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R Recensione

7/10

Solotundra

Live Music, Dead People

Se abiti a Torino, le colline astigiane sono un po' come l'Alabama, l'Arkansas o il Delaware. Ci passi le domeniche sui prati a smaltire il pranzo in trattoria, fissi appuntamenti sul calendario per la sagra del tartufo, sogni una vecchiaia in fattoria a ripulirti dallo stress strigliando cavalli e masticando steli d'erba secca. E' una frontiera, l'astigiano. Un'oasi da raggiungere e non oltrepassare mai. Perché oltre quelle colline verdi ci sono solo le paludi alessandrine a separarti da Milano e dal suo orrore post-atomico. Nell'immaginario collettivo MI-TO (che da quando c'è il Frecciarossa sono come Berlino Est e Berlino Ovest dopo il 1989) l'astigiano è un gigantesco agriturismo piazzato al centro del triangolo industriale. Un'enclave alt-country in uno scenario techno-industrial. 

Tra quelle colline, con la complicità di un buon bicchiere di vino e le orecchie tese verso gli Stati Uniti del Sud, si aggira Andrea Anania, cantante, chitarrista e autore del progetto Solotundra. Un nome fuorviante perché - si è detto - più che il freddo e i muschi artici la musica di questi ragazzi di Asti ricorda le calde sonorità blues americane e il country "di seconda generazione", ovvero quello corrotto dal rock e dai suoni elettrici. Questo è quello che suggerisce l'attacco ampio ma scurissimo di "Fiery Trees" (così vicino a certe idee dei Pinetop Seven o dei Califone) o il pianoforte funereo di "No Sun No Fun" (degno delle pagine migliori dei Black Heart Procession). Eppure in "Live Music, Dead People" c'è molto di più: il rock, ad esempio, anzi il rock'n roll, nel momento in cui "Annie" trasforma "Unchain my Heart" in una bolgia sessuale guidata dall'anima di Jerry Lee Lewis, il blues d'autore quando "God took it" si accomoda al bancone del bar accanto a Tom Waits, e la canzone d'autore "sofisticata" così come la intendeva Mark Eitzel ("Witches and Bitches").

Ma più che i riferimenti (che sono innumerevoli) quello che conta è l'attitudine e la capacità di risultare credibili muovendosi su un terreno difficile per chiunque ne sia "geograficamente" così lontano. E invece i Solotundra sono così vicini che sto già cercando le loro date per andarli a vedere dal vivo. Intanto un doppio cheesburger e un bicchiere di Ruchè di Castagnole, grazie. Anzi, thanx.

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