V Video

R Recensione

8/10

Cypress Hill

Black Sunday

L’aspro flow nasale di Louis Freese, alias B-Real, si riverbera nell’aria come i cerchi di fumo dell’amata cannabis. E’ il mastice che incolla il timbro profondo del collega Sen Dog alle geniali basi campionate di DJ Muggs, imitatissimo producer che contribuirà non poco e ridefinire i confini dell’hip-hop anni Novanta. Il trio multirazziale di L.A. (un ragazzone di chiare origini ispaniche, un massiccio ex-quarterback nero e un giovane italoamericano smanettone del mixer e giradischi) nasce ufficialmente nel 1986 dall’incontro dei fratelli cubani Sen Dog e Mellow Man Ace (che rinuncerà presto al progetto) con il dj Lawrence Muggerud e Freese, ai tempi affiliato alla gang dei Bloods.

“Cypress Hill” è il nome di una delle tante strade calpestate nell’adolescenza dai futuri alfieri del latin-rap, il cordone ombelicale che lega l’originale posse meticcia agli umori e disagi urbani della violenta suburbia losangelina. L’omonimo album di debutto (agosto 1991), con il suo gangsta-funk gradasso e divertito, sarà il soundtrack ideale degli infuocati giorni di Rodney King, della rivolta nei ghetti, delle minoranze umiliate e ai margini sociali che alzano la testa (basti la dura e scarsamente conciliante “How I Could Just Kill A Man”). Venderà copie a milioni. L’impatto inedito e potente delle voci dei due MCs così diverse, ma perfettamente incastrate, il tono schizoide e fumettoso delle rime machiste e paracule (devote agli effetti taumaturgici delle droghe leggere) e il gusto speciale per il cesellamento sonoro del produttore DJ Muggs faranno scuola. Raro esempio di collettivo rap rispettato dal pubblico rock, i Cypress Hill calcheranno spesso e volentieri i palchi del festival itinerante Lollapalooza, riempiti all’epoca dall’audience bianca in flanella, e sempre autorevolmente.

La minacciosa cover ecatombale di “Black Sunday” (20 luglio ’93), tra un cimitero di croci e l’iconico teschione doom, annuncia l’atteso ritorno di B-Real & co. in quella che rimane a tutt’oggi la loro opera più completa e matura, ancora su etichetta RuffhouseColumbia. Il suono della Domenica Nera è un oscuro e ipnotico mantra rap-psichedelico dai bassi corposi e dal ritmo sincopato, quasi jazz ( l’eco-sirena dell’esplicita “I Wanna Get High”, il singolo prodotto da T.Ray “I Ain’t Goin’ Like That”, con estratti da “Wicked World” e “The Wizard” dei Sabbath e un’armonica a contrappuntare l’atmosfera torbida e cupa). Il divertissement cartoonesco “Insane In The Brain”, negli annali videoludici di Mtv, alterna nel famoso ritornello l’inconfondibile scansione onomatopeica di B-Real e un Sen Dog mai tanto gutturalmente “in acido”, su strati di campionamenti che citano James Brown (“I’m Black And I’m Proud”), “Life” di Sly Stone, gli Youngbloods e Ben E. King & The Drifters.

Tra muscolari e variopinte volgarità (“Cock The Hammer”), forti prese di posizione a favore dei benefici della marijuana (“Legalize It”, e non serve tradurre: l’impegno dei tre arriverà fino alla nomina di portavoce della National Organization To Reform Marijuana Laws) e una “Hits From The Bong” lisergica e insinuante, costruita sui samples di “Son Of A Preacher Man” (Dusty Springfield), “Get Out Of My Life, Woman” (Lee Dorsey) e Junior Mance, i Cypress Hill creano l’ennesimo bestseller milionario (triplo platino), un classico che imporrà regole e cliché dell’hip-hop a venire. Ai posteri anche la convulsa e polemica “A To The K”, che deflagra in un costante tappeto ritmico di loop e beat elettronici, e la sostenuta chiusura di “Break’Em Off Some” (campionata su “Money In The Pocket” di Joe Zawinul). La Collina Del Cipresso non delude gli amanti dell’alternative-rap e rilancia il suo status quo con un secondo capitolo essenziale, quadrato e innovativo. Un tetro gothichip-hop, pietra angolare del genere per tipi che non hanno peli sulla lingua e pelo sullo stomaco.

