R Recensione

8/10

Stateless

Stateless

Ennesima rielaborazione del modello Radiohead?

Ad un primo ascolto l'album di debutto degli Stateless ("Stateless" !K7 2007) ci dà l'impressione che lo spettro di Thom Yorke e dei Radiohead aleggi su ogni traccia del disco. Ma non lasciamoci ingannare da un'ascolto superficiale, perchè il disco possiede qualcosa di molto personale: si possono cogliere parecchie nuove e sorprendenti combinazioni di generi musicali per niente scontati. Certo, gli elementi compositivi dell'album non possiedono niente di originale, ma attraverso un'attenta manipolazione elettronica e una grande varietà di arrangiamenti ritmici viene generato un pop malinconico che attraverso una voce dalle mille sfumature riesce a cogliere nell'intimo.

Gli Stateless giungono da Leeds e sono in cinque: Chris James cantante -chitarra, David Lenin batteria, Kidkanevil giradischi, elettronica e campionamenti, Justin Percival basso e Rob Buchanan Dunlop tastiere ed elettronica.

"Stateless" è un misto di influenze che vanno dal trip-hop di Massive Attack e Portishead all' hip-hop astratto di DJ Shadow, che nel suo ultimo album "The outsider", dopo aver ascoltato alcuni demo degli Stateless, ha voluto che James collaborasse ed offrisse la sua voce.

Quindi l'elettronica come punto fermo del gruppo per la crescita creativa e compositiva del loro sound, ma non solo: caratteristica principale degli Stateless è anche e soprattutto quella di incorporare influenze diverse fra di loro:  esempio?... Il trip-hop di Bloodstream, Exit tra scratching e ritmica tagliente, This language immersa in un hip-hop bagnato da una cascata di violini ed archi.

Dieci piccole canzoni pop da far traboccare inarrestabili emozioni, ritornelli indimenticabili da lasciare senza fiato (Prism #1, This language, bloodstream), ritmi con tempi dispari, sincopi e al quanto complessi (Prism #1, Radiokiller, Running out), un cantato assassino in cui si coniugano estensione vocale ed espressività (Bloodstream), falsetti memorabili (ascoltate Crash) e in Bluetrace un intimità psichedelica iniziale innondata alla fine da una scarica adrenalinica di puro noise.

Un gioiellino da portarsi dietro per questo 2007 e inevitabilmente da inserire nella playlist tra le migliori uscite di quest'anno. Indiscutibili.

V Voti

Voto degli utenti: 7,1/10 in media su 12 voti.
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REBBY 9/10
gogol 5/10
rubens 8/10
londra 6/10
treno 8/10
gramsci 7,5/10

C Commenti

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fabfabfab (ha votato 5 questo disco) alle 17:37 del 26 giugno 2008 ha scritto:

datato

Poteva sconvolgere, nel 1993

Paranoidguitar (ha votato 8 questo disco) alle 10:14 del 25 novembre 2008 ha scritto:

Prism è un pezzo incredibile, poi l'album scende qualitativamente ma è comunque di livello.

Utente non più registrato alle 22:08 del 15 dicembre 2009 ha scritto:

Son d'accordo con la recensione, ma proprio perchè sembra un accozzaglia del piatto del giorno prima gli do quello che si meritano. 4, il voto che ti da la maestra quando capisce che hai copiato il tema su internet senza nemmeno sbatterti per rielaborare il materiale.

treno (ha votato 8 questo disco) alle 16:44 del 9 maggio 2010 ha scritto:

sono d'accordo col fatto che probabilmente dieci anni fa questo album avrebbe sconvolto...

Resta comunque un gran bel lavoro