stupidi, infantili e inutili quando ci s'impegnavano. Ma come madosca si fa ad includerla in un disco così? Oltrettutto lo stacco con le altre canzoni è netto, sembra paracadutata lì per caso da un perfetto demente. Boh...Un saluto a tutti.

P.S: Loson, non dire cazzate, che "Yellow Submarine" l'hai pure caricata sulla suoneria del cellulare e ti fai chiamare apposta per poterla riascoltare impunemente. ihihihih ciao.

loson (ha votato 9 questo disco) alle 19:10 del 13 aprile 2008 ha scritto:

RE:

Macchè "Yellow Submarine"... La mia suoneria è fissa già da un pò su "Insieme a te non ci sto più" della Caselli (che, fra l'altro è un pezzo splendido). Prima c'era "I Want Candy" dei Bow Wow Wow...DD

E cmq tu e Lux ormai vi siete coalizzati per massacrare i Fab Four, mannaggia a voi! (hihihi...) A quando l'appuntamento con Neu! per farvi 'du spaghi, riascoltarvi "Trout Mask Replica" e trovarvi d'accordo su quanto fa schifo questo mondo pop-ulista? DDDD

Dr.Paul (ha votato 10 questo disco) alle 14:33 del 13 aprile 2008 ha scritto:

ma tu sei un anti a prescindere non fai testo, non perdi occasione x sputare veleno gratuito pergiunta, un po quello che succede a me con i queen forse, ostinarsi su ob la di non ha senso, in un album doppio pop puo esserci spazio x tutto, ci sono brani fenomenali sul bianco, invece ci si attacca ad ob la di, siete circondati è inutile sparare a raffica))

simone coacci (ha votato 7 questo disco) alle 19:22 del 13 aprile 2008 ha scritto:

Guarda, Paul, ti assicuro, non intendevo essere ne gratuito, ne velenoso. è solo che al contrario di voialtri (e dei Beatles) non ho ambizioni egemoniche o colonialiste sulle opinioni altrui. Pur ascoltando i loro dischi da quando avevo 10 anni, non riesco davvero a trovarci nulla di così eccezzionale. E l'esempio di "Ob-la-dì Ob-la-dà", in tal senso, ha solo un mero valore metonimico. Mi interessava descrivere "l'accerchiamento" a cui ti riferivi, dal mio punto di vista, "partigiano", sicuramente. Ma come diceva Voltaire, sono pronto a battermi fino alla morte per preservare il vostro diritto di idolatrare, certosinamente e motivatamente nell'ottica di chi scrive la recensione, tutti i dischi dei Beatles, nessuno escluso.

Ciao, mio caro avversario, e, spero, senza rancore.

simone coacci (ha votato 7 questo disco) alle 19:33 del 13 aprile 2008 ha scritto:

X Loson: Eccolo un altro! Dietrologo e complottista che non sei altro! ihihihih Io du' spaghi me li farei anche con te e Paul (ma non fatemi cucinare per favore!),ma di cuore, credimi, purchè non finisca come in quella commedia di Neil Simon, "Invito a cena con delitto".

P.S: Io sulla suoneria c'ho "Sleep now in the fire", che mi fa ghiacciare il sangue nelle vene tutte le volte che mi chiamano di notte, mi sa che passerò alla Caselli o a qualche brano novocainico della Patty Pravo al massimo. Ciao Beatlesiani. Quando recensirete Abbey Road e Sgt Pepper, sarò più buono, lo giuro su Mick Jagger (ihihih).

Ora vi saluto che devo andare a vedere il film di Scorsese, per l'appunto, anzi, caz... è già quasi tardi.

loson (ha votato 9 questo disco) alle 10:18 del 14 aprile 2008 ha scritto:

RE:

Simo, io due spaghi con te e Lux me li farei all'istante (occhio però che potrei divorarli tutti! Gli spaghetti eh, non voi, ghgh...) D Insomma, non credo proprio che una futile divergenza di vedute sui Beatles (o sui Pink Floyd, Adriano Pappalardo o Pinco Pallino) possa pregiudicare un'amicizia o una simpatia. Eppoi io stesso, qualche anno fa, ero arrivato a farmeli dispiacere perchè "infatuato" dalla subdola prosa scaruffiana, pensa te... Per certi versi, però, comprendo anche il risentimento di Paul: quando si interviene sui Beatles non ci sono quasi mai mezze misure, e spesso spazi come questo diventano territorio fertile per offesucce a buon mercato e frecciatine gratuite. E non sto parlando di te e Lux, eh...

