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R Recensione

8,5/10

Broken Social Scene

You Forgot It In People

Ah, i canadesi…La versione “light” dei vicini di casa a stelle & strisce, con l’attitudine snob delle origini francobritanniche. A sud del fiume Detroit, tra la Motor City e Windsor, c’è una linea di confine che separa non solo i due stati nord-americani, ma una concezione socio-culturale simile soltanto in superficie. Da una parte i coatti yankee, irascibili cowboy dalle pistole fumanti, dall’altra il buon senso e spocchia europeista dei canucks (Michael Moore docet). Certo, qualcuno potrebbe alzare il ditino e sentenziare “luoghi comuni”, però noi italians ne abbiamo uno enorme che ci governa da anni, riassunto all’ennesima potenza dei peggiori istinti dell’uomo tricolore (e, pensate un po’, duetta pure in amabili serenate napulitane). Milioni di furbi compatrioti lo votano.

Ma torniamo al Canada. Ho un’idea dei canadesi perfettamente speculare al gigantismo USA, una costola del Vecchio Continente da dove osservano, magari con ghigno sardonico, le imprese dei “cugini scemi”. Il paese della foglia d’acero ha dato i natali a Glenn Gould, Neil Young, Cohen, Joni Mitchell, i Rush, Cronenberg (e a Brian Adams, Céline Dion, Nickelback, Michael Bublé…nessuno è perfetto) e oggi esporta orgoglioso, tra gli altri, Arcade Fire, New Pornographers, Black Mountain e Trombino & Pompadour. Nei pitchforkiani Anni Zero, mentre negli Stati Uniti spopolavano amenità tipo il nu-metal e l’emo, nella terra dei Grandi Laghi cresceva l’incommensurabile indie-rock canadese. A differenza della controparte americana, una scena musicale indipendente meno “poser” e più umile, gente concreta che suona con grande spirito di aggregazione e non pensa troppo alla coolness della propria immagine.

Il collettivo di musicisti sotto il nome Broken Social Scene nasce nel 1999 a Toronto, Ontario. Membri principali sono gli autori Kevin Drew (voce, chitarre, feedback vari e tastiere) e Brendan Canning (basso, cori, organo e drum-machine), con il batterista Justin Peroff, tutti provenienti dalle band collaterali Valley Of The Giants, KC Accidental e Junior Blue. Dopo l’aggraziato esordio “Feel Good Lost”, uscito su etichetta “Arts & Crafts”, per i Broken Social Scene era giunto il momento del botto definitivo presso addetti ai lavori e indie-rockers planetari. Il mirabile “You Forgot It In People”, pubblicato sui mercati locali nell’ottobre 2002, coagula in un originale rock-alternativo influenzato dalle diverse esperienze artistiche dei componenti, un corale affresco di gemme pop, elettronica “umana”, epicità orchestrale e spleen shoegaze.

Un magnete che attrae il meglio dell’universo indie in brani dal forte impatto emotivo, con il contributo di Andrew Whiteman degli Apostle Of Hustle (chitarra, cori e tambourine), Charles Spearin, percussioni, armonica e sampler, John Crossingham, Evan Cranley (trombone e archi), James Shaw alla tromba, Jessica Moss al violino e le voci di Emily Haines e di una Leslie Feist ancora sconosciuta. Un supergruppo-monstre in piena regola che, specie nelle esibizioni “casalinghe”, avrà sovente l’opportunità di riunirsi con la sterminata line-up delle prove in studio. I BSS del ‘02 sono la summa di un suono destinato a scolpirsi nella memoria, il sogno idealizzato di ogni appassionato “indie-rock” del globo. Quelli che indossano la stessa stra-maledetta t-shirt perché lo strano nome stampato sopra significa tanto, è l’invincibile sentimento adolescenziale che ci accomuna e aiuta a colorare le nostre vite. Potenza degli inni agro-dolci di Kevin Drew & co. A dispetto del bel titolo, le 13 tracce di “You Forgot It In People” non le smuovi facilmente dal cervello, note che risvegliano i neuroni assopiti e l’importante organo a sinistra che pompa sangue nelle nostre arterie.

