R Recensione

8/10

Olhon

Veiovis

Il progetto Olhon, nato in Italia grazie all'artista toscano Zairo Nucciotti, vede concretizzare - a partire dal 2001 - un paio di dischi molto interessanti, basati sull'elaborazione di suoni naturali senza l'ausilio di sintetizzatori o altri strumenti musicali.

"Veiovis" nasce nel 2001 con la collaborazione del più noto Bad Sector in un ambito meno industrial di quanto ci si può aspettare e sfrutta una serie di registrazioni preparate con grande spirito d'iniziativa per mostrare quanta creatività possa scaturire dall'interazione tra la Natura e l'ingegno dell'uomo. I due artisti lanciano nelle acque di alcuni laghi del Centro Italia un microfono professionale opportunamente allestito e attaccato ad un cavo estremamente lungo; captano i rumori che "stanno là sotto" e poi li portano in studio per trasformarli in una serie di brani dal fascino inquietante e arcano.

Sembra una cosa semplice, ma non lo è. Quello che i due riescono a mettere sul cd ha dell'incredibile e, pensando a come le sonorità ovattate e profonde sono state ricavate, vengono i brividi. In particolare quando si ascolta il pezzo registrato nell'oscuro lago di Albano, la cui profondità di 170 metri lascia immaginare quali torbide sensazioni si provino in una ideale immersione dietro il cavo del microfono.

La musica così prodotta ha tutti i crismi di un'opera musicale vera, benchè nessuno strumento tradizionale o elettronico compaia nel percorso creativo di Olhon. Le atmosfere assumono contorni che probabilmente nessun sintetizzatore potrebbe suggerire e l'acqua dimostra che il codice genetico del pianeta Terra ha in serbo risorse insospettabili per chi ha volontà e talento.

Tra l'altro, lo stesso Nucciotti qualche anno prima aveva prodotto un altro mirabile album - forse un po' meno diversificato - in cui erano registrazioni del vento a costituire la materia prima dell'elaborazione sonora. Dunque, volontà e talento uniti ad una progettualità ben definita sono base perfetta per andare oltre alle consuetudini e fare sperimentazione con qualcosa che di sperimentale non ha nulla. Perchè vento e acqua sono su questa terra da milioni di anni.

Olhon, insomma, è davvero meritevole di attenzioni e coniuga il dogma della musica concreta con un'evoluzione ambient nel senso stretto del termine. Fruire dell'ascolto di questo disco significa fare un viaggio mentale ed emotivo nei luoghi dove il suono è stato estrapolato, con tutto un carico di ombre e angosce che si allontanano dallo spirito (spesso abusato) delle filosofie new-age e riportano ai primordi in un crescendo di sensazioni ancestrali.

V Voti

Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 2 voti.
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