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R Recensione

7/10

Baths

Cerulean

All'inizio fu un suggerimento di un amico, altro grande appassionato di musica. "Hai ascoltato Baths?". Mai sentito, pensai, di che si tratta? Rapida ricerca sul fidato google, e arrivo a quella moderna Babilonia che è Pitchfork. Voto: 8.2. E la mente torna all'hype smodato su Vampire Weekend, Robyn o LCD Soundsystem di quest'anno. Una lettura rapidissima, giusto per cogliere alcuni frammenti: "...21 years old...", "...Toro Y Moi...", "...make love songs...", "...gay relationships...". Oddio, che è 'sta roba? Ok, schiaccio su play. E si leva un coro di voci bianche, smielate e zuccherose come non mai. Praticamente stavo per darmela a gambe levate.

Dopo pochi secondi però viene fuori il tratto distintivo di Cerulean: una sezione ritmica ricca, forte e acuminata. E mi rendo conto che l'accostamento diffuso a Flying Lotus non è dovuto a ragioni esclusivamente geografiche (entrambi risiedono a Los Angeles). Lo stile percussivo è lo stesso, le stesse sghembe irregolarità dal suono ricercato. Ma invece del glitch-jazz di FlyLo, stavolta siamo nei territori del dream-pop.

Scendendo a fondo sul disco, viene naturale l'accostamento al glo-fi per i vari punti di contatto: reminescenze di musica d'altri tempi, atmosfera ovattata, low fidelity. Ma Will Wiesenfeld, la mente dietro Baths, ha le proprie personali idee che rendono il tutto più inusuale. In effetti più che il synth-pop degli anni '80 (o comunque oltre ad esso), il ricordo sembra rivolgersi all'IDM degli anni '90. Con un effetto che non ti consente l'abbandono alla dimensione del sogno, ma ti mantiene in una veglia forzata, costantemente tenuta allo stato cosciente dal ritmo. Non è un vero e proprio dreambeat, ma una sorta di dream-big-beat, se mi è consentito di coniare l'astruso neologismo. La sfera onirica viene solo avvicinata, la si solletica dall'esterno, mentre la mente rimane aggrappata alla realtà.

 

E il divertimento sta proprio in questo. Avere la possibilità di poter spaziare a proprio piacimento verso l'aspetto che preferiamo, poter oltrepassare il confine e tornare indietro nel pieno controllo delle nostre facoltà. La ricchezza di brani come o Maximalist offre stimoli di natura diversa, e ci permette ora di volare sugli arpeggi melodici, ora di scalpitare sulla vivacità ritmica. Non è l'artista a imporre il proprio suono, ma noi a decidere cosa assimilare. Se vogliamo approfondire il lato dreamy del disco, possiamo soffermarci su Hall. Se invece ci vien voglia di andare a fondo sulle spigolosità, andremo più su Indoorsy. Nei fatti, comunque, si gode maggiormente a star lontano dagli eccessi, abbracciando con fiducia le tracce che equilibrano al meglio le diverse facce: Aminals non è un gioiellino?

 

Stavolta non avete scuse. Odiate Washed Out & co? Non è un alibi. Il vostro orgoglio virile vi vieta di essere sensibili alle morbidezze romantiche in musica? Peggio per voi. Baths però spacca, ve lo dico io.

V Voti

Voto degli utenti: 6,9/10 in media su 14 voti.

C Commenti

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target (ha votato 7 questo disco) alle 10:57 del 2 agosto 2010 ha scritto:

Finalmente un disco con la palla che mi garba (anche se 'sta cosa della palla sta diventando insopportabile), e di cui ascolto volentieri i momenti 'chill-out' ("Rafting...", "Departure", che è un gioiellino da cameretta), ma anche i momenti più 'happy vibe' tipo "Plea" (dove la differenza rispetto al glo-fi sta soprattutto nel beat, che non guarda all'italo-disco e agli eighties in generale, ma casomai - come dici - ai '90 e all'r'n'b - in questo senso è certamente Toro Y Moi il glo-fi-er più vicino -, mentre le frequenze 'oscillanti' sono proprio tali e quali). Fuoco di paglia non era, insomma, l'ondata chillwave, e questo Baths ben propone possibili gustosi sviluppi e mescolamenti.

