V Video

R Recensione

6,5/10

Arcade Fire

Reflektor

Quando si dice il potere della musica. Pochi tra noi avevano visto il film “Orfeo negro”, vincitore a Cannes nel 1959, e ora lo conosciamo tutti. E quando sentiremo nominare il mito di Orfeo ed Euridice non ci verrà più in mente la puntata di Pollon (che peraltro include un momento glam rock che al nuovo Butler non dispiacerebbe), ma la statua di Rodin nella copertina di “Reflektor”. Il disco degli Arcade Fire che celebra l’orfico potere della musica.

Perché di questo, nel quarto elefantiaco disco della band canadese, si tratta, e lo si fa attraverso 75 minuti volutamente diluiti in modo da avere bisogno, per contenerli, di due dischi. Il tema del doppio, d’altronde, giustifica lo sforamento, tanto più che l’album si chiama “Reflektor” e che la divisione è ribadita nella struttura, nell’ordine delle tracce e persino nel ri-montaggio del film attuato per lo streaming integrale del disco, nettamente bipartito. Dunque, meglio seguirli, questi Orfei, come fece Euridice nell’oltretomba. Passo passo.

1. Il recto: il corteggiamento e la festa

Conoscendo in partenza le due informazioni che erano filtrate su “Reflektor” (la produzione affidata a James Murphy e il viaggio dei due leader a Haiti, terra dei genitori di Régine Chassagne), si sarebbe subito potuto scommettere su un dato, che in effetti il disco conferma: la preminenza della sezione ritmica. Niente di meglio, se si vuole celebrare la forza sciamanica della musica, che insistere sul groove, e l’LCD Soundsystem Murphy è l’uomo giusto per farlo. La novità, allora, è che gli Arcade Fire sono una band che punta sempre più sui suoni che sulle melodie, cosicché da questo ascolto si uscirà più facilmente fischiettando un riff o un giro di basso che un ritornello.

La title-track applica la lezione in modo esemplare, diventando una specie di mise en abyme del disco tutto: bassoni groovosi, chitarre taglienti, piccolo momento disco, un bel po’ di ripetizioni, almeno un minuto di troppo. Qua, in più, nel gioco di specchi: interviene, as god cioè as himself, David Bowie, modello del brano stesso (supersimmetria); Win e Régine giocano al loro tipicissimo rispecchiamento linguistico; e (lo sento solo io?) all’inizio lo specchio è proprio rivolto su di sé, con quelle note di piano, un po’ sommerse nei primi 10 secondi, che riprendono l’incipit di “Tunnels” (il tunnel di Orfeo?). Agli Arcade Fire non si può negare di essere intelligenti. E di pubblicare dischi che titillano e iper-stimolano chi si propone di interpretarli (i 9,2 così sono più facili).

Il primo disco prosegue in un trionfo di bassi scuoti-testa (“We Exist”), svisate dubbose, tribalismi, ammicchi afro, new wave per balere. Gli Arcade Fire prendono da altri e rifiniscono, come i migliori attaccanti. Arrivano a traino e concludono. “Flashbulb Eyes” è talmente Peaking Lights che i Peaking Lights ritwittano divertiti tutti quelli che lo notano, ma non è un problema, tanto più che il brano è l’unico del disco a non perdersi in lungaggini ed è uno dei pochi a tenere, pur in nuove vesti psichedelico-dub e carnevalesche, l’istinto festosamente caotico dei primi Arcade Fire. “Here Comes the Night Time” ha un innegabile sapore Vampire Weekend, ma va bene: è tra i pezzi migliori dell’album, e i suoi sei minuti filano che è un piacere, tra cambi di ritmo old-style, balletti calipso, passaggi da sambodromo ben intrecciati a scuri crescendo krauti, per un mash-up assurdo, a tratti giocoso a tratti funereo, che esalta la notte di Port-au-Prince e la notte di qualunque parte del mondo. È un gioco che sembra facile, ma non lo è: agli Arcade Fire riesce a meraviglia, e godiamo.