La musica dei Broken ha il soffio leggero della brezza autunnale che agita le foglie stanche sugli alberi (il solenne romanticismo di “Lover’s Spit”), s’insinua nei versi della filastrocca alt-country “Anthems For A Seventeen Year Old Girl”, soave e tenera come il sole che illumina il viso della tua amata la domenica mattina ( con la voce filtrata e fantasmatica di Leslie Feist), vola in un caotico impeto da orchestra-wave di percussioni, trombe e fiati (“KC Accidental”) e nelle voci di Kevin Drew e Feist che inseguono il noise pop delle chitarre low-fi (il singolo “Almost Crimes”), si perde nei rivoli di luce che emana la solare “Looks Just Like The Sun”, nell’acustico indie-jazz di “I’m Still Your Fag” e nei battiti digitali di un’indietronica introspettiva e attraversata da clangori elettrici ( “Late Nineties Bedroom Rock For The Missionaries”).

Meraviglia tra le meraviglie, la melodia super di “Cause=Time”, con relativo clip surreale, s’incide nell’orecchio grazie a uno spettacolare ibrido J.Mascis+Pavement+Pumpkins dei bei tempi di “1979”, un brano così formalmente appiccicoso che non ha nemmeno bisogno di un vero ritornello. In apertura l’etereo ambient “Capture The Flag”, i Radiohead di “Kid A” senza stress, a chiudere il lirismo poetico dello strumentale “Pitter Patter Goes My Heart”. “You Forgot It In People” segna un decisivo e fondamentale punto e a capo, per i BSS e per lo stantio decennio dell’i-pod e dei social-networks (vincerà un Juno Awards quale miglior disco del 2003), un lavoro che in tempi di vacche magre riusciva a unire accessibilità e sperimentazione, qualità più unica che rara. Una Scena Sociale Spezzata al suo zenit espressivo. Sempre siano lodati, e onore al Canada.  

 

 

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C Commenti

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hiperwlt alle 11:41 del 15 ottobre 2010 ha scritto:

ascoltati sì, ma mai con la giusta attenzione: la tua recensione mi farà "tornare" sul disco sicuramente! bravo Daniele

babaz (ha votato 10 questo disco) alle 12:05 del 15 ottobre 2010 ha scritto:

Uno dei dischi più belli degli anni '00!!!!

loson (ha votato 9 questo disco) alle 13:13 del 15 ottobre 2010 ha scritto:

Impagabile il riferimento a Trombino & Pompadour, sei un grande! ;D Resto convinto che il qui presente disco sia uno dei due grandi lasciti del Canada "indie-poppettaro" (l'altro è, molto banalmente, "Funeral"),e questo proprio per l'incontenibile, furente voglia di osare che straborda dai solchi: inconfutabili prove del tentativo - quasi sempre riuscito - di pervenire ad una sintesi fra topòi indie-rock e le modalità espressive post-rock.

target (ha votato 8 questo disco) alle 15:13 del 15 ottobre 2010 ha scritto:

I Broken Social Scene non sono la parte dell'indie-rock canadese che preferisco (sono di certo la faccia più yankee, dove un "Funeral", ad esempio, guarda piuttosto all'Europa), ma questo disco è irresistibile e la tua analisi splendida.

NathanAdler77, autore, alle 22:45 del 15 ottobre 2010 ha scritto:

Grazie ragazzi, troppo buoni...

La scena-rock made in Canada vive tutt'ora un momento, per dirla con le parole della bella Melissa Auf der Maur, "fucking amazing"! E "You Forgot It In People" è stato un po' il tasto "start" dell'esplosione indie-canadese negli anni Zero.