Filippo Maradei alle 11:09 del 2 agosto 2010 ha scritto:

RE: Finalmente un disco con la palla che mi garba

Beh dai, anche quella di Cosmogramma è caruccia

Per non parlare del sole "tremulo" degli Ulver di "Shadows of the Sun", ma lì siamo già qualche annetto più addietro...

Sul disco ancora non mi esprimo, ho ascoltato davvero pochino: "freschetto" non è la parola esatta, ma è la prima che mi viene in mente.

hiperwlt (ha votato 7 questo disco) alle 11:38 del 2 agosto 2010 ha scritto:

beh Carlo, qui hai delineato perfettamente le influenze del disco e spiegato le possibili atmosfere. è un bel mesetto che ascolto "cerulian" e mi perdo ancora nei meandri percussivi di "aminals" (per dirne una), un'incantevole marcetta post moderna : ritmiche schizoidi e incontrollabili, chitarre frastagliate nell'intermezzo, inni, voci puerili e animaleschi in sottofondo, melodia dolce e trasognata. wow, sia per il disco che per te Carlo!

synth_charmer, autore, alle 12:03 del 2 agosto 2010 ha scritto:

hiper, suggerendomi questo disco hai compiuto diverse imprese (infatti continuo a ringraziarti). Hai trovato un punto di contatto ideale tra sfere musicali diverse, Baths può piacere davvero a tutti. E infatti mi sa che è la prima volta che target apprezza un disco recensito da me altra impresa. Inoltre, mi sono divertito tantissimo a immergermi in un ascolto su suggerimento e trovarlo aderente ai miei gusti proprio come pensavi tu. E' stata un'esperienza costruttiva, anche in fase di scrittura. E infine, siamo finalmente riusciti a far digerire la palla a target! fenomenale

hiperwlt (ha votato 7 questo disco) alle 11:49 del 3 agosto 2010 ha scritto:

sì, è bello e costruttivo incontrarsi al "margine" qualche volta, al confine tra territori, ognuno con la propria sensibilità musicale, comunque immersi e appagati in questi "ibridi" sonori. speriamo ci siano nuove occasioni in futuro Carlè

bill_carson (ha votato 6 questo disco) alle 23:14 del 9 agosto 2010 ha scritto:

bene, ma non benissimo

Un bel dischetto, ma però secondo me si può fare di meglio sul piano della continuità.

bill_carson (ha votato 6 questo disco) alle 23:14 del 9 agosto 2010 ha scritto:

chiedo scusa per l'errore

Tizio (ha votato 8 questo disco) alle 19:32 del 26 agosto 2010 ha scritto:

Bello, bello e bello

otherdaysothereyes (ha votato 7 questo disco) alle 19:37 del 28 settembre 2010 ha scritto:

Bello sto dischetto...le più introverse Rain smell e Departure le mie preferite.

overwulva (ha votato 6 questo disco) alle 18:53 del 29 maggio 2012 ha scritto:

Arrivo un po' in ritardo, ma io più che Fliyng Lotus, ci sento Four Tet e anche i Boards of Canada. La recensione rende bene l'idea!! Bravo!

Cas (ha votato 8 questo disco) alle 23:56 del 26 settembre 2012 ha scritto:

uno dei dischi elettronici più "caldi" che conosca. l'urgenza espressiva di Wiesenfeld riesce a dar vita ad un vortice emotivo fatto di frammenti d'infanzia, di ricordi, di profumi che si addensano in una hauntologia dal sapore tutto domestico. da quando lo conosco lo devo ascoltare una volta a settimana almeno