Il problema viene dopo. Quando attacca la festa, insomma. Ed è un problema perché la band di Butler, invece di parteciparci senza pippe mentali, si immagina e si rappresenta mentre guida la festa stessa. Si mette in scena, insomma. “Reflektor” diventa “meta-reflektor” proprio dove vorrebbe essere più popular, e lo diventa come inevitabile supercazzolizzazione di pezzi killer riusciti male. Sia “Normal Person” che “You Already Know” sono incorniciate in modo da sembrare registrate live, per effetti di citazionismo caricaturale: Butler critica i poser rochenrolle atteggiandosi da Elvis esistenzialista («Do you like Rock’n’Roll music, ‘cause I don’t know if I do»), gli Arcade Fire fanno gli indie rock qualsiasi per cantare la marginalità della lentezza in un mondo iper-veloce (“You Already Know”), e tirano pure fuori, accanto ai lustrini glam, le divise punk, mentre cantano Giovanna d’Arco, novella Euridice, amata, uccisa e poi di nuovo adorata. La climax nera di “Joan of Arc”, su arpeggi sinistri e una batteria sempre più minacciosa, prepara alle atmosfere del secondo disco, ma mette anche in evidenza la flessione di una sezione centrale che vorrebbe essere anthemica, fisica, da riproporre nelle esibizioni dal vivo con il sudore addosso, ma finisce solo per essere evitabile.

2. Il verso: la perdita e l’eternità

Torna la notte, dunque, ma stavolta le tenebre sono quelle della morte. Aumentano i synth, si abbassano i ritmi, si smorzano le luci, i beat diventano più glaciali: Orfeo è negli Inferi. È l’altra sponda interessante del disco, dove Caronte ci traghetta quasi drogati: “Awful Sound (Oh Eurydice)”, e vabbeh, decide di tributare anche i Beatles, in una straniata ballad che attraversa decenni di musica come un rastrello in un giardino d’autunno, raccogliendo un po’ tutto, tanto che Euridice assume le sembianze di Dafne, Orfeo di Apollo («Please stop running now / just let me be the one»), e tutto sfoga in un coro finale da gloria sixties per sing-along da stadio. Poi è il turno degli Arcade Fire-get-synth pop, pensabili solo dopo “Sprawl II”, con quell’impressione, tuttavia, di essere sempre troppo epigonici. “It’s Never Over (Oh Orpheus)” parte come un pezzo dei Cold Cave, salvo farsi rilanciare da un riffettone che permette alla canzone di andare avanti e di raggiungere il finale stracchissima (non finisce mai, no), mentre “Porno”, tra i pezzi più freddi e statici della band, non è così diversa (né migliore, anzi) da brani che si possono trovare nell’ultimo degli Still Corners.

È qua che la sensazione del minuto di troppo inizia a pesare: all’altezza di “Afterlife” il difetto diventa patologico, ed è un peccato, anche perché l’«uh uh uh uh» di Régine, i fiati arrangiati da Colin Stetson e la felice combinazione di cadenze caraibiche e tocco di James Murphy danno magicamente vita a un pezzo tanto tipicamente Arcade Fire quanto emblematico di un nuovo modo di cercare la memorabilità più attraverso la stimolazione dell’anca che la ricerca dell’hook melodico. Insomma: “Haiti” rifatta dopo la morte del folk rock anni zero. Ma allungata. Allungata. Troppo. Come “Supersymmetry”. Come questa recensione.

Cadere nel difetto dell’eccesso di grandeur lo capisco. “Reflektor” è sopra le righe, come i vestiti indossati dalla band per il tour. Voleva esserlo, ci mancherebbe. Ma questo non lo salva dal difetto della prolissità, che già guastava il precedente, peraltro più scialbo, “The Suburbs” (che rimane, direi, il loro disco peggiore). Altri classici della loro discografia ce ne sono, qua dentro: il talento della band rimane. Tanto più che la scelta del concept, pur stringente, non crea una gabbia troppo rigida, lasciando soltanto qualche perplessità a livello di lyrics: con pochi dubbi, è il disco dove la scrittura di Butler è meno ispirata. Ma non è questo il problema. Il problema è che, contrariamente ai primi due dischi, non tutto ciò che esce dalle mani degli Arcade Fire è oro, mentre loro continuano a pensarlo, finendo per rendere opaco anche ciò che è oro davvero.

A venire in mente, più che Orfeo, è Narciso: agli Arcade Fire lo specchio-reflektor non serve.

