R Recensione

7/10

The Capstan Shafts

Her Versus The Sad Cold Eventually

Dichiaratamente ispirato all' indie rock a bassa fedeltà del prolifico e geniale Robert Pollard (Guided by Voices), il cantautore lo-fi Dean Wells, alias Capstan Shafts, proviene dal mal sopportato Vermount dei conterranei twee-poppers The Smittens, e propone in questa sua terza opera "ufficiale" (poichè egli in realtà sforna in media un Ep autoprodotto al mese...) una piacevolissima sfilza di canzoni essenziali e ben congeniate seppur nel loro evidente minimalismo.

Venti canzoni di cui soltanto una, supera i due minuti (la penultima "Red Scarsity"), che si orientano sin dalla prima laconica e barrettiana countrysong "Wilds of Gloryville" su chitarre disturbate e rapidi arpeggi; le percussioni sopra le righe di "Kiss- you advocacy " e l'ironico noise pop di "Lauren behold (discussion of a stripper over canadian style Health care)" dalla confusione delizionamente orecchiabile ma il cui nome non si riesce a terminare di leggere prima delll'incalzare della tenerissima e pavementiana "Can you tell a slow burn Woo when you ignore One?".

Sembrano confessare l'amore per il cantautorato di Leonard Cohen (da Dean più volte ribadito) i cinquantacinque secondi di "He wouldn't die for you (where it up to me)", a cui segue la rockettina "Bluejean V. Debs" che svela compiaciutamente toni spensierati ed assonanze alla Clean.

Ironicamente attuale con il lo-fi di "How could China fail?", ci si domanda quanto di vero vi sia nella successiva affermazione canticchiata tra le schitarrate di stampo Factory di "I don't like the Movies"; ma con Capstan Shaft è inutile porsi troppe domande: bisogna ascoltarlo con il dovuto disimpegno ed allo stesso tempo con curiosità ed ammirazione. "If she Quivers" del resto è decisamente mutuata dal favoloso "Bee Tousand" dei Guided by Voices, ma come non dire lo stesso ascoltando "She can't stand the quiet (Unless it's me Shutting Up)” o le successive "Red Scarsity" e "Goner Arkansas"? Per non parlare della bellissima "The trilateralist told you not to" che sembrerebbe quasi cantata dall'ingenua voce di Dan Tracy dei Tv Personalities.

Nel caso di questo giovane americano, è forse più utile non cercare a tutti i costi similarità con gruppi che hanno fatto la storia, anche perchè risulterebbe svilente e forse riduttivo sia per lui che per noi ascoltatori un operazione di questo tipo. Piuttosto sarebbe cosa utile, ricercare nel suo linguaggio e nei numerosi lavori, che continuamente sottopone a noi attenti consumatori di pop music, quel piacere puro e semplice che si ha nel fruire musica, canzoni senza pretese che scorrono come una pioggia freschissima in una terra ormai da tempo dissodata e coltivata, la cui cura ed amore del nostro fattore del pop Dean continua a donarci ottimi e succosi frutti.

Speriamo con tutto il cuore che l'inverno ed il "triste freddo" a casa Capstan Shafts giungan il più tardi possibile. Il disco è già terminato e la bella stagione sembra manifestarsi prima della norma...forse il merito è un pò anche suo.

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