X Lux: guarda, io ho capito benissimo la natura scherzosa e bonaria del tuo intervento, però ammetterai che di siffatte arguzie verbali non se ne leggono molte a proposito di un qualsiasi disco di Neil Young (che pure è famosissimo e osannatissimo). E ripeto: a me non urta minimamente eh, però magari altri possono risentirsene...Ciao )

Dr.Paul (ha votato 10 questo disco) alle 22:09 del 13 aprile 2008 ha scritto:

ma no simone tu intevieni in scivolata dovunque sui beatles, lux addirittura tira fuori il cacare, ci mancava uno che intervenisse con una bestemmia e le avevamo fatte tutte ehehhe, il tuo/vostro "non trovarci nulla di eccezionale" è sacrosanto, ecco io parlavo di queen vabbe quelli forse è come sparare sulla croce rossa, ma chesso...a me sta sulle palle neil young ad esempio, un intoccabile, anche io potrei intervenire con i vaffa o in tackle scivolato quando si parla di lui, ma nn lo faccio, o almeno potrei farlo solo per cazzeggio, non lo faccio xche ho l'umilta di capire che semplicemente il canadese non fa per me, o ancora meglio forse nn sono abilitato per capirlo, questo significa veramente NON avere ambizioni colonialiste, don't you? )

Lux (ha votato 5 questo disco) alle 0:36 del 14 aprile 2008 ha scritto:

Oh my god!

"ObladiObladà va a cagà!"------che ci sarebbe di assurdo in una espressione del genere, volutamente disimpegnata e ironica?? Se un disco non mi piace, non mi piace...che c'è di anormale?"ci mancava uno che intervenisse con una bestemmia"..non starai un pò esagerando Paul?

simone coacci (ha votato 7 questo disco) alle 1:01 del 14 aprile 2008 ha scritto:

Chiusa parentesi

Mi pare che un po' stai esagerando, in effetti. Uno ha detto "gruppo di merda", l'altro "va a cagà" (e quest'ultimo scherzava) e comunque non posso rispondere per loro. E, altra cosa, non posso (e non voglio) essere accomunato a nessuno dei due (non che abbiano fatto nulla di male). Mi pare di aver sempre il massimo rispetto dei recensori e dei commentatori, al massimo me la prendo (sarcasticamente o ironicamente) col gruppo. Ho commentato due dischi dei Beatles, due, non ovunque, e solo per dire la mia. Senza offendere nessuno e senza bestemmiare. Se ho urtato la tua suscettibilità, mi dispiace, ma come facevo a saperlo? A me se entri in scivolata su Neil Young o sui Rolling Stones o perfino su Dylan, non urta affatto, ad esempio, non me ne può fregare di meno (e non perchè il tuo parere non sia importante, tutt'altro, da quel poco che leggo mi sembri una persona intelligente, e ho tendenzialmente piacere a farlo, ma perchè riguarda appunto Young & Dylan e non me).

Spero d'aver chiarito il mio punto di vista e chiudiamo qua la diatriba con una stretta di mano. Che non ha molto senso.

Parliamo (anzi parlate, o meglio, lasciamo parlare chi è interessato) del disco, che lo spazio serve a questo. Io e te ci possiamo sempre chiarire in pvt, o a cena, o dove vuoi tu. eheheh

Ammesso che ce ne sia bisogno.

Con simpatia, il tuo amico di penna,

Simone Coacci

P.S: I Queen fanno schifo anche a me, se ti fanno schifo anche i Muse, abbiamo due cose in comune, altrimenti, pazienza. ihhihi

Ciao buonanotte a tutti e scusate la parentesi.

Lux (ha votato 5 questo disco) alle 12:18 del 14 aprile 2008 ha scritto:

Beh i Beatles sono stati presi di mira ed è vero..ma per un motivo ben preciso: sono stati considerati da una vasta opinione pubblica l'"inizio" della "musica" (!), il loro nome è diventato un feticcio, il paradigma dell'innovazione (!!!)...Ovviamente tutto ciò per me è esilarante, non fosse altro che non è vero A me sembra che molte molte tracce finiscano per essere un girotondo di arrangiamenti di puro ornamento..Per carità, questo penso, ma non voglio convincere nessuno, sarebbe inutile un qualsivoglia dibattito sui Beatles con me X-D

PS: i primi Queen non mi dispiacciono affatto..ma i Muse mi stimolano il colon retto..

