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R Recensione

8/10

The Housemartins

London 0 - Hull 4

Hull è una piccola città della costa orientale dello Yorkshire (UK)  legata ad un passato di pesca e ad una  squadra di calcio che milita in premier league, talvolta citata  in campo musicale per avere dato origine a due fra le più conosciute formazioni musicali britanniche degli anni ’80, Everything but the girl e The Housemartins.

Questi ultimi inneggiavano proprio alla città di provenienza nel debutto dal titolo calcistico, “London 0 Hull 4”, datato 1986,  uno fra i dischi più  apprezzati di quello scorcio di eighties che vedeva rifiorire, qualche anno dopo il punk, una pluralità di voci e attitudini sotto l’ampio ombrello della new wave. Loro , ovvero Paul Heaton (voce), Stan Cullimore (chitarra), Ted Key (basso) poi sostituito da Norman Cook che sarebbe divenuto famoso in seguito come dj e produttore con la ragione sociale di  Fatboy Slim e Chris Lang (batteria)  anch’egli in seguito rimpiazzato da Hugh Whitaker e poi da Dave Hemingway, rappresentavano una sorta di anello di congiunzione fra gli anni sessanta, evocati nel look, nelle melodie vocali, nei pezzi pop da due minuti, e la turbolenta realtà  inglese degli ottanta, a cui potevano ascriversi ritmi sfrenati e chitarre sferraglianti e un’urgenza espressiva che partoriva strani mix fra ideali marxisti e dottrina cristiana.

Il tutto condito da pizzichi di soul , qualche goccia di gospel ed una voce piacevolmente singolare che costituiva un po’ il loro marchio di fabbrica . L’esordio, che seguiva una serie di fortunati singoli in grado di imporre il gruppo all’attenzione di media ed appassionati, resta, a oltre venticinque anni di distanza , un’irresistibile campionario di pezzi pregiati, tutti potenziali singoli, inaugurata dall’uno- due di  “Happy hour” e “Get up off our knees” per adagiarsi sulle melodie di “Flag day” , riprendere giri con il quasi punk di “Anxious” ed atterrare nella parte cruciale del disco dove abitano “Over there” , il mid tempo e le armonie vocali ad incastro di “Think for a minute”, il gospel di “Lean on me” e l’inno di “Freedom”. E poi ancora soul e gospel con “I’ll be your shelter” e “ He ain’t heavy he’s my brother” .

E’strano constatare come la rete risulti  alquanto avara sulla storia ed i destini del gruppo, considerando la popolarità conseguita ai tempi e non solo in patria. E’vero che The Housemartins  non durarono  in tutto più di tre anni, partorendo , oltre all’esordio solo un’altra opera “The people who grinned themselves to death” , seguita da una doppia antologia di singoli e rarità “That’s what i callquite good” uscita postuma, per cui nel 1988 la parabola era chiusa e le vie si erano già divise nettamente fra la dance milionaria scelta da Cook ed il pop sempre più raffinato di Heaton con i Beautiful South, attivi fino ai giorni nostri.

 “London 0 Hull 4” rimane però, come a volte capita per uno strano e forse involontario gioco di alchimie incontrollabili,  una perfetta combinazione di ritmo e melodie, di divertimento e impegno, un toccasana per lo spirito, che prende forma attraverso quindici perle messe e rimaste in fila, inossidabili allo scorrere del tempo.

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Voto degli utenti: 7,8/10 in media su 7 voti.
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loson 7,5/10

C Commenti

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benoitbrisefer (ha votato 7 questo disco) alle 15:14 del 14 dicembre 2011 ha scritto:

Esordio veramente simpatico e frizzante, pieno di melodie accattivanti che riprendevano sonorità della postcard più spensierata (Orange Juice e Aztec Camera) nonchè degli Smiths più movimentati e ironici. Me li ricordo come una bella ventata di aria fresca in un panorama musicale un po' asfittico sospeso fra ultimi sussulti wave e primi entusiasmi C86

Totalblamblam (ha votato 8 questo disco) alle 22:38 del 15 dicembre 2011 ha scritto:

un tuffo nel passato ...loro tre mio dio ma quanto so brutti non me li ricordavo. il disco è bello e flag day era la mia favorita.avercene dischi pop ancora di questo livello. invece dobbiamo sorbirci coldplay e elbow il nulla musicale. visto che siamo sotto natale ricordiamo the housemartins xstmas box set uscito nel 1986 con 4 singoli in foldout sleeve alcuni anche firmati dalla band

salvatore (ha votato 7 questo disco) alle 20:31 del 16 dicembre 2011 ha scritto:

Bel disco, verissimo, però non mi ha mai fatto impazzire. Insomma, Orange Juice (soprattutto) e Atzec Camera (citati giustamente da benoit) mi sono sempre piaciuti molto di più. Bel disco e ottimo ripescaggio!

gigomma (ha votato 9 questo disco) alle 14:37 del 12 febbraio 2012 ha scritto:

guitar pop di pregevolissima fattura, sul genere degli SMITHS e non affatto inferiori a questi ultimi.

Utente non più registrato alle 16:25 del 26 marzo 2012 ha scritto:

Eh sì, furono senz'altro un gruppo molto divertente e molto british.