V Voti

Voto degli utenti: 7,1/10 in media su 40 voti.
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cnmarcy 8,5/10
max997 10/10
facco 7,5/10
alekk 8/10
hiperwlt 6,5/10
lizarking 7,5/10
creep 7,5/10
4AS 7/10
Cas 6/10
rubiset 6,5/10
Lepo 5,5/10
REBBY 8/10
ThirdEye 2,5/10
swansong 8,5/10
zebra 8/10
yanquiuxo 5,5/10
Dengler 6,5/10

C Commenti

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Simone Giorgio (ha votato 8,5 questo disco) alle 20:32 del 29 ottobre 2013 ha scritto:

Concordo solo in parte con questa recensione: innanzitutto non si può non lodare la scelta di Butler di rinnegare almeno parzialmente l'indie a cui ci avevano abituati. E' una scelta coraggiosa che dimostra passione per la musica. Altri gruppi, per intenderci, avrebbero ripetuto "Funeral" all'infinito. E' vero che la parte centrale strizza l'occhio al rock normale, e quasi spezza l'innovazione, ma non credo sia così malvagia. Vero è però che la lunghezza del disco è spaventosa. Tutto sommato, però, lo trovo godibile.

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 20:43 del 29 ottobre 2013 ha scritto:

tutto sommato godibile? ma l' 8,5 che elargisci è voto da capolavoro assoluto. godibile è 6....tiè 6,5.

Simone Giorgio (ha votato 8,5 questo disco) alle 20:53 del 29 ottobre 2013 ha scritto:

secondo me i capolavori sono dal 9 in su, questo album lo trovo decisamente ben fatto e gli ho assegnato 8,5 per questo. Ripeto, secondo me il difetto principale è la sua lunghezza (come ha evidenziato anche il recensore), ma le tracce in sé credo siano ottime. Menzione particolare per Here Comes the Night Time

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 21:00 del 29 ottobre 2013 ha scritto:

capisco, noi qui abbiamo un'altra scala. già l'otto è un disco pazzesco.

Simone Giorgio (ha votato 8,5 questo disco) alle 21:03 del 29 ottobre 2013 ha scritto:

vorrà dire che le prossime volte sarò più braccio corto ahah

nebraska82 (ha votato 6,5 questo disco) alle 20:36 del 29 ottobre 2013 ha scritto:

Il problema degli arcade fire è che hanno fatto centro al primo colpo, e poi si sono ripetuti brillantemente con "Neon bible". A quel punto si sono trovati nella condizione di band strapopolare e affermata, ma l'ispirazione già con "the suburbs" iniziava a mostrare qualche crepa anche se tutti si aspettano sempre un altro capolavoro....e anche qui, a un primo ascolto, mi sembra che ci sia un calo di ispirazione: brani troppo lunghi e la patina elettronica di murphy che a volte sembra un po' imprigionare l'estro della band....ripasserò per il voto, intanto complimenti per la bellissima e tempestiva recensione.

VitruvioDeiColtelli (ha votato 8 questo disco) alle 3:10 del 30 ottobre 2013 ha scritto:

Non sono assolutamente d'accordo con le opinioni espresse su The Suburbs, che reputo un disco capolavoro e che è cresciuto in me nel tempo e attraverso diversi ascolti. Per quanto riguarda questo Reflektor, mi sembra anche questo un disco molto imponente che richiede il suo tempo per essere compreso e digerito. Sono partito con l'opinione del recensore ma già adesso, dopo un 5 - 6 volte che ne attraverso le ricercatezze sonore, posso dire che si tratta di una grande prova di cambiamento e maturità da parte di un gruppo di art - rockers che non è in grado di deludere le aspettative proprio mai. Non il loro migliore ( certe canzoni passate sono irripetibili), ma una raccolta di pezzi di altissimo livello.

tramblogy alle 8:58 del 30 ottobre 2013 ha scritto:

Godibile, 8.5?.....richiede il suo tempo: 5 o 6 volte....?....ma si puo essere cosi forzosi con un disco, possibile che gli arcade abbiano questi Fans timorati da dio?ovunque uno squilibrante giudizio scompattato. Ok, dovrei ascoltarlo. Ne ho voglia?no.

Simone Giorgio (ha votato 8,5 questo disco) alle 15:54 del 30 ottobre 2013 ha scritto:

come mi sembra di aver già scritto, credo che il "difetto" (se tale può essere definito) di questo disco sia la lunghezza complessiva. Ora, gli AF non mi sembrano certo il classico gruppetto pop rock che fa album di canzoni da 3 minuti. Magari stavolta avranno anche esagerato, ma se si cerca un disco da ascoltare una sola volta e capirlo immediatamente non credo sia coerente guardare a questo gruppo.