Dr.Paul (ha votato 10 questo disco) alle 15:06 del 14 aprile 2008 ha scritto:

non ho dato il voto al disco, provvedo ora!

riguardo il resto...ma ci mancherebbe nessuna diatriba, è uno scambio anche divertente, non è uno scontro tra tifoserie, non ho nessuna bandiera dei beatles in casa, eheh, si loson ha riassunto perfettamente il senso di tutto nn nascondiamoci dietro un dito, probabilmente partiamo da presupposti diversi, non so...lux dice beatles paradigma dell innnovazione ecc è esilarante...dunque io sono tra i pochi a cui non piace e/o nn riceve nessuna emozione dalla visione della cappella sistina, mi pongo degli interrogativi, a me verrebbe il dubbio di non essere abilitato a comprenderne il valore, ma ci sta, capita a chiunque di noi, certo a me nn verrebbe mai in mente di dire che è esilarante chi sostiene che la cappella sia un esempio di innovazione architettonica, vabbe sono punti di vista totalmente differente, il bello è questo.

ps. riguardo i muse e simone, la penso esattamente come te, muse e queen x me sono le due facce della stessa medaglia!! ahahah

Lux (ha votato 5 questo disco) alle 11:31 del 26 aprile 2008 ha scritto:

Sono stato cattivo...un 6 lo si può dare!

barkpsychosis (ha votato 8 questo disco) alle 17:17 del 27 aprile 2008 ha scritto:

mah...

a me nessuno riuscirà a togliere dalla testa che lo sport che va tanto in voga al giorno d'oggi di sparare a zero sui Beatles abbia un nome e un cognome ben precisi...ed è uno dei motivi per cui odio quell'uomo più di Berlusconi, il che è tutto dire!

Truffautwins (ha votato 10 questo disco) alle 3:43 del 8 novembre 2008 ha scritto:

5 stelle, tranquillamente

Vedo dei 3, dei 4 e la recensione ufficiale non è 5? Perchè? Non servono troppe parole, se non è un capolavoro questo!!!

Lobo (ha votato 10 questo disco) alle 10:37 del 26 marzo 2009 ha scritto:

Il più grande gruppo della Storia della Musica, senza discussione. Chi dice il contrario o è sordo o è in malafede. Grandissimi.

DucaViola (ha votato 10 questo disco) alle 13:24 del primo agosto 2009 ha scritto:

Premesso che a me piace anche l'album "please please me", ma posso considerare l'eventualità che fino ad "Help" (disco comunque già con spunti diversi dai primissimi Beatles) si possa nutrire qualche dubbio, ma da "rubber soul" in poi i loro dischi sono tutti da cinque stelle... poco importa se i brani presentino o no sprazzi più o meno evidenti di pop, o se la lunghezza delle canzoni arrivi o no ai 10 minuti (una moda dell'epoca che non ho mai trovato molto interessante e oggi sicuramente datata e prolissa)... da "rubber soul" in poi ogni album dei fab4 è un vero gioiello, esso descrive in maniera nitida ed accecante la fiamma degli anni 60 e la progressiva consapevolezza di quel decennio. Il doppio bianco è uno scrigno inesauribile di musica, di idee fantastiche. Se penso che c'è chi non l'ha mai ascoltato e parla dei Beatles...

TomooTaniguchi (ha votato 10 questo disco) alle 2:02 del 9 dicembre 2009 ha scritto:

Poche storie...

Non c'è Scaruffi che tenga. Per me questo disco è una pietra miliare della musica, non solo quella pop. Magari saranno canzonette, ma di qualità. Dal rock'n'roll di "Back In The USSR" alla favoletta di Bungalow Bill, dalla simpatica prima composizione di Starr "Don't Pass Me By" alla romanticissima "Julia"...per non parlare poi di "Revolution 9", o dell'energica e movimentata "Birthday"...insomma, il disco maggiormente maturo (assieme ad "Abbey Road") dei 4 di Liverpool.

Utente non più registrato alle 18:50 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

Degli album dei Beatles del periodo post '65 è quello che apprezzo di "meno". Se fosse stato un album singolo secondo me sarebbe stato meglio, ci sono alcuni brani che proprio non li digerisco, peggio di una peperonata a mezzanotte.

