V Video

R Recensione

5/10

Blackfield

IV

Non tragga in inganno la copertina evocatrice dei lavori ambient-elettronici di Steven Wilson, pubblicati a nome Bass Communion. L'autore è in effetti lo stesso – il graphic-artist Carl Glover – ma qui le coordinate astrali sono quelle del fugace pop-rock melanconicamente orchestrale ideologizzato dai Blackfield ad inizio Anni 2000: l'estrema orecchiabilità è dunque la caratteristica fondante anche di questo nuovo album, composto dal solo Aviv Geffen – Mr. Wilson si limita stavolta ad un singolo contributo come lead-vocalist e al mix – nella forma brani in miniatura che raramente sforano i tre minuti e che neppure ci provano ad approfondire e a sviluppare tematiche sonore più ardite. Tutto e subito, senza il bisogno di dover dimostrare qualcosa di nuovo o di coraggioso. Neanche le ospitate di Jonathan Donahue (Mercury Rev) nella ninna-nanna piccola piccola The Only Fool Is Me, di Vincent Cavanagh (Anathema) nella scialba X-Ray, di Brett Anderson (Suede) nella pur intrigante Firefly – una piccola gemma, ammettiamolo – possono sollevare le sorti di un disco zuccheroso e portatore di un fascino che evapora ai primi raggi di un sole primaverile. In termini di apprezzamento il podio viene conquistato da Lost Souls che col suo incedere concitato e con una melodia indie-soul-rock avvincente ricorda da vicino gli indimenticati Doves, da Jupiter,  la perfect pop-song interpretata da Steven Wilson (imperdibile il video dell'arista israeliana Ilana Yahav), la graffiante miscela rock '60s di Kissed By The Devil reminiscente tanto degli Oasis quanto dei Tears For Fears. Interessante anche l'episodio conclusivo – After The Rain – che, solcato com’é da tremori elettronici, può far balenare un riflesso dei Radiohead: ma dura talmente poco da non concedere neppure il tempo di godersi la suggestione. Al di là di Pills, in apertura lavoro, tutta tesa a rievocare le aspirazioni del primo opus dei Blackfield o dei Porcupine Tree più melodici e della citata Firefly è dunque la seconda metà di "IV" a regalare qualche spiraglio di luce e di speranza in qualcosa di migliore: ma parliamo comunque di un album che dura appena 31 minuti (quanti EP durano di più?) e che non può essere riscattato da una manciata di pezzi appena al di sopra della media. Gli echi dei Coldplay ritornano a più riprese – Sense Of Insanity il punto di maggior consonanza: ascoltare l’arpeggio iniziale per credere – a ribadire l'essenza-esigenza comunicativa perseguita da Aviv Geffen. Che è e resta un raffinato compositore/produttore/pop-artist sebbene introdotto da Steven Wilson ad un songwriting più articolato ed ombroso: ma davvero le ambientazioni che diedero vita al primo omonimo disco dei Blackfield (era il 2004) restano relegate in un momento di magia sospeso nel tempo e ormai lontano. 

Quel che c'è oggi in "IV", anche se qualitativamente superiore al precedente "Welcome To My DNA", è davvero ancora troppo inconsistente e fuggevole per delineare quello che definirei un album di spessore. E forse anche Mastro Wilson, che si è sempre concesso un’ampia gamma di diversivi sonori, oggi che è così focalizzato sulla sua carriera solista – una carriera definitivamente prog-oriented – deve aver pensato che era ormai impossibile mantenere il piede della sua “identità musicale” in due staffe così dissimili, optando per un ruolo davvero marginale in “IV”. Ma, tanto per non sbagliare, il primo singolo – Jupiter – è proprio quello a cui da la voce.

V Voti

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C Commenti

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classicsor (ha votato 9 questo disco) alle 16:33 del 17 ottobre 2013 ha scritto:

Non so come fai a giudicare uesto disco da 5, posso capire magari ila nongrnade passione per il genre ma mettere un voto insufficiente non lo capisco! è un grnadissimo disco anche considerando l'erpoca in cui ci troviamo e l'anno in cui èu uscito, grandissimi e geniamli arrangiamenti di archi e cori stratosferici, dl resto c'è Steven WIlson...

Marco_Biasio alle 20:02 del 17 ottobre 2013 ha scritto:

Steven Wilson non pubblica un disco degno di nota da dieci anni (cfr. In Absentia).

zagor alle 17:02 del 17 ottobre 2013 ha scritto:

beh, steven wilson pubblica dischi con la stessa frequenza con cui bruno vespa manda saggi in libreria, se per una volta ne sbaglia uno non muore mica nessuno eh!

Utente non più registrato alle 20:19 del 17 ottobre 2013 ha scritto:

Mi dispiace deludervi...ma la partecipazione del grande SW in questo disco è ridottissima

(ancor meno che nel precedente) e si sente...

Non l'ho ascoltato molto ma, francamente mi è parsa poca cosa.

Penso abbia fatto bene ad abbandonare questo progetto e continuare a puntare sulla sua ottima carriera solista.

Ma quando si sa poco o nulla di creatività...vabbè...

Prossimo appuntamento a Padova il 14 novembre...il mio 4° concerto...

