The Zen Circus
Andate Tutti Affanculo
La lingua italiana è il fardello dei gruppi nostrani…Troppo difficile da musicare, troppo tempo perso a far combaciare termini e suoni in un legame omogeneo e sensato, e soprattutto cadere in banalità è un passo falso facile da compiere.
I toscani Zen Circus decidono al loro quinto album di saltare l’ostacolo e di gettarsi nel baratro della madrelingua, e di reggere il peso di una tradizione lirica (musicale e non….Siamo o non siamo un paese di cantautori e poeti??) come quella italiana…In questo arduo compito i tre escono a testa alta con un album che riproduce con ironia e sarcasmo noir i pochi pregi e i tanti difetti che l’essere umano simboleggia, in dieci tracce colme di sapori tricolore e rabbia folk punk…
Che mascalzoni questi tre loschi figuri, coadiuvati dall’ormai fidato Brian Ritchie….sputare un linguaggio così sboccato proprio nel titolo dell’album suona proprio come una dichiarazione d’intenti. Un po’ come quella Gente di Merda anticipata sulla compilation Il Paese è Reale, e qui riproposta in salsa heavy col suo sguardo nichilista sulla figura umana odierna, in cui chitarre sature di elettricità si mescolano perfettamente con la nenia dissacrante e senza scrupoli che ci dipinge come fango sparso sopra questa terra.
un mucchio di persone
non hanno mai ragione
la storia ce lo insegna
che se dio esiste è un coglione
si inizia a stare stretti
siamo sette miliardi
altri nuovi arrivano
a fare gli stessi sbagli
niente di personale
tu non sei niente male
lo so che non è facile
e che non vuoi morire
tu pensa a quanta gente
siamo come un torrente
siam carne masticata
e dal divino defecata
che gente di merda
siamo solo fango sparso sopra questa terra
che il vento ci disperda che il mare ci sommerga
le bestie sanno bene dov’è che il male alberga
che gente di merda
costretti dentro ad un corpo che ci muore addosso
siam carne e qualche osso ed un paio di risate
che faccio quando i preti sparano cazzate
è solo mia questa ironia
ma io ho voglia di scherzare
e di volare via
a prendersi sul serio
ci vuole molto poco
la storia ce lo insegna
che giocare dura poco
e tutti importanti
e tutti son qualcuno
un miliardo di artisti
e nei campi ormai nessuno
pensieri prepotenti
morali latitanti
un genere di bestia
che la odian tutti quanti
che gente di merda
siamo solo fango sparso sopra questa terra
che il vento ci disperda che il mare ci sommerga
le bestie sanno bene dov’è che il male alberga
che gente di merda
un tumore per la terra
ci comportiamo esattamente come i parassiti
una zecca intelligente il virus più potente
che il tempo estinguerà e non potremo farci niente
Un rigurgito sulle ferite scoperte della terra, un calcio allo stomaco con uno stivale dalla punta ferrata, è acido muriatico bevuto a colazione….Nessuno può esimersi dall’essere tirato in ballo e colpito da questi 2 minuti e 47 fangosi che otturano il fiato….
L’egoista è uno schiaffo in faccia sferrato con un folk/punk in levare, e schiocca di un cinismo grottesco ed inverosimile che ricalca il lirismo più crudo di De Andrè virato punk…
…Un egoista,
altro non sei,
tua madre vecchia pazza lo diceva pure lei…
Vecchi senza esperienza col suo andamento incalzante gode di una luce nostalgica dei tempi passati, di quando le converse erano da pezzenti e i computer da perdenti, dove la vera vita si trovava per strada, fra i solchi nell’asfalto, nelle cicche spente velocemente sotto le scarpe, nella scoperta del sesso….
It’s Paradise è una risata beffarda in faccia alla morte e risplende di una ironia oscura cadenzata da una marcetta folk punk in levare, e che sfocia in una sfuriata punk western dal sapore desertico che stringe un cappio alla gola, mentre Amico Mio posa le fondamenta su un riff blues circolare e un ritornello cantilenante che narra di amicizie giovanili separate da destini differenti e beffardi….
Amico mio, dov’è che sei??
Amico mio c’han fatto a pezzi
Brandelli che si sono persi
Io ed il mio amico non ci vediamo più
Adesso vivo in un'altra città
Lui s’è scordato della felicità
Gettando al vento ogni sua primavera
……Sua moglie s’è scopata mezza città
Mentre lui và a calcetto con la sua Smart….
Passando per la corale We Just Wanna Live e il rock n’ roll acido e malato di Vuoti A Perdere con la collaborazione di Nada, si stagliano gli 8 minuti della title track….Al contrario di quanto possiate pensare, ci troviamo di fronte ad una ballata folk acustica di rara bellezza, un perla grezza che risplende della luce riflessa e malinconica del tramonto, fra echi pop di Pixies e un Bob Dylan ubriaco, ed una coda che odora di Who in salsa acustica, con quelle pennate energiche e ricche di pathos che hanno fatto la fortuna di Pete Townsend e soci….In questi 8 minuti si concentra il fulcro emotivo di tutto l’album, un piccolo ritratto dell’essere umani acquerellato da un pittore di strada inesperto, ma genuino e pieno di vita.
…Un dolce calcio in culo….
PS:
Propongo una petizione per far diventare Gente di Merda inno nazionale itaGliano…Magari possiamo farci aiutare dall’ ”Agitatore di masse lobotomizzate” Beppe Grillo….Male che va la useranno come colonna sonora di una pubblicità di calze o detergenti per water….Chissà….
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