PandoFightSound (ha votato 10 questo disco) alle 11:00 del 18 dicembre 2009 ha scritto:

L'unico album dei Beatles che riesco ad ascoltare insieme ad Abbey Road. Capolavoro del pop. Punto.

sarah (ha votato 9 questo disco) alle 11:18 del 18 dicembre 2009 ha scritto:

A parte qualche caduta di tono ( "revolution" in particolare), ci sono tantissimi pezzi meravigliosi: "Julia", "black bird", "while my guitar..." etc etc....disco imponente.

galassiagon (ha votato 9 questo disco) alle 15:16 del 14 giugno 2010 ha scritto:

Il migliore dei Beatles. Non capisco tutto questo amore per Abbey Road..non c'è confronto.

BeckChurry (ha votato 7 questo disco) alle 15:52 del 12 novembre 2010 ha scritto:

Il più vario e il più creativo dei loro lavori, forse non al livello di "Abbey Road" ma sicuramente uno tra i migliori.

Utente non più registrato alle 17:11 del 15 settembre 2011 ha scritto:

mattar

ho un'alta considerazione dei beatles, ma in quest'album (forse peccando di autoindulgenza, loro stessi hanno sempre ammesso che qualunque cosa facessero i beatles a quel tempo veniva salutato come capolavoro) ci sono troppi riempitivi, che annacquano i 10-11 brani più belli. Sono da dimenticare wild honey pie, don't pass me by (modestissima) why don't we do it in the road (un po' banalotta) savoy truffle (harrison ha fatto molto di meglio) revolution 9 (bastava un minuto di quella roba lì)bungalow bill (lennon che gioca a fare mccartney lo fa così bene che riesce ad essere peggio). Per il resto lo considero un buon album.

dalvans (ha votato 7 questo disco) alle 15:26 del 23 settembre 2011 ha scritto:

discreto

Discreto disco

ThirdEye (ha votato 9 questo disco) alle 0:07 del 5 aprile 2012 ha scritto:

IL DISCO dei Beatles. Altro che Sgt. Pepper's. A mio parere il loro capolavoro.

glamorgan alle 8:31 del 9 gennaio 2013 ha scritto:

george harrison e john lennon erano i miei preferiti,mccartney a volte non mi convinceva del tutto,anche se the fool on the hill e eleanor rigby sono tra le mie preferite.Non sò perchè ma non mi è mai piaciuta here,there and everywhere,la sentò un pò troppo mielosa.Nonostante tutto reputo RAM un ottimo album,il resto degli album da solista non mi dicono granchè. Plastic ono band/all thing must pass/RAM i tre che preferisco da solisti

glamorgan alle 12:43 del 12 gennaio 2013 ha scritto:

album da 8 non di più,5/6 canzoni sono proprio insulse

FrancescoB (ha votato 9 questo disco) alle 9:38 del 18 maggio 2013 ha scritto:

Il doppio bianco racchiude una fetta importante di tutto ciò che amo dei Fab Four, in termini di eclettismo, melodismo avvicente, arrangiamenti (certo, molto meno sontuosi che altrove, ma non importa).

La sequenza: While My Guitar Gently Weeps, Happiness Is a Warm Gun, Martha My Dear, I'm So Tired, Blackbird secondo me è il vertice di tutta la loro produzione. Soprattutto la canzone sulla Feliità è pop para progressivo alieno.

ProgHardHeavy (ha votato 9,5 questo disco) alle 11:14 del 8 settembre 2014 ha scritto:

Bellissimo, il migliore dei Beatles, il più sperimentale e ragionato.

alekk alle 18:49 del 17 dicembre 2014 ha scritto:

In assoluto uno dei loro vertici . Il più sincero. Spoglio degli arrangiamenti orchestrali che spesso dominavano le loro tracce. C'è un po di tutto.: dalle ballate soffici come Martha my dear,Blackbird,Mother's nature song a tracce in scherzo come glass onion,ob-la-di ob-la-da,piggies. E poi molti del loro repertorio rock: back in the ussr,while my guitar,Birthday ,Helter skelter .