Poi se vogliamo metterci a fare una lezione di linguistica sul significato dell'aggettivo "godibile" non credo che questo sia il sito giusto ahah

zagor alle 11:23 del 30 ottobre 2013 ha scritto:

pitchfork gli ha messo 9.2 , al banco scommesse non era neanche quotato da tanto era scontato LOL

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 14:32 del 30 ottobre 2013 ha scritto:

drowned in sound bilancia il tutto con un sonoro 4/10, lol.

target, autore, alle 14:36 del 30 ottobre 2013 ha scritto:

Ma tu Paul che ne pensi? Ti vedo tanto interventista quanto evasivo

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 14:39 del 30 ottobre 2013 ha scritto:

volevo dare risalto al tuo scritto!! gghgh arrivo arrivo...

REBBY (ha votato 8 questo disco) alle 16:19 del 30 ottobre 2013 ha scritto:

Lol, e il metafore based on 35 critics (tra cui i citati pitchfork e drowned in sound) è 81/100.

REBBY (ha votato 8 questo disco) alle 16:21 del 30 ottobre 2013 ha scritto:

Metascore non metafore eheh, maledetto IPad ahah

daferrara alle 12:04 del 30 ottobre 2013 ha scritto:

il disco l'ho ascoltato una volta sola e per intero e l'ho trovato monumentale da digerire. alcune canzoni però mi sono piaciute immediatamente vedi il singolo Reflektor. tutto sommato mi è sembrato un buon disco: quanto buono lo potrò dire solo dopo qualche ascolto ulteriore. Sarò imparziale ma almeno un 7, a mio avviso, lo meritano.

mendustry (ha votato 7 questo disco) alle 16:32 del 30 ottobre 2013 ha scritto:

Sinceramente non capisco tutto l'hype che c'è stato attorno a questo disco e a questa band. Bravi ma non grandiosi. Bei dischi ma non capolavori. Questo poi, un disco godibile, niente più. Idee non molto originali e sound in linea col moderno rock. Voto 7.

daferrara alle 17:29 del 30 ottobre 2013 ha scritto:

nel mio caso l'eccitazione che accompagna un loro disco è proprio legata alla speranza che possano fare finalmente il "botto". in ogni caso mi piacciono molto ma il mio giudizio è influenzato dalla performance dal vivo che hanno fatto nella mia città. indimenticabile.

nebraska82 (ha votato 6,5 questo disco) alle 17:58 del 30 ottobre 2013 ha scritto:

beh dipende cosa intendi per botto...dal punto di vista artistico lo hanno già fatto col debutto, che è considerato quasi all'unanimità un caposaldo degli anni zero....se intendi botto commerciale come, che so, i coldplay direi che è impossibile.

The musical box alle 20:25 del 30 ottobre 2013 ha scritto:

penso sia un disco fatto come sempre di canzoni bellissime e riconoscibili nel loro stile che ha forse nella produzione volutamente eccessiva il punto debole più forte...più sensibilità per il ritmo ma le vette le trovano sempre nei pezzi come normal person

Franz Bungaro alle 21:22 del 30 ottobre 2013 ha scritto:

Primissimi ascolti ma sembra una gran figata.

tramblogy alle 21:41 del 30 ottobre 2013 ha scritto:

Sto ascoltando qui la prima..reflector...piuttosto ripetitiva...lunga, le cose le ha dette tutte nei primi tre minuti...booo?!!..

bill_carson (ha votato 7,5 questo disco) alle 1:17 del 31 ottobre 2013 ha scritto:

devo ancora ascoltarlo/metabolizzarlo meglio. per ora mi sembra un lavoro che propone grandi canzoni, ma il disco nel complesso è di difficile fruibilità. per me vale più di un 6,5, comunque mi è piaciuta la recensione , complimenti.

alekk (ha votato 8 questo disco) alle 19:34 del 31 ottobre 2013 ha scritto:

Ondarock pitchfork rolling stone lo incoronano come capolavoro assoluto... Devo risentirlo meglio di certo si tratta di un album di gran qualità di un gruppo che rimane tra i top di oggi. Inoltre il cambio sound sulla musica da ballo e' comunque coraggiosa per un gruppo che poteva vivacchiare nel suo sound classico con facile successo di pubblico

target, autore, alle 19:48 del 31 ottobre 2013 ha scritto:

Mah, al di là delle ovazioni della critica (la recensione di ondarock io non l'ho letta, comunque: hai forse un'anteprima?), non capisco questo concetto di "musica da ballo" che citi tu e che citano molti in giro. Attenzione al groove e musica da ballo sono cose ben diverse, e in "Reflektor" c'è quasi solo la prima. Il disco rimane buono; lo penso anch'io. Ma anche riascoltando oggi pesa davvero troppo la sbrodolatura puntuale in ogni brano, oltre al calo netto della parte centrale.

