Of Montreal
Hissing Fauna Are You The Destroyer ?
L'ultimo prodotto uscito dal paese delle meraviglie degli Of Montreal è un flusso instancabile di suoni e voci perforanti che isolano, circondano e stupiscono anche chi già da anni segue questo geniale gruppo Elephant 6 (etichetta americana di gruppi talentuosi come The Apples in Stereo, Neutral Milk Hotel e Essex Green).
"Suffer for fashion" avrebbe di certo fatto gola a molti gruppi british pop una decina di anni fa, ed è proprio la solita aria britannica filtrata e condita di suoni elettrolitici che si respira, o almeno si crede di respirare nell'incalzare di "Sink the Seine" e "Cato as a Pun".
"Heimdaltsgate Like a Promethean Curse" e "Gronlandic Edit" rovesciano le carte che svelano e rivelano un substrato dove germogliano sintetizzatori ed echi Europop e Disco Settanta semplicemente travolgenti.
Un crescendo di ipnotico elettropop che durerà quasi dodici minuti, caratterizza l'intensissima "The Past Is A Grotesque Animal", malinconico e velatamente cinico estratto autobiografico recitato dalla voce di un Kevin Barnes introspettivo che riesce a parlare di sé fino in fondo: "It's So Embarrassing To Need Someone Like I Do You/ How Can I Explain I Need You Here And Not Here Too/ I'm Flunking Out /I'm Gone, I'm Just Gone/ But At Least I Author My Own Disaster".
"Bunny Ain't No Kind Of Rider" ha origine da un psichedelico tappeto elettronico incalzato poi da voce e chitarre che sfociano nei coretti e nelle pennate del ritornello dai tratti tipicamente kinksiani; "Faberge Shalls For Shuggie" sfoggia un falsetto riverberato che passa per i meandri vocali di Prince e quasi ammicca nell'intonazione al Bowie berlinese; "Labyrinth Pop" è decisamente la tortuosa conferma di questa nuova direzione sonora del sestetto di Montreal, e sarà questa linea 70-80 a concludere l’ undicesima e decisamente variegata opera del gruppo: "She's a Rejector" e "We Were Born The Mutants Again With Leafling" congedano il tutto mescolando disco, funk, psichedelia e synthpop e risulta quasi impossibile criticare un prodotto così ben confezionato.
Per quanti ricorderanno ed hanno amato i primi "Cherry Peel" o "Gay Parade" degli anni novanta o il precedente, strepitoso "The Sunlandic Twins" del 2005 (che già preannunciava le prime innovazioni sonore e i primi flirt con l’elettronica ) non suonerà stonato questo nuovo album.Semmai un pò curioso, forse il meno immediato della band, ma di certo il più intimo nella formulazione dei testi e ricco di spunti che solo un grande progetto come quello degli Of Montreal è in grado di offrire.
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