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R Recensione

4/10

Devo

Something For Everybody

Saltiamo a piè pari le presentazioni. Anzi, ancora meglio: dimentichiamoci di chi sono i Devo, e di quanto il loro contributo sia stato fondamentale nella storia della musica. E' passata troppa acqua sotto i ponti, ed è chiaro che adesso dobbiamo fare i conti con una realtà assolutamente diversa.

 

20 anni. Questo il tempo che separa Something For Everybody dal loro ultimo album di inediti (Smooth Noodle Maps, del 1990). E quest'ultimo non si può nemmeno definire un "album in studio" in senso stretto: si tratta di una compilation dei migliori brani composti in questo periodo di silenzio, scelti direttamente dai fan. Un'operazione che di certo desta forte sospetto in chiunque abbia un minimo di buonsenso. Quanta qualità può esserci in una iniziativa di questo tipo? Quanta ispirazione può essere rimasta nei Devo nell'anno 2010? Diffidenze lecite, ma mai chiudere le porte senza toccare con mano.

 

Rispondendo alle domande di cui sopra: qualità, poca cosa in confronto a ciò che conosciamo di loro; ispirazione, in quantitativi molto modesti. Sparita anche quell'irriverenza folle che rendeva unici i Devo (oggi cantano Don't Shoot, I'm A Man, nel '78 dicevano di non esserlo). Cosa rimane allora? Fondamentalmente, una sola cosa: Something For Everybody è ancora in grado di liberare una discreta energia, unico elemento che riesce a restare a galla in un mare di complessi di inferiorità nei confronti del passato.

 

Il contesto di base in cui si esprime quest'energia è la stessa new wave di quegli anni, ma oggi si osserva un chiaro tentativo di muoversi verso la dance: non è solo una presenza diffusa di synth cadenzati a dirlo, ma l'intero album che sposa la formula di brani brevi costruiti su ritmi studiati con precisione chirurgica. Gli ingredienti sono dosati con gran cura: alcune infiltrazioni elettroniche qua e là, a volte in maniera spregiudicata (What We Do è una hit dance-pop davvero sfacciata), presenza martellante di chitarre elettriche in classica tenuta punk-funk. Tutto troppo pulito, senza alcuna sbavatura. Quello che manca è l'anima, e la tracklist risulta piuttosto piatta, con nessun brano che spicca sugli altri. Quando si sforzano di rispolverare sè stessi vengono fuori brani come Fresh, e il fan è soddisfatto.

 

Nel complesso, l'impressione di un'operazione commerciale molto furba è confermata. Nonostante questo, il materiale riesce a non sfigurare in maniera eccessiva se rapportato al livello medio dei giorni nostri. E' questa la brutta notizia: basta un po' di mestiere perchè il pubblico sia accontentato.

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Voto degli utenti: 5,5/10 in media su 2 voti.
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C Commenti

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target (ha votato 4 questo disco) alle 10:28 del 30 giugno 2010 ha scritto:

Nessuna sorpresa: i Devo si erano già svenduti negli anni '80, e ora continuano a farlo quando, immagino, subentri la necessità. Disco-rock retrogrado che, più che "for everybody", è per le loro tasche e i fan invecchiati con loro. Devoluzione completa.

synth_charmer, autore, alle 11:01 del 30 giugno 2010 ha scritto:

Bho, eppure l'impressione è che in realtà questo disco sia in grado di piacere anche alla persona comune di questi tempi. Se ci guardiamo un po' in giro, gli apprezzamenti non sono mancati. Al pubblico può bastare il jingle orecchiabile, e se ci sente anche una certa energia è più che soddisfatto. Solo che per dar vita a sti due elementi basta realmente un po' di "mestiere", di furbizia. E' la solita vecchia storia, in cui il pubblico apprezza più i trucchi che il vero artista, e il rischio è la morte dell'arte. Alla fine ci perderemo l'onore di assistere alla nascita di nuovi geni incompresi (mi viene in mente l'esempio di Orson Welles nel cinema) perchè non c'è spazio per loro nei meccanismi economici moderni.

target (ha votato 4 questo disco) alle 11:57 del 30 giugno 2010 ha scritto:

La "persona comune" non ascolta dischi di ultracinquantenni coi cappelli a ziggurat, ascolta Lady Gaga. Questo è un disco per fan, 'fatto' dai fan, celebrato dai fan. Se con questo disco si faranno un solo nuovo ascoltatore (giovane) che prima non li conosceva, dovranno gridare al miracolo e ringraziare l'esattezza della loro teoria de-evoluzionistica.

synth_charmer, autore, alle 12:01 del 30 giugno 2010 ha scritto:

spero sia come dici tu la mia paura è che tra Lady Gaga e Ligabue c'è spazio anche per dischi come questo. Sento raramente la radio o mtv, magari riescono a trovare anche lo spazio per qualche brano estratto da qui

Emiliano (ha votato 7 questo disco) alle 14:55 del 2 luglio 2010 ha scritto:

Confermo: il fan è soddisfatto, anche perché le aspettative non potevano essere granché.