alekk (ha votato 8 questo disco) alle 19:54 del 31 ottobre 2013 ha scritto:

Vai sul sito ondarock ... L'ho letta giusto mezz'ora fa... Su musica da ballo intendo la vicinanza a certi Talking heads di Remain in light e anche ai Can di Future Days o Soon over babaluma... Un sound dominato dal ritmo e percussioni abbastanza dolci che mescolato ad una certa elettronica domina su strumenti tipici degli Arcade fire come possono essere giri di basso chitarre e violini

alekk (ha votato 8 questo disco) alle 19:58 del 31 ottobre 2013 ha scritto:

Insomma... Dolce tribalismo africano ed esotico per essere più chiari

Totalblamblam alle 20:30 del 31 ottobre 2013 ha scritto:

target quanti ascolti hai dato a sto malloppone prima di recensire? così per curiosità...io ho provato ieri su spotify ma ci ho capito poco e perché l'ascolto con spotify non mi concentra e anche perché avevo 4 partite anche in diretta da seguire ahahh

target, autore, alle 20:48 del 31 ottobre 2013 ha scritto:

Gghgh, se guardavi il milan ti concentravi sul disco di sicuro. Mah, tutto di filato ti direi 8-9 volte, toh, cioè una volta al giorno da quando è uscito lo streaming. Alcuni pezzi (quelli che mi piacevano di più, e che quindi ascoltavo anche per cazzeggio) 10-12.

redbar alle 22:53 del 31 ottobre 2013 ha scritto:

Alta qualita'delle composizioni e numerosi richiami agli Dei rock e pop , dai Beatles in giu'. Il problema per me sta nella produzione che forse nel tentativo di attualizzare , rischia di rovinare, con l'elettronica invadente e di grana grossa e i suoni pompati.

alekk (ha votato 8 questo disco) alle 14:52 del primo novembre 2013 ha scritto:

Ok voto definitivo 8. Il primo disco e' davvero notevole,prime 7 tracce inattaccabili. Nel secondo la ridondanza dell'elettronica finisce per ovattare il suono, imprigionandolo un pochetto . Ma se un disco contiene 9 belle canzoni su 13( con menzione particolare a Reflektor, We exist e Here come the night time) il voto non può che essere alto. Echi di Talking heads , beatles , vampire weekend, e perché no pure blondie. Notevole Comunque la recensione, dettagliata e precisa. Complimenti . Unica pecca si vede che sei molto legato al loro sound degli esordi, pieno di apici emozionali. Gli Arcade Fire di oggi hanno perso la loro carica vibrante e l'hanno trasformata in musica cerebrale. Ultima cosa... Reflektor e' indubbiamente superiore a The Suburbs,a mio avviso ,che rimane Un po' sopravvalutato ...

Rinnovo comunque i complimenti perché è una delle migliori recensioni che ho letto negli ultimi tempi. La recensione e' una valutazione personale e la tua valutazione la spieghi molto bene

target, autore, alle 15:25 del primo novembre 2013 ha scritto:

Beh, grazie. La parte più debole, a un riascolto oggi, è da 5 a 8. Difficile che mi tornerà voglia di ascoltarla. Bene il resto, ma troppi pezzi (2, 10 e 13 soprattutto) rovinati dalle lungaggini. Rimango molto legato al loro sound degli esordi, sì (credo che sia piuttosto innegabile che è in quella fase che hanno fatto le cose migliori), ma un "Funeral" bis mi sarebbe sicuramente piaciuto meno di questo "Reflektor". Giusto che le band evolvano, ci mancherebbe. Non mi garba, degli Arcade Fire, l'evoluzione con grandeur. "The Suburbs" poteva essere un buon disco di 10 pezzi, e invece è un moloch faticoso da 16; "Reflektor" poteva essere un ottimo disco di 50 minuti, e invece è una moloch faticoso di 75.

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 14:57 del primo novembre 2013 ha scritto:

"You Already Know" (ma non solo) è Marc Almond!!! primo cd tutti bei pezzi tranne normal person che mi sembr la più debole....

