Dummo

Gelo Chiama Gelo

I Dummo meritano di essere conosciuti. Trio di ventenni italiani alle prese con la voglia di fare punk come deve essere fatto, questi ragazzi sfornano un mix di energia incendiaria mirabile, incrocio perfetto tra la furia minimale degli Altro e l'hardcore melodico dei Fine Before You Came (la presenza di questi ultimi si sente nitidamente in Tutti gli scienziati l'hanno capito prima di te).

Gelo chiama Gelo da questo punto di vista è un piccolo gioiellino che conferma la vitalità della scena underground italiana, fatta di miriadi di piccole band meritevoli costrette a soffocare nell'anonimato e in una gavetta infinita (il gruppo si forma nel 2003 ma tuttora che di voi ne ha mai sentito parlare?) priva di sbocchi rilevanti.

La vitalità e l'energia del sound si uniscono ad una verve lirica originale nella sua ricerca minimale, crepuscolare (“Scendere le scale non è stato male/ mah... come mi vedresti tra lo stereo e il letto?/ guarda la pianta: non fa niente di male” da Tra lo stereo e il letto) ed esistenziale (“Sul muro scrivo/ qualcosa trovo/ almeno esisto” da L.O.O.K.I.E., oppure “Solo se sbadigli esisto, esco con un soffio e poi rientro” in Da una parte e dall'altra).

A dare il valore aggiunto sono però le linee sonore che mischiano vocalizzi emo, frenesia indie (il breve sprazzo brillante di Tutti gli occhi per terra che ricorda molto i primi Marta sui Tubi), cambi di passo tipici del post-punk (Tra lo stereo e il letto), attitudine low-fi al limite della stonatura ricercata e travolgenti scorribande in grado di far saltare dalla sedia (a riguardo il punto più elevato è senz'altro L.O.O.K.I.E.).

Il tutto per un breve totale di nove pezzi e sedici densissimi minuti, lunghezza che è ulteriore motivo di raccordo con gli Altro, gruppo che più di tutti è utile per classificare l'essenza musicale dei Dummo.