Non sono affatto d'accordo su Harrison nella recensione . Per me era il più preparato tecnicamente dei quattro e canzoni come Taxman,love you to,Within you with out you,something e here comes the Sun sono forse tra le prime 10-15 canzoni più belle che abbiamo mai fatto

Paolo Nuzzi (ha votato 9,5 questo disco) alle 9:19 del 18 dicembre 2014 ha scritto:

Disco maestoso. Lo sto riascoltando in questi giorni approfittando dell'offerta della gazzetta dello sport che ha avuto il merito di rimettere in commercio le versioni rimasterizzate del 2009 più altre chicche (antology, live at BBC nonchè Love). Il disco non arriva al 10, ma solo perchè ha quelle piccolissime imperfezioni (Savoy Truffle, Don't Pass me by, Piggies o l'eccessiva Revolution 9) che abbassano un po' il livello generale (elevatissimo) delle composizioni. Ma il disco bianco è bello anche per questo, per le sue imperfezioni. Che geni, i Beatles. Comunque qui il genio è Macca, c'è poco da fare, le sue melodie sono inarrivabili, anche quando vuole strafare (Honey Pie) e John non riesce a tenerlo a freno. I veri danni in tal senso verrano in Abbey Road (Maxwell Silver Hammer), ma lì c'è il big one che risolleva tutto, specie l'accoppiata you never give me your money/carry that weight. Immensi. P.s: Vorrei spezzare anche una lancia in favore di John: Monkey è un pezzo trascinante e grandioso, Bungalow Bill è John che fa Paul con grandissimo stile ed è deliziosa. Per quanto riguarda the quiet one sono d'accordo con chi dice che a livello tecnico era quello che ne sapeva di più, ma a livello compositivo Macca non si batte, vedi i suoi contributi in Taxman, che alla fine diventa sua al 60% per l'arrangiamento e le scelte stilistiche (quell'assolo urticante di chitarra e quel basso spaventoso, ne vogliamo parlare?) o John quando aveva i suoi lampi di genio (Mr Kite oppure, strawberry fields forever) coadiuvato dall'immenso George Martin, sebbene Harrison abbia comunque consegnato ai posteri una delle canzoni più belle dei Beatles (Something) ed una delle più belle canzoni d'amore di tutti i tempi (Sinatra docet). Amen.

RobertS alle 13:03 del 18 gennaio 2018 ha scritto:

Pietra miliare, la divina commedia del rock

RobertS alle 13:04 del 18 gennaio 2018 ha scritto:

Long long long snobbatissima, per me un pezzo da space-rock fantastico

zagor (ha votato 9 questo disco) alle 20:43 del 18 febbraio 2019 ha scritto:

fun fact, solo da poco mi sono reso conto che il giro di "dear prudence" è stato riproposto dai Grant Lee Buffalo in "Mockingbirds".

Utente non più registrat (ha votato 6 questo disco) alle 0:32 del 18 settembre 2019 ha scritto:

Butto un'opinione impopolare, ma certamente mia.

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Per me l'album bianco sarebbe dovuto essere pressapoco così: Back in U.R.S.S. (solo per iniziare in qualche maniera, ma non mi piace), While My Guitar Gently Weeps (piccolo capolavoro di Harrison, che indovina un'estetica personale e raffinata), Happiness Is a Warm Gun (non proprio a fuoco, ma memorabile), Martha My Dear (perla McCartiana), I'm So Tired (non so perché ma mi piace assai), Blackbird (un po' stiracchiata, ma eccezionale da cantare intorno ad un falò, anche se nessuno la conosce), Julia (tenera e sognante al punto giusto), Helter Skelter (molto Blue Cheer ma indubbiamente potente), Cry Baby Cry (buona), Revolution 9 (di tutta la robaccia che propone quest'album, per me questa è musica per le orecchie, anche se troppo autoindulgente) e Good Night (molto retrò ma emozionante).

Va bè, aggiungerei magari come inframezzi le scazzate ma divertenti Everybody's Got Something e Why Don't We Do on the Road, magari anche Revolution 1 se proprio uno vuole (che però è bella noiosa) e... basta. E allora l'avrei ricordato come un album del '68 sicuramente da conoscere.

Ma no, loro vogliono fare gli sborroni, e allora eccoti una vagonata di altre venti tracce utili quanto un canotto nel deserto, che scopiazzano in giro senza ritegno (Beach Boys in Back in U.R.S.S., Donovan in Mother Nature's Son, Blue Cheer in Yer Blues eccetera) o semplicemente sono aria fritta (Honey Pie? ommioddio-Obladi-Oblada? Piggies? Rocky Racoon - ma che caRRo è sta canzone? Long Long Long che è palle delle palle eccetera). Bravi, Beatles. Bella porcata avete fatto.

