R Recensione

8/10

Tom Waits

Glitter And Doom Live

Casa Waits, ore 23,00.

-          "Mamma! Mamma! C’è l’uomo nero!!"

-          "Ma no figliolo mio…è solo papà che và in bagno."

 

Come sarebbe essere figlio di Tom Waits?

Credo sarebbe pressappoco così, mentre vaga per casa di notte in cerca del bagno, spaventando i piccini con la sua figura oscura e pantagruelica. Guai se provasse minimamente a dire “sono papà”, perché causerebbe una immediata insonnia con conseguente deiezione istantanea dei poveri bambini.

E le favole della buonanotte raccontante dalla sua voce roca impastata di alcol e nicotina seduti sulle sue gambe lunghe ed esili, diventerebbero una esperienza devastante, di quelle che lasciano un segno indelebile nell’infanzia di un bambino, che non ha bisogno di sforzi di immaginazione per figurarsi le scene dipinte ad hoc dalle pennellate oscure, grottesche e teatrali della voce del buon vecchio Tom, da Biancaneve al Mefistofele del Faust .

Come sentirsi al sicuro seduti sulle gambe del lupo.

Ma torniamo al mondo reale.

In questo mese viene pubblicato il terzo live ufficiale della carriera musicale dello zio Tom, che ripercorre il meglio del Glitter & Doom tour che ha portato il vecchio cantore dei sobborghi americani in lungo e in largo per il globo proponendo il meglio di 26 anni di carriera, fatta di eccessi ed album magnifici come Swordfishtrombones, Blue Valentine e Rain Dogs.

Qui dentro c’è tutto, e per chi vuole approfondire questo personaggio-mitologia vivente, questo live è un ottimo punto di partenza che rinchiude in un baule impolverato il meglio circo maudit folk/blues/jazz che Tom trascina ancora sulle sue spalle, alla veneranda età di 60 anni.

Dentro vi è rinchiuso un mondo di goffi equilibristi che cadono sempre (Live Circus), di fachiri dai palmi ustionati (Singapore), di ballerine di can can che mascherano l’usura del tempo sotto tonnellate di cerone (Fannin Street). C’è il sapore amaro d’asfalto dei sobborghi puzzolenti di piscio e bile (Dirt In TheGround), i bar seminterrati intrisi di whisky e tabacco (Get Behind The Mule) in cui il sole non ha il coraggio di entrare. Gli amori passionali e passeggeri (Lucinda/Ain’t Gong Down Tom The Well) annegati sotto litri d’alcol. C’è il barbone sbronzo che miagola alla luna (Trampled Rose) e l’ubriacone che sbraita al bancone mentre si accende l’ennesima cicca raccattata per strada (il boogie infernale Metropolitan Glide).

Tutti questi personaggi surreali confluiscono in un solo uomo che li incarna tutti a pieno. Un uomo che ha fatto della propria vita un romanzo beat decadente, assaporando tutte le esperienze positive e negative rimanendo sempre col bicchiere mezzo pieno.

In allegato al live vi è un secondo disco intitolato Tom’s Tales in cui il buon Zio Tom disquisisce ,accompagnato dal suo fidato pianoforte, sui paradossi oscuri ed ironici della vita, passando dall’allunaggio di Armstrong al limone sul pesce, con una spontaneità e naturalezza fuori dal normale.

A 60 anni questo è Tom Waits, un uomo che non si accontenta di ricalcare comodamente i propri stereotipi, ma che continua imperterrito a cucirsene addosso con una maestria sartoriale sempre nuova e geniale.

Vorrei un padre come Tom Waits.

V Voti

Voto degli utenti: 7,1/10 in media su 8 voti.
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babaz 8/10
target 6/10

C Commenti

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fabfabfab (ha votato 7 questo disco) alle 20:30 del 8 dicembre 2009 ha scritto:

Bella recensione e bel disco che non fanno altro che acuire il mio rammarico per non aver (ancora) mai visto Tom Waits dal vivo.

Luca Minutolo, autore, alle 20:56 del 8 dicembre 2009 ha scritto:

Sarebbe fantastico poterlo vedere dal vivo...

fgodzilla (ha votato 8 questo disco) alle 11:12 del 10 dicembre 2009 ha scritto:

Si ma

il biglietto all'arcimboldi costava 100 euro

manco barbara streisand

babaz (ha votato 8 questo disco) alle 11:27 del 10 dicembre 2009 ha scritto:

Costavano 100 euro quelli più economici...e quindi quelli più sfigati, lontani e defilati!!!ho dovuto rinunciare ad andare al concerto perchè tra viaggio e concerto sarei andato a spendere più di 200 dobloni!!!...trovo assurdo che ci si debba svenare così per un concerto (compreso quello di Tom che rimane un genio)!!

Luca Minutolo, autore, alle 11:30 del 10 dicembre 2009 ha scritto:

Apperò....Giusto due spiccioli...

REBBY alle 12:03 del 10 dicembre 2009 ha scritto:

"Più di duecento dobloni per vedere un concerto"?!

Costa meno sudare nei club seri di DJ Synt e si...

(ci son delle signore eheh).

SamJack (ha votato 8 questo disco) alle 7:15 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

acquistato il disco recentemente e, che dire, Tom Waits è sempre un grande... In versione Live la sua voce è un insieme di catrame, tabacco e carta vetrata elevata al massimo esponente...davvero impressionante...la musica poi be, la conosciamo tutti...