V Voti

Voto degli utenti: 8/10 in media su 6 voti.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5

C Commenti

Ci sono 8 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

Emiliano (ha votato 7 questo disco) alle 11:42 del 7 ottobre 2010 ha scritto:

Uno dei pochi dischi rap che ho. Hits from the bong la si ascolta sempre volentieri in certe occasioni.

simone coacci (ha votato 8 questo disco) alle 13:16 del 7 ottobre 2010 ha scritto:

Fra i migliori e più longevi gruppi della storia del rap. "Black Sunday" è, con l'omonimo esordio, una delle loro pietre miliari. Il funk si fa gotico e psichedelico (l'ovattata dilatazione sensoriale della marijuana non i deliri pindarici dell'LSD, naturalmente), sentori latini, adeguatamente pervertiti e filtrati, filtrano fra i beat cupi e taglienti di Dj Muggs. Anche la visione del mondo si distanzia, in parte, da quella gangsta tout-court, iniettando nei testi una forte dose di ironia di strada, iperbolica e fumettistica (evidente anche nella particolare intonazione, distorta e nasale, del genialoide B-Real, quasi un Jerry Lewis del rap). L'opera resta una delle migliori uscite hip-hop di quell'anno. Seconda soltanto a "Enter The Wu-Tang (36 chambers), "Doggystyle" di Snoop e "Midnight Marauders" degli ATCQ

ozzy(d) (ha votato 8 questo disco) alle 13:25 del 7 ottobre 2010 ha scritto:

questo disco è uno spasso, in classe mia al liceo girava parecchio ( assieme alla materia prima trattata ghghghgh). veramente bella la rece!

DonJunio (ha votato 8 questo disco) alle 14:15 del 8 ottobre 2010 ha scritto:

Bella lì Daniè....hip-hop meticcio e anfetaminico che all'epoca conquistò pure tanti grungettoni ( è dello stesso anno non a caso il tellurico team up coi Pearl Jam sulla colonna sonora di Judgement Night, "The real thing"....che canzone, che canzone)

simone coacci (ha votato 8 questo disco) alle 19:14 del 8 ottobre 2010 ha scritto:

RE:

Si gran pezzo quello. "When i hang with Stone (Gossard n.d.r.), i kick the funky jam" come lo definisce B-Real. In quella soundtrack, che diede lustro all'arte del crossover, ce ne sono altri (quasi tutti) di veramente belli (uno per tutti: De La Soul e Teenage Fun Club, dolcissimi, melodici, sognanti, pura daisy age anglo-afroamericana).

DonJunio (ha votato 8 questo disco) alle 19:50 del 8 ottobre 2010 ha scritto:

Sì, Fallin' era un gioellino: daisi age power pop, forse il brano che meglio sintetizzava lo spirito crossover del progetto. A latere: ma quanto era bello il primo disco dei De La Soul.....))

simone coacci (ha votato 8 questo disco) alle 19:56 del 8 ottobre 2010 ha scritto:

RE:

"3 Feet High And Rising", meraviglioso si. Per tornare (parzialmente) on topic: su "Judgement Night" i Cypress fecero anche un pezzo totalmente fuso con i Sonic Youth dal titolo ultra-esplicativo: "I Love You Mary Jane". Inutile specificare che nè la donna di B-Real, nè quella di Moore (che è notoriamente Kim) si chiamava Mary Jane. ghghghgh

ozzy(d) (ha votato 8 questo disco) alle 20:12 del 10 ottobre 2010 ha scritto:

e quell'anno c'era pure "mary jane's last dance" di tom petty....tu quoque, tom ghghghgh