Marco_Biasio alle 18:13 del 18 ottobre 2013 ha scritto:

Ma ti riferisci a me? No, perché io amo molto i Porcupine Tree fino a In Absentia, e anche il primo disco solista di Wilson non è male. Poi su bravura e professionalità non si discute, ma quelle sono altre cose, ben diverse dall'ispirazione e dalla genialità. Io commentavo l'ennesima sparata magnificatrice per mr. Wilson. Sui Blackfields non entro in merito.

Utente non più registrato alle 18:59 del 18 ottobre 2013 ha scritto:

Non entro in merito neanch'io...ormai sappiamo che le nostre vedute sull'argomento sono molto diverse ed è inutile imbarcarsi nell'ennesima discussione, che non porterebbe a nulla.

Cmq devo dire che il tuo intervento mi pare denoti ormai un certo pre-concetto, pre-giudizio molto radicato nei confronti di SW, a prescindere, perché, ripeto, il suo coinvolgimento qui è limitatissimo.

Ma va benissimo lo stesso, perché almeno questa volta, hai detto la tua (che non condivido) senza argomentare su chi invece SW continua, come me, ad apprezzarlo moltissi(missi)mo.

Non capisco il fastidio che evidentemente ti procura, se c'è qualcuno (e non sono pochi...) che lo "magnifica"; tenendo debitamente conto che, al contrario, c'è chi non capisce perché TU fai altrettanto per altre cose...oh no?!...

Marco_Biasio alle 19:23 del 18 ottobre 2013 ha scritto:

Ma, ripeto, non mi dà nessun fastidio Wilson in sé. Non vedo perché, non lo conosco e in larga misura lo apprezzo. Trovo semplicemente che certe affermazioni di lode e magnificenza facciano molta tenerezza, perché totalmente sproporzionate per la caratura reale del personaggio che, con tutto rispetto, non dico Zorn o Zappa, o Fripp, ma non è nemmeno Maynard Keenan...

swansong alle 19:06 del 18 ottobre 2013 ha scritto:

il 14 a PD per il grande SW ci sarò eccome! Capito VDGG !..detto ciò, che magari non frega a nessuno, posso solo dire che il precedente Welcome...mi aveva abbastanza deluso. Il paragone coi precedenti due era improponibile. Parlo proprio di carenza di ispirazione e di scrittura, non certo di professionalità e perizia. Il fatto che a questo non partecipi con evidenza Wilson, me lo rende per certi versi più appetibile..staremo a vedere, sebbene il singolo qui postato non mi faccia certo correre ad ordinarlo, anzi.

Utente non più registrato alle 19:48 del 18 ottobre 2013 ha scritto:

Ma è sproporzionata per te... e non credo che certe cose che tu recensisci o commenti siano lontanamente paragonabili ai nomi che hai citato, quindi...

Ora scappo al concerto del M° Puglisi, ti saluto.

Swansong ci vedremo lì allora.

Utente non più registrato alle 13:53 del 19 ottobre 2013 ha scritto:

...aggiungo per commentare il tuo ultimo (per me) bislacco ragionamento che, non solo è impossibile fare certi accostamenti/paragoni, ma personalmente mi dissocio dall'inserimento di Keenan.

In questo caso dovrei essere io a sciogliermi per la "tenerezza", per la sopravvalutazione e per gli accostamenti forzati...

Se ti fa sentire meglio, perché non mettere Mr SW agli ultimi posti di una ipotetica quanto assurda (TUA) classifica, ben sotto Cristina D'Avena... e una petizione per rinchiudere quelli che comprano i suoi dischi e vanno a vedersi i concerti, nooo?!...

Infine, perché con te ho già dato troppo su questo argomento, siccome dovete/volete "attaccare" SW comunque, con qualsiasi fragile argomentazione, se si parla di prolificità, vorrei ricordare che Zappa ha fatto un centinaio di dischi e Zorn più di cento...(parlando in termini quantitativi, non qualitativi, sempre SOGGETTIVI...) anche qui, come vedi, non ci siamo proprio...

E vabbè...

Cmq gran bel concerto ieri sera...non so se c'eri anche tu...

Marco_Biasio alle 14:09 del 19 ottobre 2013 ha scritto:

Non riusciamo a capirci. Ho semplicemente commentato una sparata che obiettivamente era tale. Punto. E' chiaro che non volevo paragonare Wilson ai nomi che ho citato, ho solo fatto alcuni esempi di personalità musicali "inarrivabili" (anche Keenan, al netto dei gusti personali, lo è) senza parlare di prolificità, qualità, quantità, stile, genialità, senza entrare nel merito di niente. Tu dissociati pure, anch'io ho iniziato dissociandomi. Ma credo che la parabola recente di Wilson, al netto dei fanatismi, parli da sé.

P.S. No, magari, non sono venuto ieri. Vedremo di rimediare a dicembre.

Utente non più registrato alle 15:37 del 28 ottobre 2013 ha scritto:

In effetti non ci capiamo...tu continui a parlare di fanatismi e della presunta parabola di SW...ma queste sono e restano, di nuovo, TUE interpretazioni. Per te Keenan sarebbe una personalità inarrivabile???!!! Per me assolutamente NO... Fattene una ragione, il tuo giudizio non vale più di quello di altri...Punto