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 15:34 del 2 novembre 2013 ha scritto:

ascoltato per bene anche secondo cd, devo ammettere che mi piaciucchia anche questo. c'è sicuramente qualche lungaggine di troppo ma il sound è molto accattivante. Porno in tal senso è una punta di diamante, gli Still Corners citati come riferimento sacrosanto da target....ci stanno tutti, ma qui c'è più pathos....

bill_carson (ha votato 7,5 questo disco) alle 16:47 del 3 novembre 2013 ha scritto:

Reflektor alla fine mi ha completamente conquistato. Brano in cui le influenze vengono rielaborate in modo orginale. Quando parte il sax mi piace da morire, dura un minutino di troppo, ma personalmente mi fila via bene. We Exist pezzone, imho, da spararsi ad alto volume in macchina. Goduria. Flashbulb Eyes mi piace tantissimo. A livello di songwriting nulla di trascendale, anzi, però mi piace come canta Butler e suoni sono fighissimi. Here Comes The Night Time...uhm, mi annoia un po' onestamente, è troppo lunga. Valida eh, però... non mi va sempre di ascoltarla, spesso la skippo. mentre molti brano guadagnano inseriti nel contesto, questo mi suoni quasi fuori posto, non so. Normal Person è un bell'inno rock n roll, anche se dopo i primi ascolti ci si rende conto che è piuttosto scolastica sul piano della costruzione. Testo figo - gli AF sono ad Haiti, una ricca signora inglese, vedendoli vestiti strani dice loro: "ma voi siete persone normali, no? O fate parte di una di quelle bizzarre band?". We Already Know è il pezzo più solare del disco, forse pure il più leggerotto (il meno interessante?), eppure nell'economia del disco funziona tantissimo. sarà che mi ricorda gli Smiths. Joan Of Arc poteva essere roba grossa, invece è in parte sciupata dalle parti in francese cantate da Regine - qui piuttosto fastidiosa -, ha un arrangiamento cui manca qualcosa e si trascina avanti x troppi minuti, con l'aggravante di due minuti di vento in chiusura.

bill_carson (ha votato 7,5 questo disco) alle 16:57 del 3 novembre 2013 ha scritto:

Here Comes The Nights II tanto piacevole quanto, francamente inutile. Awful Sound stupenda! Magnetica la prima parte, incantevole l'apertura melodica con singalong beatlelsiano. It's Never Over altro gran pezzo. Electro-funk accattivante con una variazione degna della fama della band. Anche questa però un po' troppo lunga. Porno inizialmente non mi era piaciuta, ora mi piace, anche se dura due minuti di troppo. Afterlife è una gemma, la adoro. Ti fa muovere il culo e ti commuove. Suppersymmetry sarebbe stata una chiusura straordinaria, se l'avessero tagliata al quinto-sesto minuto. Così non arrivo mai in fondo. Comunque...che bello ascoltarla in macchina di notte. Lacrimuccia.

nebraska82 (ha votato 6,5 questo disco) alle 14:13 del 4 novembre 2013 ha scritto:

riascoltato nel weekend. disco un po' troppo ambizioso, forse hanno voluto fare il "Mellon collie" della loro generazione.. "awful sound" e "its never over" ( che ricorda i migliori talking heads) le cose migliori.

Musicofilo3 (ha votato 8,5 questo disco) alle 20:42 del 4 novembre 2013 ha scritto:

Sinceramente sarò megalomane ma lo trovo il miglior disco di quest'anno (ci tengo sempre a specificare, dei pochi, in percentuale, che ho ascoltato). Funeral era un ottimo disco ma non un capolavoro come molti sostengono, trovo che ci fossero dei riempitivi inadeguati. Invece questo Reflektor ha assolutamente fatto centro. Sarà che da buon amante dei Sigur Ros le lunghe canzoni non mi infastidiscono ma non trovo esagerate né la title-track, né Here Comes The Night Time, né tantomeno Porno, che secondo me è il loro capolavoro del 2013. Insomma, promosso (quasi) a pieni voti, e un grande grazie alla coppia Win&Règine, per l'ennesima volta.

hiperwlt (ha votato 6,5 questo disco) alle 21:15 del 4 novembre 2013 ha scritto:

magari non la migliore del 2013, ma "porno" è, sì, un pezzo eccellente; ed insieme ad altri due-pezzi ("here comes the night time", "reflektor", "we exist"), la migliore del disco. ad ogni modo, il passaggio da un'epica indie rock a questa virata, via "the suburbs", 'art' e da grandeur (per fare il verso a Francesco) mi convince poco, perché poco resta di ciò che più si è amato dei primi Arcade Fire - non s'intenda che nessuna trasformazione doveva avvenire, questo no; la mia è più unica critica al nucleo emotivo, dei primi due dischi, qui smarrito.

in linea con l'ottima recensione

Simone Giorgio (ha votato 8,5 questo disco) alle 22:12 del 4 novembre 2013 ha scritto:

riempitivi inadeguati in "Funeral"? Tipo cosa? E' un album compattissimo e praticamente perfetto.

