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R Recensione

7/10

Juri Lenard

Juri Lenard

C'è un candore, una fibra emozionale, una specie di magia nelle cinque canzoni di questo ep.

Nessuna fantasmagorica invenzione. Nessun pirotecnico gioco di prestigio. Solo un incredibile scarno folk alla Bonnie Prince Billy uscito fuori dalla penna (e dalla chitarra) di un ragazzo poco più che ventenne, che per darsi un tono arriva ad inglesizzarsi il nome in Juri Lenard (vero nome Juri Di Lenardo).

La cosa clamorosa è che Juri ci riesce a darsi un tono. Diamine se ci riesce! I cinque brani che si accavallano uno dietro l'altro rappresentano una speranza. Speranza che sia nato un songwriter capace non solo di stare al passo con i mostri sacri del genere, ma addirittura di farlo nella loro lingua, l'inglese, con credibilità e maestria. Raggiungendo una dolcezza, una semplicità, un taglio intimista e passionale che davvero colpiscono al cuore, come potrebbe fare un Nick Drake qualsiasi...

Siamo di fronte ad una speranza perchè di altro non si può certo parlare, vista l'esiguità quantitativa della proposta. Eppure non c'è dubbio che A knock on the table, As things are, Nearby you, When we give e Be used to scorrono via che è un piacere. E ci si chiede come starebbero incastonate a dovere in un lp che aggiunga le necessarie variazioni ritmiche e stilistiche. Potrebbe venirne fuori qualcosa di davvero notevole, creando parecchio rumore attorno a sè. Potrebbe, ovvio. Le premesse ci sono tutte. Se poi son rose fioriranno. Anche se già così si fa fatica a smettere di ascoltare a ripetizione un disco straripante nella sua essenzialità e grazia poetica.

 

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