R Recensione

7/10

The Peekers

Life in the Air

Che peccato constatare che nel momento in cui scrivo questa recensione mi accorgo che sul web non esiste alcuna informazione in lingua italiana sui Peekers. Dispiace perché, a dispetto delle innumerevoli attenzioni, spesso eccessive e immeritate, dedicate a band del circuito alternativo di qualità anche inferiore ai Peekers, questi ultimi meritano sicuramente maggiore riconoscimento.

Life In The Air” è l’esordio ufficiale dei Peekers, in cui la band nordamericana propone un apprezzabile operazione di collage sonoro di atmosfere retrò, risalenti prevalentemente al rock psichedelico e al progressive rock degli anni sessanta e settanta. Più che di riferimenti si tratta di vere e proprie citazioni, considerata l’evidente aderenza all’originale. Mancano solo le virgolette e il nome originale tra parentesi. Tuttavia, si badi bene che non si tratta di mera copia, plagio, clonazione, scimmiottamento o conformismo. Trattasi, piuttosto, di una sapiente abilità di incastrare e fare aderire all’interno di uno stesso brano le più svariate anime che hanno caratterizzato il rock dagli anni cinquanta e sessanta in poi. Proprio come in un collage, appunto. Benché tale operazione non sia certamente una novità nella storia della musica, i Peekers riescono ad ottenere con “Life In The Air” un risultato piuttosto apprezzabile in quanto azzeccano con successo le melodie globali, le variazioni di sonorità e di registri e gli arrangiamenti.

È mia opinione che, soprattutto in questi casi di collage, non sia opportuno inserire in una recensione una moltitudine di citazioni e termini di paragone per due motivi fondamentali. Innanzitutto, perché i confronti sono spesso antipatici, in quanto tendono a lasciare scontenti entrambi i termini di paragone. Inoltre, tale operazione si può rivelare come un’arma a doppio taglio, che da un lato può evidenziare l’acculturamento del recensore quando cita alcuni autori ma, dall’altro lato, anche la sua possibile ignoranza se non cita altri. Ritengo, infatti, che tale pericolosa operazione possa essere intrapresa efficacemente solo da critici veramente esperti e autorevoli, di cui è possibile non condividere alcuni giudizi ma a cui non è possibile non riconoscere l’immenso sapere in campo musicale.

È per questi motivi che invito caldamente ciascun lettore ad ascoltare i Peekers, lasciando libero sfogo alla propria mente affinché emergano a livello personale tutti i paragoni possibili. Mi limito a far notare solo alcuni degli innumerevoli spunti offerti dal disco, per esempio il blues acido che incrocia la new-wave, il rock psichedelico di “Sinkin’ In” e “Meet You In Produce”, il trascinante incedere da marcetta dell’eclettica “Gather It All”, le ballad con piano e orchestrazioni (“Sweet Singin’ Birds”, “Close My Eyes”, “Concrete Feet”), le cadenze jazz di “Close My Eyes”, il pop-rock polifonico e corale di “Canoe Trip” e di “Sweet Potatoes”.

V Voti

Voto degli utenti: 5/10 in media su 1 voto.
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C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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fgodzilla alle 11:33 del 11 giugno 2009 ha scritto:

sorry

Ma gli ho ascoltati su my space e a me sembrano i platters che ci azzecca con rock psichedelico , blus acido, new wave mah

Roberto Maniglio, autore, alle 22:09 del 11 giugno 2009 ha scritto:

don't worry!

Su myspace ci sono solo alcuni (non ricordo quanti) dei 13 brani contenuti nel disco. Ascolta il disco e vedrai riferimenti psichedelici e quant'altro, soprattutto anni 60 e 70 (Velvet Underground e Nico, ecc.)