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R Recensione

9/10

Dead Elephant

Lowest Shared Descent

Ascoltando “Lowest Shared Descent” la domanda nasce spontanea: ma gli italiani lo fanno meglio? Un sound che non sembra nemmeno made in Italy. E tutto ciò mi sorprende e mi ammalia. Ascolto dopo ascolto quest’album è destinato a rimanerti in testa per lungo tempo.

Album d’esordio per la band cuneese Dead Elephant. Cruento noise pesante (Unsane, Colossamite), claustrofobici e viscerali, dannatamente esplosivi e violenti, un urto sonoro allucinante, introspettive di Jesus Lizard e sonorità psichedeliche tipo Neurosis. Oltre ogni immaginazione di ciò che la musica noise-core ci aveva presentato fino ad oggi. Esecuzioni perfette, un grande lavoro di sintesi fra le tante varietà di influenze che si possono riscontrare in questo gran pezzo di album.

Dietro a questo power trio di Cuneo, ci sono sorprendenti collaborazioni che lasciano scorgere elementi compositivi contraddistinti da sonorità molto più free, come l’apporto dato dal sax di Luca Mai degli Zu in “Post Crucifixion” (una scheggia di due minuti appena immersa in mondi zorniani), e l’insostituibile timbro vocale del maestro Eugene Robinson (Oxbow) nel blues-core di “The Same Breath. Si parte con “Introducing My Eye, In Flames” che apre in pieno stile Unsane quest’album poderoso e si continua con “Another Fuckin’ Way To Say We Miss You” che ci trafigge per intensità esplosiva. Ma subito dietro l’angolo c’è l’affondo decisamente più psichedelico dei Dead Elephant con “Black Coffee Breakfast, dieci minuti di puro, imprevedibile e sanguigno hardcore che ci trascina in un intermezzo di psichedelici e claustrofobici suoni impastati con atmosfere rarefatte. Manipolazioni industrial ambient si scorgono con “Abyss Heart” e diluvianti cadenze post-core si respirano attraverso l'ascolto di “The Worst & The Best”.

Un linguaggio musicale articolato e maledetto cosparso di originali segnali di un noise made in Italy che ci inorgoglisce come italiani nel paragone con tante altre formazioni sparse per il mondo (sopratutto americane) che detengono il primato di questo genere. Un disco che non può passare inosservato in questo 2008 ricco di uscite.

È già tra i dieci dischi dell’anno.

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Voto degli utenti: 6,9/10 in media su 8 voti.
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rael 5/10
IcnarF 9/10
REBBY 6/10

C Commenti

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Marco_Biasio (ha votato 9 questo disco) alle 21:18 del 31 maggio 2008 ha scritto:

Caspita, Sebastiano

Pissed Jeans, Parts & Labor, Sightings e ora questi Dead Elephant. Ma porca miseria, riuscirai mai a consigliarmi un disco brutto?!? Anche questa volta ho raccolto al volo il tuo prezioso suggerimento (d'altra parte, l'aver letto delle immersioni zorniane in "Post Crucifixion", tra l'altro verissimo, mi aveva prepotentemente messo in allerta) ed anche questa volta stringo fra le mani un disco bellissimo, sicuramente fra i migliori del 2008. Ho come la sensazione che ci passerò su moltissimo tempo. "Black Coffe Breakfast" è veramente stupenda. Ah, se solo interagissi un po' con i commenti!

IcnarF (ha votato 9 questo disco) alle 15:54 del 4 dicembre 2008 ha scritto:

Perplesso.

Ma 'sto disco non è del 2007?

Marco_Biasio (ha votato 9 questo disco) alle 17:02 del 4 dicembre 2008 ha scritto:

RE: Perplesso.

Ti rispondo io, Franci. E' una piccola disputa che si è accesa un po' ovunque. Il disco in effetti è uscito il 18 dicembre del 2007, ma pare sia stato distribuito solamente nel 2008, non so con quale criterio, onestamente.

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 16:46 del 4 dicembre 2008 ha scritto:

Icnar F

Effettivamente in rete sulla data di pubblicazione

c'è confusione, qualcuno indica dicembre 2007, ma

la maggior parte mi pare dice 2008. Bisognerebbe che chiarissero i Dead Elephant stessi visto che

sono italiani (scusami Sebastiano se mi sono permesso ...)

Marco_Biasio (ha votato 9 questo disco) alle 16:36 del 4 gennaio 2009 ha scritto:

Più lo ascolto e più mi rendo conto, inevitabilmente, che fra qualche anno questo disco verrà citato fra i classici italiani di sempre. Qui non si è sul 9, si è sul 9.5. E anche anche. Perderselo ora, sul nascere, sarebbe un crimine. Siete avvertiti.

Gengis il Kan (ha votato 8 questo disco) alle 13:00 del 27 marzo 2009 ha scritto:

Bellissimo e doloroso. Un macigno sullo stomaco.