Converge
Axe To Fall
Rabbia [ràb-bia] Femm. Sing. Ira violenta e furiosa. Violenta irritazione, spesso accompagnata da parole o azioni incontrollate.
I Converge hanno fatto della rabbia e della brutalità il loro marchio di fabbrica, declinandola in una accezione emotiva e catartica. Rabbia come sentimento, sentimento come emozione, emozione che muta in catarsi che libera e purifica lanima rendendoci liberi dalla schiavitù della sofferenza.
Un percorso lungo otto album intrisi di rabbia e distruzione nuda e cruda in cui hardcore, speed metal, noise, voci growl tirate fino allo spasmo e ritmiche spaccaossa sono il mezzo che traghetta i quattro di Salem verso la liberazione dalle frustrazioni e dalle sofferenze che la vita ci propina quotidianamente.
In questa ottava tappa i Converge si piegano verso atmosfere e sonorità più prettamente metal, andando a sfiorare i territori viscidi e fangosi del doom, pur mantenendo la carica e la velocità brutale dellhardcore più estremo.
Si parte con la furiosa apertura Dark Horse che brilla di un riff in scala di scuola metal classica sparato a mille che esplode in digressioni hardcore serrate dalla sezione ritmica secca e precisa.
Reap What You Sow è puro noise-core dassalto a velocità raddoppiata, in cui la voce di Jacob Bannon fuoriesce direttamente dalle viscere, mentre la Title-track si snoda su un riff ossessivo ipercinetico intervallato da frangenti lenti e melmosi tipicamente sludge e doom metal, deflagrando in una coda noise che intacca la psicotica Effigy che mette a dura prova i nervi con la sua miscela letale di metalcore a velocità insostenibile e corde vocali frantumate.
Worms Will Feed / Rats Will Feast è la chiave di volta di tutto lalbum, col suo riff sporco e lento che brucia le vene si sviluppa su una cadenza lenta e fangosa, un doom nella sua migliore espressione, esplode lenta e cadenzata dipingendo atmosfere cupe da incubo con una classe e sicurezza degna dei migliori maestri del genere. E una strada buia a senso unico che trascina verso il baratro delloblio, la cui unica via duscita è la tortuosa coda metalcore nel finale a cui aggrapparsi con le unghie e con i denti in un ultimo tentativo disperato. Assolutamente da brividi.
Il percorso poi si snoda nellhardcore classico Wishing Well, nellepica Damages in cui Slayer e Black Flag convogliano a nozze in una cerimonia metal devastante, nel riff à la Greg Ginn imbottito di acidi di Losing Battle, negli intrecci secchi e convulsi di batteria in Dead Beat.
Non cè alcun modo di prendere fiato, nemmeno un istante, e la sequenza di colpi sferrati continua con la ritmica tritatutto di Cutter che fa locchiolino al metal più estremo e deflagrante, e non smette di martellare le tempie con lhardcore al fulmicotone di Slave Driver.
E infine si staglia una doppietta finale che corrode le membra.
La ballata sghemba Cruel Bloom intarsiata da tocchi di pianoforte si snoda in un gospel oscuro e maledetto dallimpronta fortemente Waitsiana, mentre la conclusiva Wretched World composta a quattro mani con gli eroi del math-core estremo Genghis Tron, sono sei minuti di puro spleen metallico condensati in una ballata elettrica maestosa che deraglia inevitabilmente verso la distruzione finale.
Per i fan una tappa obbligatoria, per tutti gli altri vi rimandiamo ai loro capolavori Jane Doe e You Fail Me.
Inafferrabili.
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