R Recensione

7/10

Half Cousin

Iodine

Half Cousin è un collettivo guidato dal songwriter/singer Kevin Cormack. Hanno origine nelle Orkney islands nel nord-est della Scozia e a quei paesaggi era interamente ispirato il loro album di debutto, The Function Room, apparso nel 2004.

Un disco che  introduceva un percorso musicale nuovo, che dal cuore del classic folk locale sfumava verso il suono sgangherato di un orchestra di strada, con una forte fede per la sperimentazione home made. Inserzioni blues waitsiane, dissonanze industriali, folk scarno accompagnato da bizzarre percussioni ricamate attraverso cianfrusaglie, rottami riciclati, cimeli di famiglia, tutto mescolato per ricreare suoni cari all'ellettronica.

Iodine conferma la stessa formula vincente del precedente album accostando ai tradizionali strumenti (chitarra acustica, piano, clarinetto, fisarmonica, vibrafono) ritmiche dal forte sapore metallico sempre attraverso materiale riciclato e il tutto alla fine settato per riprodurre dei suoni dal raffinato sapore pop. Suoni sintetici inoltre si aggregano creando ammassi folktronici, tutto a delineare delle atmosfere slabbrate dalle forti tinte contrastanti tra alternanze di pieno e vuoto. Il suono si è evoluto in qualcosa di più costruito, dettagliato e più percussivo e corposo, un immaginario musicale dal sapore leggero con la più semplice infarinatura di drum machines. Un  folk psichedelico, istantaneo, affascinante e seducente, di una bellezza quasi magica. Melodie semplici, voce esile, dal cantato tenue ed ipnotico, brani carichi di emotività che lasciano pensare agli Arab Strap oppure all'inquietudine di Nick Drake (Charity, Abide).

Evidenziando quanto di buono è contenuto in questo disco diciamo che il singolo, Big chief è un gran pezzo pop tra giochi di fisarmonica, batteria pulsante e clarinetto, The absentee un distillato di indietronica british disegnato sulle orme di un grande Syd Barrett, Abide fa levitare le sue liriche tra spazi infiniti e sconosciuti, Adibe with me si distingue per l'indimenticabile impatto emotivo, Jim's crash memory, scava un suono scarno ma incisivo, Police torch giroavaga tra cori e ritmiche marcianti.

Un disco buono e perbene. Assolutamente amorevole. Nulla da aggiungere, molto da ascoltare.

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