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Suvvia ragazzi, la maggioranza delle canzoni in questo album è di qualità bella bassa e sub-standard. Se tutti gli 8/9/10 che gli avete dato è perché ci siete affezionati posso benissimo capire, per carità, ma cavolo in caso contrario non ha senso, questo prolisso album è in gran parte composto da SCARTI.

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Leggo commenti inquietanti: uno sveglione lo definisce la Divina Commedia del rock, un altro che parla di "scrigno inesauribile di trovate fantastiche", un altro di "pietra miliare della Musica, non solo pop"...

Onestamente, credo che uno debba per forza di cose essere ABBASTANZA ignorante in materia di rock Sessantiano per considerare questo un album importante, o grande, o valido, o molto buono, o originale. Non riesco a trovarmi altre spiegazioni razionali.

Spero non scambiate la mia sincerità per arroganza.

In definitiva, il mio voto è quello della recensione. Solo al contrario.

zagor (ha votato 9 questo disco) alle 12:41 del 19 settembre 2019 ha scritto:

oddio, i Blue Cheer un brano perfetto come "Helter Skelter" non l' hanno mai nemmeno ideato, pur essendo ovviamente bravissimi e creatori di un sound unico. Dear Prudence non ti piace?

Utente non più registrat (ha votato 6 questo disco) alle 13:41 del 19 settembre 2019 ha scritto:

Secondo me Summertime Blues - che è una cover ma nei fatti è tutta un'altra canzone - e soprattutto Doctor Please nulla hanno da invidiare a Helter Skelter; ma anche le altre cose come Out of Focus e Rock Me Baby hanno una classe pazzesca (spoiler: sto preparando la recensione di Vincebus Eruptum).

Comunque no, Dear Prudence non mi piace.

zagor (ha votato 9 questo disco) alle 23:25 del 19 settembre 2019 ha scritto:

bravo, la leggero' con interesse. ps pentiti su Dear Prudence, una delle loro migliori!

Utente non più registrat (ha votato 6 questo disco) alle 11:23 del 23 settembre 2019 ha scritto:

Ma sai Zagor che m'hai fatto cambiare idea? Dear Prudence è ottima. Allora faccio che nella mia "scaletta immaginaria" la sostituisco a "Back". E bravo Zagor.

zagor (ha votato 9 questo disco) alle 20:13 del 23 settembre 2019 ha scritto:

bravi loro semmai! la reverie incantata di Lennon, il basso-monstre di Macca che regge l'impalcatura, l'assolo schizzatissimo di George...brano stupendo!

Giuseppe Ienopoli (ha votato 10 questo disco) alle 17:21 del 6 novembre 2022 ha scritto:

... e di "Happiness Is A Warm Gun" ne vogliamo parlare?! ... un vero gioiellino di inestimabile valore! Durante l'ascolto non é difficile cogliere la sequenza senza soluzione di continuità di ben sei o anche sette motivetti musicali uno diverso dall'altro in rapida successione fino a quello conclusivo ... vera ciliegina sulla torta. Adoro ... 10 al disco e 10 con lode alla canzone!

zagor (ha votato 9 questo disco) alle 13:49 del 7 novembre 2022 ha scritto:

se non ricordo male, fu la loro risposta alle critiche di Zappa che li accusa di essere troppo faciloni....allora vergarono sto brano pieno di insidie e trappole armoniche.

Giuseppe Ienopoli (ha votato 10 questo disco) alle 9:04 del 8 novembre 2022 ha scritto:

Evidentemente questa me la sono persa ... sapevo che l'uscita del White Album non suscitò entusiasmo in Frank, ma dal lungo elenco di canzoni del doppio bianco (n.d.r. trenta) salvò proprio Happiness Is A Warm Gun. Sulle accuse di Zappa nei confronti dei Beatles "facili" potrei dire che Frank ha investito molto nell'essere diverso e nel prendere le distanze dai contemporanei più popolari. Ma per onestà va detto che la musica di Zappa si esprime anche sotto forma di parodia dissacratoria e aggiungerei che la parodia per essere efficace e produrre business ha bisogno di puntare su cose molto note ... e chi meglio dei Beatles. Lo aveva capito bene anche il "beneamato" informatico, saggista e critico musicale italiano naturalizzato statunitense Piero Scaruffi. Se la regia è pronta può partire un filmato ...