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R Recensione

7,5/10

Modena City Ramblers

Riaccolti

Questo lavoro è il racconto di una storia unica nel panorama della musica italiana, quella dei Modena City Ramblers, che si intreccia con un’altra storia altrettanto bella, quella dello studio Esagono di Rubiera (provincia di Reggio Emilia). Nello storico studio di registrazione riaperto nel 2017 dopo alcuni anni di chiusura, sono passati in tanti a registrare i propri lavori (Ligabue, Biagio Antonacci, Ivano Fossati, Timoria, Nek, Baglioni, King of Convenience), compresi ovviamente i Modena City Ramblers. Quando la band ha deciso, a vent’anni di distanza dal primo disco live acustico Raccolti, di registrare un secondo capitolo, avendo l’Esagono ripreso l’attività, è stato quasi naturale per loro decidere di andare a registrarlo tra quelle mura amiche, davanti ad un pubblico selezionato di fans.

Riaccolti, l’album live esito di quella serata dell’autunno del 2018 (disponibile in CD/DVD e doppio vinile), è quindi un doppio omaggio, al loro primo album live, e allo studio di registrazione dove hanno registrato buona parte dei loro dischi. Si tratta quindi di un concerto acustico registrato in un ambiente familiare e tra amici, molto vicino quindi come sonorità alle live session tipiche dei pub irlandesi, ma con la qualità del suono di un vero studio di registrazione. L’inizio del disco è dedicato proprio a questo doppio omaggio, prima con Il posto dell’airone in cui si racconta la storia dell’Esagono, e poi con l’inedito Riaccolti, un invito a ritrovarsi e un ringraziamento a chi, in questo lungo percorso, ha camminato insieme ai MCR. Tra i tanti temi d’impegno toccati dalla band nel corso della carriera, molto presente è quello della lotta alla mafia, qui ricordato da due splendidi brani, Libera Terra dedicato ai ragazzi di Libera e a Don Luigi Ciotti, in una versione dura e tirata, con la melodia guidata dal thin whistle sull’incalzante ritmo del bodhran e del tamburello, e I cento passi, in cui rivive la storia di Peppino Impastato.

Nel corso del concerto la band passa in rassegna tutte le sonorità che hanno contribuito a creare il loro suono, dalle atmosfere mediterranee presenti in Oltre la guerra e la paura e nella splendida Radio Tindouf, uno dei brani più belli della lunga discografia dei MCR e raramente eseguito live, a quelle tipicamente irlandesi di Pasta Nera, In un giorno di pioggia, che racconta gli inizi della band e l’incontro con l’Irlanda, un atto d’amore per l’isola verde, e Al Pivarol c’al vin dal ciel, la canzone scritta in ricordo dell’attacco al quartiere generale della Linea Gotica delle S.S. da parte di un battaglione partigiano guidato dal suono della cornamusa di un militare scozzese: un classico combat folk in dialetto, dove emerge l’anima più irish dei Modena City Ramblers, con violino, thin whistle, fisarmonica e mandolino. Un disco acustico che non dimentica però il lato più rock e d’impatto della band modenese. Ne sono esempio Altri Mondi, Mia dolce rivoluzionaria e il classico Le lucertole del Folk, brani che anche in versione acustica mantengono il loro ritmo travolgente. Molto riusciti anche gli arrangiamenti dei brani più lenti, tra cui ritroviamo Seduto sul tetto del mondo e Ebano con Fancesco Moneti al violino nella prima e al salterio ad arco nella seconda, e Specchi dei miei sogni, con cui si chiude il disco. Nel DVD c’è anche una bonus track, quella Bella Ciao che ormai non può mai mancare nei concerti dei Modena City Ramblers.

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C Commenti

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scompiglio alle 15:07 del 3 maggio 2019 ha scritto:

Mai potuti sopportare, da orchite fulminante.

Giuseppe Ienopoli (ha votato 7 questo disco) alle 9:06 del 4 maggio 2019 ha scritto:

Non avrei scommesso un cent su di un "Raccolti 2.0" e per giunta 20 anni dopo.

Le atmosfere sono un po' cambiate ma una Storia importante continua ... "riaccogliamo" un pugno di brani che furono gloriosi per un Paese ormai in disarmo e in ninna nanna.

C'era una volta ...