Plantman
Whispering Trees
La bellezza della semplicità. Quante volte si abusa di questo concetto. Quella meraviglia nellosservare come pochi elementi perfettamente concepiti possano esprimere unidea con più forza di tanti elementi ridondanti. Per quanto abusato, è perfetto per descrivere un tipo di musica come lindie-pop, che della semplicità fa il suo cavallo di battaglia (o dovremmo dire pony di battaglia?). Semplice non vuol dire privo di sovrapposizioni e stratificazioni, vuol dire che tutto funziona naturalmente, senza fatica, che tutto suona perfettamente al proprio posto, che le melodie sono delle piccole filastrocche sotto forma di note.
E ciò che avviene in questo Whispering Trees, le cui canzoni crescono come piante infestanti e avvolgono come i rami stregati degli alberi in copertina.La voce di Matt Randall è quella limpida e rassicurante di un vecchio amico, mai sopra le righe o spenta, perfetta nel raccontare i bozzetti folk che in pochi minuti si disegnano a tinte pastello nelle nostre orecchie.
Calde e sonnolente, le canzoni scorrono accompagnate da una batteria mai invadente, che resta sullo sfondo e da organi e archi che donano unatmosfera autunnale. E così che si apre il disco, con le melodie sussurrate di Away with the sun e Spirit or spell.
Poi, dai mid-tempo primaverli come la title track a cavallo fra college rock e le stratificazioni del folk anni 00s, allo scampanellio Sufjan Stevensiano di The Bitter Song, passando per il gentile stomp folk di Dove Tail, il quadro si arricchisce di colori. Altrove guida la chitarra, fa eco la voce sulla stessa semplice e deliziosa linea melodica (Stickman), hooks fanno capolino allimprovviso come in May (Safe Hearts) che quando sembra aver raggiunto una circolarità alla Real Estate viene rilanciata da un (nuovo) ritornello.
Qua e là le canzoni si ammantano di una nebbia dreamy; Crackles vive del corpo datole dallorgano e dalle percussioni scalcinate, Lunaria è una marcia onirica dalla spiccata sensibilità pop. Vini è una marcetta invernale impreziosita da soffici synth.
Da qualche parte fra Simon & Garfunkel e Nick Drake Sleep On a Cloud, tremendamente dolce e il gusto vagamente orientale di Melodica Forest impreziosiscono la tracklist di atmosfere vintage.
Cè da restare ammaliati dagli arrangiamenti perfettamente calibrati, note di pianoforte cristalline, armoniche che danzano sulle chitarre talvolta scarne e acustiche talvolta ricche di riverbero. Come la ragazza in copertina cè da farsi rapire da queste quindici canzoni ed entrare in un mondo fatto di semplicità e calore.
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