Musicofilo3 (ha votato 8,5 questo disco) alle 22:17 del 4 novembre 2013 ha scritto:

Sapevo che mi avreste attaccato ma a me Crown Of Love e In the Backseat non dicono proprio niente. L'album ha molte canzoni belle (Wake Up, Rebellion, Kettles) ma anche due o tre canzoni evitabili.

Simone Giorgio (ha votato 8,5 questo disco) alle 22:22 del 4 novembre 2013 ha scritto:

non prenderlo come un attacco, è solo che "Funeral" è saldamente uno dei migliori dischi del decennio passato, poi, per carità, il de gustibus è sacro

Musicofilo3 (ha votato 8,5 questo disco) alle 22:24 del 4 novembre 2013 ha scritto:

Certamente! E ben venga il dialogo. Io sinceramente capisco il tram-tram attorno a Funeral perché era il loro esordio, ma preferisco Neon Bible e anche questo Reflektor, tutto qui.

tramblogy alle 8:33 del 5 novembre 2013 ha scritto:

Del decennio??addirittura?

Simone Giorgio (ha votato 8,5 questo disco) alle 16:12 del 6 novembre 2013 ha scritto:

be', "Funeral" è uno dei migliori dischi degli anni 2000. Su questo non ci piove. Il fatto che poi gli album successivi non siano stati all'altezza non degrada la qualità di quel lavoro

tramblogy alle 22:41 del 6 novembre 2013 ha scritto:

Non so..per me non ci piove che sia uno dei migliori dischi dell anno in cui e' uscito.

Franz Bungaro alle 17:00 del 6 novembre 2013 ha scritto:

Non riesco ad avere un giudizio definitivo su questo disco. Ogni volta mi confonde, mi illude e disillude nel giro di poco. Ho letto i votoni e i giudizi entusisti di Pitchfork (9.2), Ondarock (8 ) Mucchio (8,5) SA (7,5), la stroncatura quasi assoluta di BlowUp e questo giudizio direi tiepido, deluso ma pacato e lucido di Francesco. Giudizio che non condivido, perchè comunque l'album vola alla fine alto. Devo solo convincermi se vola altissimo o a qualche metro da terra. Ma non è facile neanche trovare il tempo materiale di ascoltarlo tutto e convincersi definitivamente. Troppo lungo e forse troppo bello, per questi tempi spotifiani dove troppe cose si ascoltano, troppo spesso male.

tramblogy alle 22:44 del 6 novembre 2013 ha scritto:

Tra un volo altissimo e quello a qualche metro da terra, forse e' vero , c'è bisogno di un convincimento, forzato (?)

Lepo (ha votato 5,5 questo disco) alle 18:09 del 7 novembre 2013 ha scritto:

Ancora non so che voto darò a questo colosso, credo che però un pò meno spocchia avrebbe giovato ad un album sicuramente molto interessante, nel suo contrapporsi ad uno stile ormai consolidato e aprofondito a sufficienza, ma con alcuni cali di sonwriting e perdite di lucidità compositiva insospettabili. Credo che il mio giudizio sarà molto simile a quello del recensore.

Franz Bungaro alle 11:29 del 22 novembre 2013 ha scritto:

Per fortuna in questo mondo mediamente brutto ci sono ancora cose bellissime:

unknown (ha votato 8 questo disco) alle 21:09 del 25 novembre 2013 ha scritto:

non è sicuramente un disco banale anzi..o meglio c'è di tutto un po'...l'ho dovuto ascoltare parecchie volte prima di decidermi

è un gran disco.....molto curato....

4AS (ha votato 7 questo disco) alle 18:06 del 26 novembre 2013 ha scritto:

Io l'ho trovato abbastanza orecchiabile. Anche per via di alcuni ritornelli un po' troppo ripetuti che alla fine risultano pedanti. Questi nuovi arrangiamenti danno loro una nuova veste, ma sinceramente non ho avuto i brividi dei primi due album. Cmq si tratta di una buona conferma, non si sono certo fermati. Citerei It's Never Over (Oh Orpheus) e Afterlife tra i brani migliori.

Franz Bungaro alle 11:01 del 27 novembre 2013 ha scritto:

Mi scappa di dire che questo Reflektor sta arrivando a piacermi come o forse più di Funeral, l'album che considero il secondo miglior album degli anni '10 (prima c'è "XX", dopo c'è "Brothers"). Però non lo dirò ancora, primo perchè sono un vigliacco, e due perchè, come in tutte le storie d'amore, deve prima finire il momento delle pomiciate estreme e dell'adorazione, e poi devi convivere con l'abitudine. Solo allora puoi dire che è vero amore. Intanto il vinile l'ho comprato, e di questi tempi, è un segno inequivocabile di grande stima. Rimanendo nella metafora amorosa, equivale ad andare a conoscere i genitori di lei

Cas (ha votato 6 questo disco) alle 15:41 del 27 novembre 2013 ha scritto:

bo', a me pare un gran guazzabuglio di idee, da cui ogni tanto emerge qualche pezzo carino. gli AF creano un'atmosfera "aggiornata", piuttosto "hip", anche. ma trovo tutto questo poco innovativo, con molto poco da dire...

benoitbrisefer (ha votato 7 questo disco) alle 22:37 del 6 gennaio 2014 ha scritto:

E se gli arcade Fire non fossero né Orfeo e neppure Narciso, ma Euridice? E se avesse ragione Rilke quando afferma che non è Orfeo a paerdere l'amata, voltandosi, ma lei è ormai persa perché altra, perché la morte l'ha trasformata, non più sposa ma madre, gravida di morte e irrimediabilmente diversa tanto da non ricordarsi più chi sia Orfeo (Ermeche grida "Si è girato!!!" e lei che sussurra "Chi?". Insomma fuor di metafora forse siamo noi pubblico adorante i primi due capi d'opera degli AF il povero Orfeo, che cerca di riporatre tutto com prima. come un tempo, ma lei Euridice/AF è ormai altro, cambiata per sempre..... Belli alcuni brani, lodevole la volontà di rinnovarsi, ma quanto è lungo e un po' troppo autocompiaciuto!!!

target, autore, alle 20:09 del 7 gennaio 2014 ha scritto:

Eh, bella lettura: mi sa che è così...

benoitbrisefer (ha votato 7 questo disco) alle 22:39 del 6 gennaio 2014 ha scritto:

Maledetta fretta!!! Errata corrige: "Ermes che grida......

Truffautwins (ha votato 8 questo disco) alle 3:14 del 28 aprile 2015 ha scritto:

Riascoltato ora dopo due anni. Lo avevo trovato bello ma poco coinvolgente. Lo ritrovo bello più di allora e il tempo sembra avergli dato maggior spessore.

mr. bluemoon (ha votato 5 questo disco) alle 16:33 del 13 giugno 2016 ha scritto:

Boh io li trovo noiosi

REBBY (ha votato 8 questo disco) alle 17:34 del 13 giugno 2016 ha scritto:

Perché boh? Mi pare abbastanza normale che non ti piacciano, Muse ed Arcade fire non possono avere gli stessi fan.

mr. bluemoon (ha votato 5 questo disco) alle 17:47 del 13 giugno 2016 ha scritto:

Mah conosco molte persone che gradiscono entrambi! è semplicemente soggettivo. A me non piacciono però riconosco comunque che sono buoni musicisti

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 23:48 del 13 giugno 2016 ha scritto:

no dai ha ragione rebby.... a mani basse!

mr. bluemoon (ha votato 5 questo disco) alle 0:36 del 14 giugno 2016 ha scritto:

i mius fanno skifo!!1!

Robinist alle 0:47 del 4 settembre 2017 ha scritto:

*coff coff* Mi permetto di dissentire!

Sono fantastici, li ho miracolosamente scoperti quest'estate ad un festival. Meritano il live anche solo per vedere Régine piazzarsi al centro del palco e ballare

unknown (ha votato 8 questo disco) alle 12:45 del 16 aprile 2018 ha scritto:

devo tornarci un attimino su questo disco...visto sopratutto i risvolti dell'ultimo indie rock.. avendo ascoltato parecchi gruppi

nuovi devo dire..... che questo disco degli arcade fire e il cambiamento che loro fecero con questo disco..... ha fatto scuola

reflektor per me è diventato un disco spartiacque .....un disco importante per l'indie di oggi...da valutare e rivalutare in base a ciò che ha creato non credo accidentalmente